Roma, 8 ottobre 2025 – Un po’ di ossigeno per le famiglie alle prese con l’inflazione. Scatta infatti per il 2026 una rivalutazione dell’assegno unico. Cambiano anche le soglie Isee. Vediamo nel dettaglio le principali novità dello strumento di supporto economico per le famiglie con figli.
L’assegno unico, come detto, è un sostegno economico per le famiglie con figli a carico, riconosciuto fino ai 21 anni o senza limiti di età in caso di figli disabili. L’importo spettante varia in base: alla condizione economica del nucleo familiare sulla base di ISEE valido al momento della domanda; all’età e al numero dei figli; alle eventuali situazioni di disabilità dei figli.
La fascia reddituale più alta supererà i 46.720,53 euro e, nel 2026, l’assegno corrisposto sarà di 58,5 euro, contro i 57,5 euro previsti nel 2025. Per le soglie Isee più basse:
- per la fascia fino a 17.520,19 euro, l’importo raggiungerà i 204,4 euro (dai 201 euro del 2025);
- per i redditi tra 21.725,06 e 21.841,84 euro, l’assegno dovrebbe essere di 182,8 euro (contro i precedenti 179,7);
- tra 26.163,51 e 26.280,30 euro l’importo raggiungerà 160,6 euro, in aumento rispetto ai 157,9 euro dell’anno precedente.
Invece le maggiorazioni fisse in base al numero dei figli a carico sono le seguenti:
- figlio under 21 non autosufficiente: 122,7 euro (da 120,6 nel 2025);
- figlio under 21 con disabilità grave: 111,0 euro (da 109,1);
- figlio under 21 con disabilità media: 99,4 euro (da 97,7).
In caso di madre di età inferiore ai 21, vi è una maggiorazione di 23,40 euro, che nel 2025 era di 23 euro. Le maggiorazioni dal terzo figlio in poi sono di 99,40 euro per la fascia più bassa, e di 17,50 euro per quella più alta.
Vi è infine un bonus secondo percettore di reddito: da 35 euro (fascia più bassa) a importi progressivamente decrescenti. Dunque una rivalutazione prevista dell’1,6%-1,7%, in linea con l’inflazione 2025 stimata.
Gli aumenti dell’Assegno Unico entreranno in vigore con i pagamenti di febbraio 2026, mentre gli adeguamenti di gennaio verranno corrisposti da marzo 2026 sotto forma di arretrati.
Chi già percepisce l’assegno non dovrà fare una nuova domanda, ma dovrà comunque trasmettere una nuova Dichiarazione Sostitutiva Unica 2026 per aggiornare l’importo sulla base del nuovo ISEE previsto. Se non si provvede a farlo, l’Inps in automatico verserà l’assegno minimo. Le famiglie che presenteranno la DSU entro il 30 giugno 2026 riceveranno gli arretrati a partire dal mese di marzo. Fino a luglio 2025, l’Inps ha erogato oltre 11,5 miliardi di euro a più di 5 milioni di famiglie. Con la rivalutazione 2026, la spesa pubblica supererà i 12 miliardi di euro.