Uno studio internazionale coordinato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, in collaborazione con la Stanford University, stima che tra il 2020 e il 2024 la campagna vaccinale globale contro il Covid-19 abbia evitato 2,533 milioni di decessi. Secondo i ricercatori, in media una vita è stata salvata ogni 5.400 dosi somministrate.
La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica JAMA Health Forum, ha anche calcolato il numero di anni di vita preservati grazie ai vaccini: 14,8 milioni in tutto il mondo, ovvero un anno di vita guadagnato ogni 900 dosi. Si tratta di un’analisi su scala globale che, per la prima volta, include anche il periodo della variante Omicron e si basa su dati reali più che su proiezioni ipotetiche.
Il lavoro è stato guidato dalla Professoressa Stefania Boccia, docente di Igiene generale e applicata all’Università Cattolica, con il contributo del dottor Angelo Maria Pezzullo, ricercatore, e del dottor Antonio Cristiano, medico in formazione specialistica.
«Prima del nostro, diversi studi hanno cercato di stimare le vite salvate dai vaccini con modelli diversi e in periodi o parti del mondo diversi, ma questo è il più completo perché si basa su dati mondiali, copre anche il periodo Omicron, calcola anche il numero di anni di vita salvati e si basa su meno ipotesi sull’andamento della pandemia», spiegano Boccia e Pezzullo.
I ricercatori hanno incrociato i dati della popolazione mondiale con quelli relativi alla diffusione del virus, distinguendo tra infezioni e decessi avvenuti prima e dopo la vaccinazione, e tenendo conto della fase pandemica (pre-Omicron e post-Omicron). Sulla base di queste analisi, è stato possibile stimare l’effettiva efficacia della vaccinazione nel prevenire morti e perdita di anni di vita.
La protezione garantita dai vaccini si è concentrata in gran parte sulle persone più vulnerabili. Il 90% delle vite salvate riguarda individui con più di 60 anni, e il 76% degli anni di vita guadagnati appartiene a questa stessa fascia d’età. Il 57% dei decessi evitati si colloca nel periodo in cui circolava la variante Omicron, considerata meno letale ma altamente contagiosa.
Al contrario, l’impatto sui più giovani è stato molto più contenuto: solo lo 0,01% delle vite salvate e lo 0,1% degli anni di vita guadagnati ha riguardato bambini e adolescenti, mentre i giovani adulti tra i 20 e i 29 anni rappresentano appena lo 0,07% dei decessi evitati.
Un dato interessante è che gli ospiti delle strutture di assistenza a lungo termine, nonostante il rischio elevato, hanno contribuito solo per il 2% del totale degli anni di vita salvati.
«Queste stime sono sostanzialmente più conservative rispetto ai calcoli precedenti che si concentravano principalmente sul primo anno di vaccinazione, ma dimostrano chiaramente un importante beneficio complessivo derivante dalla vaccinazione contro il COVID-19 nel periodo 2020-2024. La maggior parte dei benefici, in termini di vite umane e anni di vita salvati, è stata garantita a una parte della popolazione globale tipicamente più fragile, gli anziani», conclude la professoressa Boccia.