di
Francesco Di Frischia
Sono 6 milioni i cittadini con malattie agli occhi nel Paese: tra loro un terzo presenta problemi di invalidità. Il ministro della Salute promette nella Finanziaria fondi per la prevenzione anche della malattie oculari
In Italia all’Oftalmologia è dedicato solo l’1% della spesa sanitaria pubblica, risultando marginalizzata nelle priorità del Servizio sanitario nazionale: eppure, nonostante esistano tecnologie avanzate, trattamenti innovativi e strumenti diagnostici precoci, sono oltre 6 milioni gli italiani colpiti da malattie agli occhi. E tra loro un terzo presenta problemi di invalidità causati proprio dalla riduzione della vista. Questo squilibrio produce ritardi nell’accesso alle cure, carenza di risorse e forte pressione sugli specialisti. È la situazione emersa nella Giornata mondiale della vista, che si celebra oggi, 9 ottobre 2025 , durante l’incontro promosso a Roma dall’Associazione pazienti malattie oculari (Apmo). L’ente riunisce istituzioni, società scientifiche, associazioni di pazienti e aziende nel primo meeting nazionale che ha l’obiettivo di studiare le strategie da mettere in atto per garantire accesso ai percorsi di cura, innovare in maniera sostenibile la salute visiva, anche utilizzando i farmaci più innovativi e la terapia genica, sostenere la qualità della vita dei pazienti affetti dalle più comuni patologie oculari, con un’attenzione particolare al territorio.
Il ministro Schillaci: «Fondamentale la prevenzione visiva»
Sull’importanza di prevenire i danni causati dalle malattie agli occhi, il ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenendo all’incontro, ha sottolineato: «È fondamentale sensibilizzare la popolazione sulla prevenzione visiva. Il ministero sta portando avanti una campagna a 360 gradi sulla prevenzione, perché credo sia davvero necessario un cambio di passo, un cambio di paradigma. Dobbiamo tutti comprendere quanto sia importante puntare sulla prevenzione, perché l’Italia, nel periodo post-Covid, è tornata a essere la seconda nazione più longeva al mondo. Se vuole continuare a garantire il Servizio sanitario nazionale che conosciamo, basato su principi di universalismo e gratuità delle cure, dobbiamo fare in modo che domani ci siano meno persone malate, per poter offrire a tutti – indipendentemente da dove vivono e da quanto guadagnano – le stesse possibilità di accedere a cure, anche costose, per tante malattie che una volta erano incurabili e che oggi non lo sono più».
In Italia 2 cittadini su 100 hanno gravi limitazioni visive
Tra i dati diffusi da Schillaci, in Italia due persone su cento, dai 15 anni in su, hanno gravi limitazioni visive. Questa percentuale sale a oltre il 5% tra le persone con più di 65 anni e supera l’8% in coloro che hanno almeno 75 anni. Le limitazioni visive moderate interessano circa un terzo delle persone più anziane, pari a ben 4-5 milioni di cittadini. E secondo Rocco Bellantone, presidente dell’Istituto superiore di sanità, nel mondo ci sono 2 miliardi e 200 milioni di persone che convivono con serie patologie oculari. Inoltre, secondo le più recenti stime internazionali, nei prossimi decenni «ci sarà un aumento della domanda di cure per le malattie oculari – sostiene il ministro – a causa dell’impatto degli stili di vita: penso all’urbanizzazione, alle molte ore trascorse davanti ai dispositivi tecnologici, al poco tempo passato all’aria aperta. Tutto ciò rappresenterà una sfida concreta per la sostenibilità dei servizi sanitari». Tuttavia «proprio grazie ai progressi scientifici e tecnologici, che hanno interessato in modo significativo anche l’oftalmologia negli ultimi decenni – ha aggiunto Schillaci – si è registrata una riduzione dei pazienti che sarebbero altrimenti andati incontro alla cecità. Questo scenario evidenzia l’esigenza di una strategia chiara per ridurre l’incidenza delle patologie oculari, in particolare di quelle a maggiore diffusione, come la degenerazione maculare legata all’età, la retinopatia diabetica e il glaucoma».
Fondi per malattie oculari nella legge di Bilancio
Nella legge di Bilancio «saranno inseriti fondi destinati specificamente alla prevenzione, compresa quella delle malattie oculari – ha annunciato il ministro -. Prevenzione e diagnosi precoce richiedono però un accesso tempestivo ai servizi sanitari e alle innovazioni. Occorre intervenire sulle disuguaglianze che, purtroppo, ancora persistono a livello regionale.
Questo, nonostante i nuovi Lea (Livelli essenziali di assistenza) abbiano introdotto importanti aggiornamenti nei percorsi diagnostici e terapeutici in oftalmologia, aggiornando l’elenco delle prestazioni specialistiche garantite dal Servizio Sanitario Nazionale. Inoltre, «è all’attenzione della Commissione la proposta di reinserire l’esame del fondo oculare per i pazienti diabetici tra le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale e nell’elenco delle condizioni croniche e invalidanti», ha spiegato il ministro secondo il quale è anche necessario «l’incremento dell’uso di tecnologie che permettono di monitorare i pazienti da remoto».
Inoltre il Comitato tecnico nazionale per la prevenzione della cecità e dell’ipovisione «è impegnato nella promozione e valutazione di linee guida specifiche per le patologie oculari di rilevanza sociale – ha sottolineato Schillaci -. Si sta sviluppando anche la tele-oftalmologia, sia in ambito preventivo che riabilitativo, nei programmi di salute pubblica e il tavolo tecnico sulle maculopatie e sullo sviluppo di terapie intravitreali in oftalmologia sta puntando sulla prevenzione e sul trattamento dell’angiogenesi perché sono oggi disponibili terapie molto efficaci che inibiscono i fattori di crescita dei nuovi vasi sanguigni responsabili della degenerazione maculare, una patologia legata all’età che colpisce una persona su tre dopo i 75 anni, con conseguenze gravi che arrivano fino alla cecità».
La Carta della salute dell’occhio
Il congresso, che segna la crescita e l’evoluzione di Apmo, nata nel 2022, ha mosso i primi passi a partire dalla «Carta della salute dell’occhio», il documento di orientamento e promozione della prevenzione in ambito oftalmologico realizzato nell’ambito della campagna per la prevenzione e il trattamento dei disturbi e delle patologie oculari. Slogan dell’iniziativa: «La salute dei tuoi occhi non perderla di vista», promossa da Apmo in collaborazione con la Società italiana di scienze oftalmologiche (Siso) e con il patrocinio dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e dell’Intergruppo parlamentare prevenzione e cura delle malattie degli occhi e in sinergia con altre 18 tra associazioni pazienti e società scientifiche. Le attività del primo anno della campagna, che ha visitato cinque Regioni – Lazio, Liguria, Lombardia, Puglia e Sicilia – con incontri istituzionali che hanno coinvolto i decisori e gli specialisti locali, con l’obiettivo di analizzare punti di forza e criticità dell’assistenza e cura in ambito oftalmologico sul territorio e con appuntamenti informativi e di screening territoriali, «hanno registrato ottimi risultati, contribuendo ad aumentare la sensibilizzazione sulle patologie oculari», è stato fatto notare dai fondatori di Apmo. Gli incontri informativi hanno coinvolto oltre 400 persone, sottoposte dagli specialisti presenti a mini-screening per le più comuni patologie oculari: 1 persona su 5 è risultata «diagnosticata a rischio» a seguito del controllo.
La campagna di prevenzione in 5 regioni
«Il bilancio della campagna è più che positivo, considerando che Apmo è nata di recente e tante sono le problematiche messe in campo e da affrontare – ha ricordato Francesco Bandello, Presidente Apmo e direttore unità di Oculistica dell’Irccs ospedale San Raffaele di Milano –. Siamo consapevoli che questi primi risultati hanno un valore relativamente modesto rispetto alla possibilità di cambiare concretamente la realtà in cui operiamo. Qualcosa però si muove. Se guardo al futuro sono ottimista, auspicando che si riesca a mantenere l’attuale livello di attenzione, di sollecitazioni, di dialogo, perseverando sugli stessi obiettivi: la nostra Associazione si propone di ricoprire, in questo senso, un ruolo di primo piano». Durante il convegno rappresentanti di istituzioni, società scientifiche, associazioni e aziende, oltre ai pazienti e agli specialisti si sono confrontati su temi centrali come l’accesso ai percorsi di cura e l’innovazione sostenibile, le problematiche assistenziali legate al territorio, le principali malattie oculari e la qualità di vita dei pazienti.
Retinopatie, maculopatie e miopia grave
Tra gli argomenti approfonditi anche le retinopatie, le maculopatie e la miopia grave. I vertici di Apmo hanno voluto in particolare puntare l’attenzione sull’accessibilità alla diagnosi precoce, sulle terapie più innovative ed efficaci e sulla necessità di avere le risorse per la migliore appropriatezza terapeutica. «Abbiamo ascoltato i pazienti, i loro bisogni, le loro esigenze e i loro problemi per capire come aiutarli e dare risposte per offrire soluzioni – ha osservato il dottor Bandello – e costruito una collaborazione con il mondo delle istituzioni, perché a questi interlocutori dobbiamo portare i problemi dei pazienti e cercare insieme di affrontarli secondo le modalità e le aspettative di maggiore interesse per i cittadini. Queste due anime proprio all’interno del Congresso si incontrano e dialogano. In prospettiva, il nostro obiettivo è diventare sempre più numerosi e credibili. I nostri pazienti non muoiono a causa di una malattia oculare, ma la perdita della vista terrorizza le persone più della morte e comporta gravissime disabilità. E non curare si traduce in un aumento esponenziale di costi per il cittadino e il Servizio pubblico».
9 ottobre 2025 ( modifica il 9 ottobre 2025 | 13:57)
© RIPRODUZIONE RISERVATA