Il pellegrinaggio giubilare si concluderà con una celebrazione eucaristica nella stanza dove morì san Camillo de’ Lellis. “Il suo carisma di misericordia è vivo in tutto il mondo attraverso i tanti che ne seguono la spiritualità”, dice ai media vaticani il superiore provinciale fratel Carlo Mangione

Francesco Ricupero – Città del Vaticano

Un nutrito gruppo di camilliani e camilliane sta prendendo parte al Giubileo della vita consacrata che si svolge dall’8 al 10 ottobre. “Per noi camilliani è un anno speciale – spiega ai media vaticani fratel Carlo Mangione, superiore provinciale dei Camilliani del sud Italia -, perché stiamo celebrando l’Anno giubilare camilliano in ricordo dei 450 anni della conversione del nostro fondatore san Camillo de’ Lellis, patrono dei malati e degli operatori sanitari, che trasformò il dolore della sua vita in un messaggio di speranza e carità. Celebrare insieme l’Anno giubilare camilliano in comunione con Papa Leone XIV e i consacrati di tutto il mondo ci fa sentire, ancora di più, Chiesa al servizio dei malati poveri e sofferenti”. Sarà, infatti, il Santo Padre a presiedere l’Eucaristia domani, 9 ottobre, alle 10.30 a piazza San Pietro.

Camilliani da tutto il mondo

“Quest’anno giubilare è, dunque, un’occasione per riscoprire il carisma di san Camillo, il suo amore verso i malati e l’instancabile impegno nel servizio ai bisognosi”, ricorda Mangione. Il gruppo di camilliani è ricongiunto a Roma da tutto il mondo, ma la maggior parte dei partecipanti sono arrivati dalla Campania, dalla Puglia, dalla Sicilia e dalla casa generalizia della congregazione sorelle figlie di san Camillo. “Giungere a Roma – ha aggiunto fratel Carlo – ha un valore spirituale e simbolico tutto particolare: san Camillo dopo la conversione, avvenuta 450 anni fa, ha trascorso ben 40 anni al servizio dei nosocomi romani, l’ospedale Santo Spirito e l’ospedale San Giacomo, assistendo gli appestati. Dopo aver consumato la sua vita al servizio degli ultimi è morto a Roma, nella casa generalizia della Maddalena il 14 luglio del 1614.

Il carisma di san Camillo

Ancora oggi – prosegue il superiore provinciale – il suo carisma di misericordia è vivo in tutto il mondo attraverso i suoi figli, le sue figlie e i tanti laici che ne seguono la spiritualità”. Il pellegrinaggio giubilare camilliano si concluderà con una celebrazione eucaristica nella stanza dove san Camillo de’ Lellis è morto, presiederà la celebrazione padre Pedro Tramontin, superiore generale dei camilliani e sessantunesimo successore di san Camillo. Nel corso di quest’anno le cappellanie, gli ospedali, gli ambulatori e le case di accoglienza gestite dai camilliani, dalle Figlie di San Camillo, dai ministri degli infermi di san Camillo, dalle Ancelle dell’Incarnazione, e dalle Missionarie degli Infermi Cristo Speranza sono luoghi di indulgenza per condividere lo spirito del fondatore.  Il 7 dicembre prossimo i religiosi e le religiose camilliane rinnoveranno i loro voti nella chiesa di Santa Maria Maddalena, nel rione Colonna, dove (nel cubiculum del convento) Camillo continuò ad assistere i malati, fino alla morte.