A una settimana dal lancio del nuovo modello di AI generativa per creare video, il web si riempie di deepfake dove i protagonisti sono attori, cantanti, politici e scienziati defunti. Oltre a Hawking, anche Kennedy, Michael Jackson e Robin Williams

Stephen Hawking, a bordo della sua sedia a rotelle computerizzata, viene calato dall’alto all’interno di un’area di wrestling. Gli atleti sono lì, che lo aspettano. Per brutalizzarlo. Lui cade loro addosso e finiscono tutti a terra. Cambio scena: il celebre scienziato, scomparso nel 2018, si trova ora in una corsa impossibile tra le auto che sfrecciano a oltre 300 chilometri all’ora: è la Nascar Race. A vincerla è lui, che festeggia tra le sue fan. Ancora, lo si vede scendere maldestramente una lunga scalinata o – di nuovo sul ring – a prendere pugni da un pugile professionista. C’è chi poi ha aggiunto una scritta: «Come Israele contro Gaza». Nessuno di questi video è reale: sono tutti deepfake creati con Sora, l’intelligenza artificiale generativa di OpenAI che ora è anche un’app. E su questa bacheca, che ricorda tanto TikTok, non è l’unica celebrità defunta ad essere stata presa di mira. JF Kennedy discute dell’uso dell’AI nel commercio online, Gandhi guida una macchina da corsa, Michael Jackson si diletta in un numero comico in un cucina. E poi c’è Robin Williams: la figlia Zelda Williams ha già protestato pubblicamente per come la figura del padre venga sfruttata per creare filmato falsi. «Per favore smetteta di mandarmi video AI di mio padre. Se avete un po’ di decenza, smettete di fare questo a lui e a me, a chiunque. É stupido, una perdita di tempo ed energia e credetemi, non è ciò che vorrebbe».

L’app Sora è stata lanciata il primo ottobre – per ora nei soli Stati Uniti e Canada – con un nuovo modello di linguaggio per generare video iper realistici. Il Ceo di OpenAI, Sam Altman, ha paragonato questo lancio a quello di ChatGpt. E in effetti nella prima settimana i download sono simili a quelli della prima settimana di vita del chatbot della stessa azienda. Secondo le stile di Appfigure Sora è stata scaricata su dispositivi iOS 627mila volte mentre ChatGpt – nel dicembre 2022 – era stata scaricata 606mila volte. All’interno dell’app, però, c’è molto caos. A cominciare da tanti, troppi, video che hanno come protagonisti uomini e donne realmente esistiti. Celebrità scomparse che «rivivono» in deepfake che non sembrano rispettare né la loro memoria né la sensibilità dei loro familiari. Al lancio Altman aveva precisato che erano state prese misure per «bloccare le raffigurazioni di personaggi pubblici». Ma questa protezione non include coloro che sono già morti. E così gli utenti si sono «sfogati» creando filmati dove artisti, scienziati e politici compiono azioni assurde o – peggio – denigranti. OpenAI ha inserito un watermark mobile perché sia evidente che i video sono generati dall’intelligenza artificiale. Rimane comunque il dolore che i fan o le famiglie delle celebrità possono provare vedendo queste scene. 



















































La legge, sull’utilizzo dell’immagine di personaggi pubblici defunti, negli Stati Uniti è piuttosto confusa. Spiega ArsTechnica che ci sono leggi sul tema in almeno 24 stati: «La legge della California, che risale al 1985, vieta l’uso post mortem non autorizzato dell’immagine di un personaggio pubblico “a fini pubblicitari o di vendita, o per sollecitare l’acquisto di prodotti, merci, beni o servizi”. Tuttavia, una sentenza della Corte Suprema della California del 2001 consente esplicitamente l’uso di tali immagini per scopi “trasformativi” ai sensi del Primo Emendamento. La versione newyorkese della legge, firmata nel 2022, contiene una formulazione specifica che vieta l’uso non autorizzato di “repliche digitali” che siano “così realistiche da indurre un osservatore ragionevole a credere che si tratti di una performance dell’individuo ritratto e di nessun altro individuo” e in un modo “tale da indurre il pubblico a credere che sia stato autorizzato dalla persona o dalle persone”. Tuttavia, i produttori di video possono aggirare questo divieto con una “dichiarazione di non responsabilità ben visibile” che indichi esplicitamente che l’uso non è autorizzato». C’è margine, insomma, perché partano cause legali. Ma non è così scontato l’esito.

Altman ha descritto l’app Sora come «la piattaforma più sana per l’intrattenimento e la creatività se la compariamo a ciò che oggi è disponibile». Ma nel giro di una settimana ha già dovuto apportare delle modifiche. É stata inserita una protezione del copyright per le opere di fantasia: ora i titolari dei diritti d’autore devono acconsentire espressamente all’utilizzo dei propri personaggi. E ha promesso «molti altri cambiamenti in arrivo. Prenderemo alcune decisioni giuste e faremo alcuni passi falsi, ma ascolteremo i feedback e cercheremo di correggere molto rapidamente gli errori». Errori che, tra l’altro, lo riguardano anche personalmente. Altman, nonostante sia in vita e in piena salute, è finito tra i protagonisti dei video generati su Sora.

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9 ottobre 2025