Ventidue anni dopo la sua scomparsa, Giorgio Gaber continua a interrogare l’Italia. A ricordarlo oggi è un volume elegante e appassionato — “Giorgio Gaber” — firmato dagli economisti Emanuele Felice e Luigi Cuna, con le illustrazioni di Ernesto Anderle, pubblicato da Edizioni Curci in collaborazione con la Fondazione Giorgio Gaber.

Un nuovo libro rende omaggio a Giorgio Gaber: testi, illustrazioni e il pensiero senza tempo del Signor G

Uscito l’8 ottobre 2025, il libro è insieme biografia culturale, antologia e racconto visivo, pensato per chi ha amato il Signor G e per le nuove generazioni che lo stanno scoprendo. Un lavoro che restituisce l’attualità di un artista “intellettuale e popolare” capace come pochi di leggere l’anima civile del Paese.

Un omaggio che unisce parola e immagine

Nel volume, i testi di Felice e Cuna si intrecciano alle tavole di Anderle — già noto per il progetto “Roby il pettirosso” — in un dialogo continuo tra parola e segno.

Le illustrazioni trasformano le atmosfere di canzoni come La libertà, Un’idea, Torpedo blu o Qualcuno era comunista in immagini dal tono poetico e introspettivo, dove il colore sostituisce la musica e il tratto traduce l’ironia malinconica di Gaber.

Il risultato è una sorta di teatro-canzone su carta, capace di fondere memoria e attualità, emozione e pensiero critico. «Svelare la banalità, sollevare il dubbio, invitare ciascuno di noi a una lettura coraggiosa della realtà», si legge nell’introduzione: un manifesto che sembra scritto dallo stesso Gaber.

Gaber, l’artista che parlava all’Italia di se stessa

Nato a Milano nel 1939 e scomparso a Camaiore nel 2003, Giorgio Gaber — con Sandro Luporini — inventò un genere, il teatro-canzone, che univa recitazione, musica e riflessione civile.

Con brani come Il conformista o La libertà seppe raccontare l’Italia del boom e del disincanto, le sue contraddizioni e i suoi sogni, parlando direttamente al pubblico senza filtri ideologici.

Oggi, in un contesto in cui la canzone d’autore sembra spesso smarrire la sua funzione critica, Gaber torna come bussola: una voce libera, “non allineata”, che continua a chiedere al Paese di guardarsi dentro.



Il libro come strumento di riscoperta


Il volume — arricchito da schede sulla discografia e da una playlist su Spotify accessibile tramite QR code — accompagna il lettore in un percorso che è insieme biografico e storico: mezzo secolo di Italia visto da un palcoscenico.

C’è l’ironia, c’è la satira, ma soprattutto c’è la leggerezza come forma di pensiero, quella che Gaber rivendicava contro ogni ideologia.

La pubblicazione si inserisce nella collana “Music & Books” di Edizioni Curci, sempre più attenta al dialogo tra parola, suono e immagine come forma di educazione musicale e civile.

Gli autori: economia, cultura e musica

L’operazione è singolare anche per il profilo degli autori.

Emanuele Felice, professore di Economia della cultura e storia economica all’Università IULM di Milano, è un economista abituato a misurare i legami tra crescita e valori civili. Editorialista di Domani, ha più volte scritto sui cantautori italiani come interpreti del pensiero collettivo.

Luigi Cuna, economista e funzionario presso la Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa a Parigi, unisce formazione scientifica e passione musicale: ex violinista, è già autore con Felice di Voci libere – Storia della canzone d’autore italiana, sempre per Curci.

A completare il trittico, Ernesto Anderle, artista milanese classe 1984, formatosi a Brera, noto per la sua capacità di unire linguaggio visivo e sensibilità narrativa. Le sue tavole, sospese tra disegno e poesia, diventano qui traduzione grafica del pensiero di Gaber.

Gaber oggi: un’eredità che interroga

In un panorama culturale frammentato, l’uscita del libro riporta l’attenzione su una domanda ancora attuale: esiste oggi uno spazio per un artista “civile”, ironico e inquieto come Gaber?

Il Signor G — tra i pochi a trasformare la canzone in pensiero critico — resta un riferimento per chi cerca un linguaggio capace di mettere in discussione, non di rassicurare.

Nel 2025, l’Italia che canta Gaber forse non è la stessa di un tempo, ma è ancora in cerca di una voce che aiuti a pensare. Questo libro, con la sua combinazione di arte, saggistica e memoria, prova a offrirla.