In sei mesi sono state 25 le aggressioni al personale sanitario nel carcere di Teramo e tra “gli episodi più eclatanti” ci sono quello di “un infermiere raggiunto da un calcio alla schiena” e “un’aggressione sessuale a un’infermiera, minacce di morte sempre a un’infermiera” cui si è aggiunto quello del 26 luglio, quando due detenute si sono scagliate contro la dottoressa presente in quel momento con una delle due che le avrebbe anche spento una sigaretta sul volto.
A raccontargli, questi episodi, e soprattutto sottolinearli, è il direttore generale della Asl di Teramo Maurizio Di Giosia in una lettera inviata alla direttrice del carcere (e pubblicata dall’agenzia Ansa) per denunciare come “la mancanza di sicurezza sta mettendo, nostro malgrado, a rischio l’assistenza sanitaria presso l’istituto penitenziario in quanto non riusciamo più a reperire personale per garantire il servizio nella struttura”.
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Nessuno, insomma, ci vuole più andare a prestare servizio nel carcere teramano. “A dimostrazione che la situazione è critica – scrive ancora la Asl – basta sottolineare che da gennaio a oggi ben cinque sono le rinunce da parte del personale sanitario in servizio presso la struttura carceraria”. “Quanto avvenuto sabato (il 26 luglio) è solo l’ultimo di una serie di gravi episodi di violenza nei confronti di professionisti che prestano la propria opera, con encomiabile senso di responsabilità, assistendo i detenuti” prosegue la nota.
La Asl chiede quindi urgenti provvedimenti per garantire l’incolumità del personale, riservandosi in futuro ulteriori iniziative. “Ci sentiamo in dovere di tutelare il nostro personale che, con una frequenza che definiremmo preoccupante, ormai è esposto a continui atti di violenza, verbale e fisica – rimarca Di Giosia – . Tutto questo genera timori e preoccupazioni, non consente un approccio sereno ai turni in carcere, tanto che ormai è difficile reperire personale disponibile a prestarvi servizio”.