CORTINA D’AMPEZZO (BELLUNO) – Tutti a sognare la neve per i Giochi, ma dalle nuvole nere scende solo la pioggia, sul Comune di Cortina d’Ampezzo. Il giorno dopo lo choc di essersi scoperta un po’ una Suburra della Conca, «ma con gli anticorpi giusti per reagire» rimarca il sindaco Gianluca Lorenzi, la giunta cittadina si riunisce appena dopo pranzo. All’ordine del giorno appaiono alcune delibere di ordinaria amministrazione, finché fuori sacco spunta la solidarietà all’assessore Stefano Ghezze, vittima secondo l’inchiesta dell’Antimafia di Venezia della tentata estorsione da parte dei fratelli Leopoldo e Alvise Cobianchi. «Sono distrutto», mormora il titolare dell’Urbanistica ai colleghi, nel suo andirivieni tra il lavoro in falegnameria e il servizio in municipio, situato a pochi civici di distanza dall’appartamento di corso Italia in cui nella primavera del 2022 avvenne l’incontro per l’offerta (fermamente respinta dall’amministratore) relativa al voto di scambio.
LOCAZIONE TURISTICA
Dalla libreria Sovilla all’edicola della Cooperativa, la strada dello struscio cortinese è lambita dalle locandine di giornata: “Droga e appalti, la mala a Cortina”. Di quel colloquio, propiziato dal deejay Alec Manaigo, restano ora le imposte chiuse di una locazione turistica, all’epoca presa in affitto dall’allora dipendente di Ghezze, preferendo che il faccia a faccia «avvenisse in un luogo privato, lontano da occhi indiscreti, piuttosto che in un bar in cui chiunque avrebbe potuto vederli insieme», annota il giudice per le indagini preliminari Alberto Scaramuzza nell’ordinanza di applicazione delle misure cautelari. «Quella conversazione dichiara il sindaco Lorenzi non ha avuto alcun seguito, Stefano si è comportato da bravo amministratore e noi della giunta gliel’abbiamo detto, adesso che siamo al corrente di quello che è successo. In questi anni l’assessore Ghezze non ci aveva rivelato niente, il che denota un comportamento molto rispettoso da parte sua verso la segretezza dell’inchiesta. Mi dispiace non averlo saputo solo perché così non ho potuto stargli vicino da amico. Quando sono stato minacciato di morte (per la pista da bob, ndr.), aver avuto persone che mi davano una pacca sulla spalla e mi dicevano che c’erano, mi ha aiutato. Lui è comprensibilmente amareggiato. Immagino che, com’è accaduto a me, il timore maggiore sia per la famiglia. Noi ci prendiamo una responsabilità, siamo amministratori pubblici, sappiamo che può succedere. Ma i nostri familiari no: pensiamo alle nostre mogli, ai nostri figli, la paura per loro è la cosa che ci fa più male in assoluto».
POLVERE BIANCA
A meno di quattro mesi da Milano Cortina 2026, i turisti fuori stagione fanno la fila per il selfie davanti all’orologio che scandisce il conto alla rovescia sullo sfondo del campanile, ignari dei fiumi di polvere bianca che stando all’inchiesta da queste parti scorrono ben più del Boite. «Non temo il danno all’immagine dice il sindaco Lorenzi ed anzi spero che questa possa rivelarsi un’opportunità. Cortina ha dimostrato di essere molto controllata, per cui i malviventi devono essere preoccupati, mentre gli ospiti possono stare tranquilli. Quanto alla cocaina, evidentemente la movida porta anche questo, il che è preoccupante dal punto di vista sociale. Gli spacciatori si muovono dove c’è mercato e logicamente Cortina è una piazza molto ambita». Dagli atti del procuratore vicario Stefano Ancilotto e del sostituto Federica Baccaglini, emerge anche una lunga lista di spacciatori e assuntori fra gli addetti di alberghi, ristoranti, pizzerie e bar, impegnati da anni nella compravendita di «palline» e «ricariche» (come venivano definite nel gergo anti-intercettazioni) a 100 euro l’una. Tutti ad aspettarla dal cielo per i Giochi, quando invece la “neve” era qua in terra.