Completata nel 1972, la Nakagin Capsule Tower di Tokyo è un esempio fondamentale del movimento giapponese del Metabolismo, una filosofia di progettazione urbana nata negli anni ’60 che concepisce le strutture come organismi viventi, capaci di crescere, cambiare e rinnovarsi. Progettato da Kisho Kurokawa, presenta capsule modulari prefabbricate collegate a due nuclei centrali. Ogni capsula è stata progettata come unità abitativa o ufficio indipendente, riflettendo una visione di vita urbana adattabile. La torre è la prova che l’architettura giapponese è tutt’altro che monolitica, con stili che vanno dai castelli tradizionali a strutture d’avanguardia come questa. “È stato un esperimento affascinante ma inquietante di vita modulare”, dice Wilson. “È stato demolito nel 2022, il che forse la dice lunga sulla sua vivibilità”.
Tokyo Skytree

Tokyo Skytree a Tokyo, Giappone
Vladimir Zakharov
La Tokyo Skytree, completata nel 2012, è una delle torri più alte del mondo, con i suoi 633 metri di altezza, e una vera meraviglia ingegneristica. Il suo design fonde un’avanzata tecnologia antisismica con principi estetici ispirati all’architettura tradizionale, come la curvatura delle gronde delle pagode. La torre funge da centro di trasmissione, punto di osservazione e punto di riferimento culturale. La sua elegante struttura in acciaio e la sua precisione geometrica mostrano l’ampiezza degli stili che rientrano nell’ambito dell’architettura giapponese.
Domande frequentiCome si chiamano i tetti in stile giapponese?
Esistono diversi tetti in stile giapponese: irimoya (tetto a falde e a capanna), kirizuma (tetto a capanna), yosemune (tetto a capanna) e hogyo (quadrato piramidale) sono le varianti che si vedono nei templi e nelle residenze. Questi disegni risalgono ai periodi Asuka e Nara (dal sesto all’ottavo secolo), influenzati dall’architettura cinese e coreana. Realizzati in legno con tegole o paglia, sono caratterizzati da gronde profonde e sporgenti per proteggere dalle intemperie.
In che modo il design giapponese si differenzia dalle altre architetture?
Il design tradizionale giapponese è spesso radicato nel minimalismo e nell’armonia, costruito per integrarsi perfettamente nella natura. C’è una forte enfasi sull’equilibrio, che si vede nella flessibilità del design giapponese: ad esempio, l’uso delle proporzioni delle stuoie di tatami per determinare i layout, divisi da partizioni scorrevoli che sostituiscono le pareti fisse e creano spazi adattabili. “Questo contrasta con molte tradizioni dell’architettura occidentale, dove la struttura e la pianificazione dello spazio sono spesso considerate separatamente”, aggiunge Miles. “La pianificazione spaziale, gli elementi in legno e le proporzioni sono inseparabili nell’approccio giapponese”.
Il design giapponese si differenzia anche nei metodi: storicamente, i giapponesi utilizzano costruzioni in legno con travi e pali uniti senza chiodi (una funzione che consente agli edifici di oscillare e di resistere meglio ai terremoti), in netto contrasto con la muratura in pietra o mattoni comune in Europa. I materiali naturali come il legno grezzo e la carta dominano il design tradizionale giapponese, riflettendo le influenze dello Shintoismo e del Buddismo, mentre altri stili spesso privilegiano finiture più ornamentali e industriali. L’estetica giapponese è inoltre fortemente improntata al minimalismo, che si riflette sia nell’architettura che nel design degli interni.
Quali sono le caratteristiche principali dell’architettura giapponese?
“Il Giappone è famoso per il suo approccio architettonico raffinato e disciplinato”, afferma Wilson. “Dalle opere poetiche in cemento di Tadao Ando ai secoli di squisite costruzioni in legno, la loro architettura è radicata nell’eleganza e nella sobrietà. Sono maestri nella creazione dei piccoli spazi e hanno un profondo apprezzamento per i materiali naturali nella loro forma più pura”.
L’architettura giapponese è definita dall’armonia con la natura, dalla meticolosa lavorazione artigianale, dall’approccio minimalista e dall’equilibrio tra tradizione e innovazione. Gli elementi naturali – legno, pietra, carta – sono usati con un certo rispetto, le loro texture sono celebrate piuttosto che nascoste. L’architettura giapponese è minimale e precisa. Resiste perché è più di uno stile: è un riflesso della cultura giapponese, un modo di pensare allo spazio, alla natura e alla bellezza nell’imperfezione.
Articolo originale pubblicato su AD US, adattato da Paola Corazza.
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