E’ ormai alle porte il mondiale gravel 2025, che si disputerà sabato e domenica nella regione di Zuid-Limburg, nei Paesi Bassi. Il percorso, con partenza da Beek e arrivo a Maastricht, proporrà un anello di 131 chilometri per le donne e 180 per gli uomini. Si tratta di un percorso molto mosso, con salite brevi ma incisive e tratti di fondo scorrevole. La parte in asfalto è corposa: si parla del 50 per cento..
In vista di questa rassegna iridata, abbiamo intervistato Daniele Pontoni, commissario tecnico della nazionale italiana di ciclocross e gravel, per fare il punto sulla spedizione azzurra: ambizioni, difficoltà e tattiche di gara. La prima notizia è che non schiereremo la squadra maschile, ma solo quella femminile. E non certo per colpa del cittì, il quale, anzi, ha lottato non poco per trovare gli uomini adatti.


Quindi, Daniele, ci siamo…
Dopo un europeo tutto sommato buono, ci siamo fatti vedere. Adesso arriviamo al mondiale con parecchia speranza tra le ragazze… La nazionale uomini non ci sarà. C’è solo la nazionale donne, composta da: Silvia Persico, Letizia Borghesi, Maria Giulia Confalonieri, Giada Specia ed Emma Piana. Quindi un mix di ragazze prevalentemente abituate a correre su strada. E qualcuna con provenienza dalla MTB.
Parli ovviamente di Specia e Piana…
Qualcuna, come Silvia Persico, ha “fatto tutto” nella sua carriera, mentre Giada si è appena avvicinata: è arrivata quarta in questa specialità agli europei e si è guadagnata la convocazione, così come Deborah Piana, che proviene dal mondo Marathon e tra l’altro ha vinto una prova delle Gravel World Series in Sardegna (in apertura, foto Simon Wilkinson/SWpix.com).


E degli uomini cosa ci dici? Come mai l’Italia non sarà presente?
Per quanto riguarda gli uomini, non avevamo né il numero né una nazionale all’altezza per partecipare. Nelle ultime settimane si sono verificate defezioni e rischiavamo di schierare un team non competitivo. Ho quindi deciso di concentrare questa rassegna solo sulla nazionale femminile.
Un po’ dispiace perché qualche interprete ci poteva stare, ma immagino le tue difficoltà nel chiedere corridori alle squadre, specie a fine stagione tra calendari fitti e lotta a i punti…
In effetti è stato molto complicato. Io spero che dal 2027, avendo anche un punteggio ufficiale in questa specialità, le cose siano un po’ diverse e diventino meno faticose. Così è tosta. Comunque, come dico sempre: faccio con quello che ho e da questo cerco di tirar fuori il meglio. Arriviamo da un europeo che è andato bene, anzi direi che è stato ottimo. Abbiamo conquistato una maglia continentale (con Magnaldi, ndr), due quarti posti e un quinto. Tra l’altro un quarto e un quinto erano tra gli uomini… Pertanto arriviamo in Olanda con la voglia di fare bene. Sono convinto che abbiamo le ragazze per ben figurare anche qui.
Che percorso troveranno le ragazze, Daniele?
Finora non l’ho ancora visto in bici, lo valuterò quest’oggi in prima persona. Ho raccolto informazioni su carta e da chi ci ha già girato, in pratica da Elena Cecchini, tramite Lorena Wiebes. Il percorso del Limburgo è diverso dall’europeo e anche meno adatto alle nostre: sia come terreno sia come altimetria. All’europeo c’erano salite e discese che mettevano davvero alla prova gli atleti. Qui sarà tecnicamente più facile. Ci saranno salite brevi, qualcuna all’inizio, qualcuna alla fine. Da percorrere per due giri e mezzo. Il fondo è molto più scorrevole rispetto all’europeo di Avezzano, per cui mi aspetto un tracciato simile a quello della scorsa edizione, seppure con qualche difficoltà altimetrica in più rispetto al Mondiale di Leuven 2024.


Chi vedi favorita tra le nostre?
Sicuramente Silvia Persico è la più adatta. Ma come ho detto, abbiamo cinque ragazze importanti. Ho già una mezza idea di tattica: come impostare la corsa e come distribuire compiti. sarà importante correre da squadra e su questo percorso si può fare. Non siamo molte, però. Se ne avessi avute sei avrei preferito. Andiamo là con la pancia carica per portare a casa un bel risultato.
E le favorite in assoluto?
Si dice che le favorite “d’obbligo” siano Lorena Wiebes e Marianne Vos, ma nulla è scontato. Essere outsider spesso è un vantaggio: non hai nulla da perdere, affronti la gara con meno pressione. E credetemi, con il gruppo che ho, a livello nervoso siamo leggeri, ma motivati.
Cosa ti porta a dire questo?
Perché è un gruppo affiatato. Chi vi entra si integra subito: questo è un marchio di fabbrica, sia per gli uomini che per le donne, soprattutto in questa specialità, il gravel.
E’ anche merito tuo che sai trasmettere la grinta. La grinta di Pontoni è proverbiale…
Io cerco di amalgamare e cerco sempre di trasmettere alle atlete la mia grinta. La squadra è anche lo staff: gli interpreti in gara sono le ragazze che in questi anni hanno dato soddisfazioni. Io continuo a vivere la corsa come se fossi un’atleta, cercando di far percepire alle ragazze che la loro forza debba essere la maglia azzurra. Quella maglia non la indossa nessuna altra. Solo loro. E già indossandola si sente qualcosa di speciale.


Passiamo agli aspetti tecnici, Daniele: cosa prevedi a livello di gomme?
Molto dipenderà anche dal meteo, che sembra essere incerto. In generale però mi sento di dire che non useremo gomme molto tassellate, magari qualche piccolo “tappino” laterale e una sezione centrale molto scorrevole. Valuteremo domani per le varie mescole e tipologie di gomme, anche perché ogni atleta corre con le gomme del team e sono diverse. Credo useremo pneumatici da 38, 40 o 42 millimetri, più probabilmente le 40.
E i rapporti, rispetto all’europeo?
Chi ha doppia opterà per la doppia avrà un 34-50 con un 10-36 dietro. Chi avrà la monocorona suppongo opterà per 42 con una scala posteriore alquanto generosa.
Pedali da strada o da MTB?
Bella domanda. Vediamo il test del percorso, ma credo che sceglieremo i pedali da strada, se non ci saranno tratti in cui bisognerà scendere a piedi. All’Europeo tutti e tutte li hanno usati da strada. Se non bisogna camminare, la scarpa da strada ti dà qualcosa in più in termini di spinta.