Il 9 ottobre 1977, sul circuito canadese di Mosport, andò in scena la sedicesima prova del Mondiale di Formula 1. Quella giornata, destinata a entrare nella storia, non solo vide la vittoria di Jody Scheckter con la Wolf-Ford Cosworth, ma segnò soprattutto l’esordio di Gilles Villeneuve al volante della Ferrari.

Il giovane canadese, appena trentenne, fu chiamato a sostituire Niki Lauda, fresco campione del mondo ma ormai ai ferri corti con Enzo Ferrari. Lauda aveva deciso di non prendere parte alle ultime gare della stagione, lasciando così libero un sedile prestigioso e pesante, affidato proprio a quel ragazzo dal talento feroce e dallo stile spettacolare, che a Silverstone si era già fatto notare con la McLaren.

Un debutto di fuoco davanti al pubblico di casa

L’atmosfera a Mosport era elettrica: il pubblico canadese accolse il suo nuovo eroe con entusiasmo e curiosità. Per Villeneuve, correre in casa con la Ferrari era un sogno che diventava realtà. Ma il destino, quella domenica, non fu generoso. Dopo una buona partenza e una gara coraggiosa, il canadese fu costretto al ritiro a pochi giri dal termine per un problema alla trasmissione della sua 312 T2.
Anche l’altra Ferrari, quella di Carlos Reutemann, non ebbe miglior sorte, fermandosi al ventesimo giro per un guasto al sistema di alimentazione. Intanto, davanti, Scheckter approfittava del ritiro di Mario Andretti per conquistare la vittoria negli ultimi due giri, chiudendo la corsa in 1h40m00s con una media di quasi 190 km/h.

Il simbolo di un nuovo inizio

Nonostante l’epilogo, quel giorno segnò l’inizio di una leggenda. Villeneuve lasciò un’impressione profonda tra gli uomini Ferrari e tra gli appassionati: il suo stile aggressivo, la sensibilità di guida e il coraggio assoluto erano già evidenti. Enzo Ferrari, colpito dal suo temperamento, non ebbe più dubbi sul futuro del canadese in rosso.

Gillies è stato uno dei piloti più amati dal pubblico, nonostante non abbia mai vinto un titolo mondiale, il suo miglior piazzamento il classifica è stato, infatti, il secondo posto nel 1979. L’intera carriera di Villeneuve è stata segnata dal tragico epilogo della sua morte a Zolder, durante il Gran Premio nel 1982 a causa di un fatale incidente. Forse, proprio la precoce scomparsa del pilota, lo ha reso un’icona, un idolo ricordato e amato ancora oggi anche dai tifosi più giovani che non lo hanno mai visto correre, ma che riconoscono in lui la stoffa del campione.
Mosport fu quindi più di un debutto: fu il primo capitolo di una storia breve ma indimenticabile, fatta di velocità, emozioni e passione pura. Gilles non portò a casa punti quel giorno, ma conquistò qualcosa di più grande: l’anima della Ferrari e il cuore dei tifosi.