Alberto Stefani, 32 anni, un curriculum da veterano della politica. Un passato da sindaco di Borgoricco, deputato, vicesegretario federale della Lega, come da pronostico, è il candidato governatore del Veneto per il centrodestra. Un nome su cui ormai da settimane si erano concentrati gli occhi di tutto il mondo politico. Terminate riunioni fiume, si è giunti all’accordo decisivo.
«Per me è l’onore più grande». Così Alberto Stefani commenta l’ufficialità della sua candidatura a governatore della Regione Veneto. «Ringrazio la coalizione di centrodestra per il sostegno, ora avanti verso il traguardo – prosegue – Il 23 e 24 novembre siamo chiamati a eleggere il presidente di tutti i Veneti. La nostra squadra è pronta ad amministrare la Regione, in continuità con l’ottimo lavoro di Luca Zaia». E ancora: «Il nostro impegno è chiaro: metteremo davanti a tutto, anche alle logiche della politica, le necessità delle persone – spiega Stefani – accetto questo confronto forte di un’eredità solida. Abbiamo davanti grandi e nuove sfide, che meritano di essere affrontate con energia. A partire dal disagio giovanile, dall’invecchiamento della popolazione, dalla crisi economica internazionale, sino alla difesa dell’ambiente e del lavoro. Trascorrerò la campagna elettorale nelle piazze e nelle periferie dei nostri Comuni, cercando di stringere la mano a quanti più Veneti possibile – conclude Stefani – Ascolterò tutti, compreso chi non la pensa come me».
Alberto Stefani nasce a Camposampiero il 16 novembre 1992 e cresce a Borgoricco in provincia di Padova. Laureato in Giurisprudenza all’Università di Padova con il punteggio di 110 e la lode, tuttora prosegue l’attività di ricerca, anche con pubblicazioni scientifiche sui temi del diritto canonico. Inizia la sua attività politica a 15 anni, iscrivendosi alla Lega. A 20 è eletto consigliere comunale a Borgoricco e, poco dopo, coordinatore dei giovani del Carroccio, prima con incarico provinciale, poi regionale. A 25 anni diventa deputato. A 26 si candida a sindaco di Borgoricco, vince le elezioni e, non percependo l’indennità di ruolo, permette ai suoi concittadini di risparmiare quasi 200mila euro. Completa il mandato da primo cittadino e lancia Gianluca Pedron, che, con la lista civica “Avanti con Stefani”, guadagna oltre il 77% dei consensi e assicura continuità al percorso amministrativo. Nel 2022 ottiene la riconferma a deputato. A Roma si distingue per l’attenzione parlamentare ai temi sociali (cura degli anziani, diritti dei
caregiver, lotta al disagio giovanile, violenza su donne e minori). Nel 2023 è eletto segretario regionale della Liga Veneta, grazie all’appoggio della gran parte del movimento. Dal primo agosto dello stesso anno è presidente della commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale. Fonda “Veneto domani”, la prima scuola di formazione politica della Liga Veneta. Ogni appuntamento raccoglie in media 600 iscritti e promuove un dibattito maturo e approfondito sia su questioni storicamente vicine al movimento leghista (fisco, autonomia, imprese e lavoro), sia su temi meno esplorati, come innovazione, geopolitica, intelligenza artificiale, difesa del paesaggio e dell’ambiente. Così contribuisce a rinnovare linguaggio e agenda di una nuova generazione di militanti e pure degli amministratori più collaudati. Cattolico, con esperienze nell’Azione Cattolica, è molto legato alla sua comunità e all’eredità ideale e valoriale ricevuta specialmente dai nonni (uno dei quali, Aldo, operaio alla Breda,
era orgogliosamente comunista, come riportato in una intervista pubblicata da Vanity Fair nei giorni scorsi). Appassionato di letteratura e arte, dipinge e professa il valore della gentilezza: «Credo nel confronto leale fra idee, rifiuto lo scontro personale. In politica non cerco nemici da abbattere, ma avversari con cui dialogare. E, se ci sono i presupposti, costruire qualcosa insieme» ha recentemente dichiarato. In caso di elezione, sarebbe il più giovane governatore in carica e fra i più giovani amministratori della storia italiana ad assumere un incarico di assoluto rilievo, dopo Giorgia Meloni, nominata Ministro della gioventù a 31 anni.