Non tutti gli studenti e le studentesse appoggiano lo “tsunami” di occupazioni, per dirlo con le parole del collettivo Osa, che nelle ultime settimane ha travolto Roma.

Dal liceo Augusto, in particolare, occupato dal 7 ottobre, è partita una petizione, pubblicata su Change.org, in cui alcuni ragazzi chiedono ai loro “colleghi” di liberare la scuola, permettendo così la ripartenza delle lezioni.

L’appello: “Stop all’occupazione”

“Noi, studenti del liceo Augusto – si legge nel testo della raccolta firme – vogliamo esprimere con fermezza la nostra opposizione all’occupazione dell’istituto attualmente in corso e dissociarci completamente da questa iniziativa, che riteniamo ingiusta, dannosa e soprattutto poco democratica”.

L’occupazione, sottolineano gli studenti, “non è stata decisa con un confronto reale e trasparente tra tutti gli studenti, ma imposta da una minoranza appartenente al collettivo, che ha agito senza consultare in modo equo l’intera comunità scolastica”.

Poi la precisazione: “Ciò che contestiamo non è la libertà di esprimere idee o di chiedere cambiamenti: quella è e rimane un diritto sacrosanto. Ciò che riteniamo inaccettabile è che una scelta non condivisa venga imposta all’intera popolazione scolastica, con conseguenze pesanti per tutti”.

Secondo i firmatari, infatti, a causa dell’occupazione “si stanno perdendo preziose ore di lezione, fondamentali per il percorso formativo di ogni studente; gli studenti delle classi quinte vedono compromessa la loro preparazione all’esame di maturità, che rappresenta un traguardo decisivo; i viaggi di istruzione e le attività programmate rischiano di essere annullati definitivamente; eventuali momenti di autogestione, che avrebbero potuto essere un’occasione di dialogo e partecipazione, vengono inevitabilmente cancellati”.

Inoltre “si deteriora il rapporto di fiducia e collaborazione tra studenti, docenti e dirigenza, fondamento di una convivenza civile e costruttiva”.

Le scuole occupate a Roma

Il giorno in cui gli studenti sono entrati all’Augusto, lo stesso copione si è visto anche al Plauto e all’Enzo Rossi. Il giorno precedente, invece, altri tre licei di Roma erano stati occupati: il Kant, il Tullio Levi-Civita e il Plinio Seniore.

Al centro delle mobilitazioni, la Palestina. “Sono occupazioni con un consenso di massa incredibile fra gli studenti che si estende anche a genitori e professori, dato non scontato” hanno spiegato dal collettivo Osa, costola liceale dell’organizzazione di ispirazione comunista Cambiare Rotta.

A far iniziare, in netto anticipo, l’autunno caldo erano stati gli studenti del Rossellini, con l’occupazione della succursale il 24 settembre. A seguirli erano stati poi il Cavour e il Socrate.