La pausa per le Nazionali dà, la pausa per le Nazionali toglie…

Sembra paradossale, ma non lo è: la pausa per le Nazionali è arrivata contemporaneamente al momento giusto e al momento sbagliato. È arrivata al momento giusto perché una pausa di riflessione al Torino serve: nelle prime sei gare di Serie A si sono visti protagonisti tanti aspetti diversi: l’incertezza del modulo e poi la soluzione trovata e smentita più volte, la solidità difensiva e poi una scarsissima capacità di difendere, un attacco con grandi nomi e poi lo stesso attacco incapace di segnare, il giusto atteggiamento e poi una concentrazione mentale distruttiva… Insomma, è stato un Torino dai mille volti e un momento di riflessione e di lavoro è proprio quello che serve. Dall’altra parte, però, la pausa per le Nazionali è arrivata nel momento sbagliato perché se c’è qualcosa su cui il Torino ha decisamente bisogno di lavorare – e anche tanto – questo è proprio la difesa. La stessa difesa che adesso ha visto alcuni dei suoi principali interpreti partire con le rispettive compagini: ecco Maripan in Sud America, Coco e Masina in Africa, e aggiungiamo Pedersen con la Norvegia. Quindi c’è il tempo per lavorare ma non i giocatori. Baroni dovrà fare quel che può con i giocatori che sono, invece, rimasti a Torino…

Nazionali, ecco chi non è partito: il campetto di Baroni al Filadelfia—  

Ecco la rosa che avrà a disposizione Marco Baroni in questi giorni di stop. Israel è partito e così ci saranno Paleari e Popa per le partitelle. In difesa – come abbiamo già analizzato – sono partiti in tanti: Ismajli è rimasto a Torino per guarire da quella lesione alla coscia destra che ha rimediato, le sue condizioni sono da valutare giorno per giorno e Baroni di certo non può sovraccaricarlo. Così ecco Dembélé, un nome che ormai fa spavento ai tifosi, dopo il gravissimo errore contro la Lazio, Tameze, che come giocatore pivot tra difesa e centrocampo si sta rivelando nuovamente importante come ai tempi di Juric, e Biraghi. Il terzino ex Fiorentina si è ormai visto sorpassato da Nkounkou – addirittura a Roma ha giocato Lazaro a sinistra ma il titolare da quel lato non può che essere il francese – così deve reinventarsi: non ha più il passo di una volta e una più tranquilla (a livello di corsa) fase difensiva potrebbe fare al caso suo. Sia mai che trovi la solidità che aveva trovato Ricardo Rodriguez in granata. Sugli esterni non c’è Pedersen, se a sinistra Baroni può contare (eccome) su Nkounkou, a destra rimane Lazaro, che ha decisamente bisogno di ritrovare la forma migliore. In attacco non c’è Adams, rimane il “Cholito” e Zapata, che forse è l’elemento della rosa a cui giova di più questo momento di stacco da impegni ufficiali: quale periodo migliore per ridurre ulteriormente il gap fisico che gli manca per essere arruolabile al 100%? Sugli esterni Ngonge cerca continuità per mantenere la qualità mostrata nelle ultime due uscite, Aboukhlal è allo step prima e Vlasic deve tornare ad essere il giocatore determinante che ha dimostrato di saper essere.

Pausa Nazionali, che si fa con il centrocampo?—  

Il discorso a centrocampo è più ampio, e per l’elevato numero di giocatori, e per la rilevanza che ha anche nei confronti degli altri settori. Al momento Baroni sembra voglia trovare stabilità con un 3-4-2-1, ma va detto che forse i centrocampisti granata hanno la stoffa più per giocare con un mediano e due mezzali. Sarebbe il caso di Asllani, ma è con l’Albania. E un discorso simile vale per Ilkhan, impegnato, però, con la Turchia Under 21. Così, nel mentre si valutano le condizioni di Anjorin, le cui fragilità fisiche sono sotto gli occhi di tutti da mesi – se non anni – c’è Casadei, punto fermo della rosa granata che deve però essere qualitativamente più costante e Gineitis, che contro ogni aspettativa in questo inizio di stagione ha trovato poco spazio ma ha grandi qualità e tanta voglia di metterle in mostra. C’è anche Ilic ma sta vivendo una situazione particolare: di lui parleremo più approfonditamente domani. Intanto quindi il Toro sperimenta questo modulo ma tiene sempre d’occhio la possibilità di passare al centrocampo a 3, che favorirebbe certamente Casadei, certamente Anjorin e in prospettiva anche Asllani. A prescindere dalla mancanza della gran parte dei difensori titolari, Baroni ha comunque tanto lavoro da fare: il Torino deve sfruttare più di chiunque altro questa sosta.