Con la docuserie di Netflix a lei dedicata, Victoria Beckham sembra essersi impegnata molto per abbattere tutte le convinzioni che la ingabbiano da sempre in un’apparenza di algida perfezione e distacco. I retroscena raccontati nelle tre parti del documentario, infatti, non sempre rientrano nell’idea patinata dell’ex Posh Spice che spesso rimbalza dai media. L’intenzione è quella di mettersi a nudo, a partire dal ricordo adolescenziale di una figlia «disperatamente bisognosa di essere amata», e nel ripercorrere «gli alti e bassi» della vita.
Una delle rivelazioni più impressionanti riguarda le sue spese fuori controllo che stavano per far fallire l’azienda di moda, lanciata nel 2008, e il matrimonio con David Beckham. Tanto per dare un’idea degli eccessi cui si spingeva, Victoria ha detto di essere arrivata a spendere 70 mila dollari l’anno solo per le piante, con un dipendente, pagato 15 mila dollari, assunto con l’unico compito di annaffiarle. «Amava le piante», ha commentato amaro David Beckham, che ha anche aggiunto: «Era decine di milioni in rosso. Venire da me e dirmi: “L’azienda ha bisogno di più soldi” è stato difficile per entrambi». La stilista ha confessato di essere ormai consapevole di «aver fatto cose bizzarre»: «Quando ci ripenso inorridisco. La gente aveva paura di dirmi di no. È il potere della celebrità. Le persone pensavano che non fossi abituata a sentirmi dire no».
Quello è stato un periodo molto difficile: «Ho quasi perso tutto. Piangevo ogni giorno prima di andare al lavoro. La situazione peggiorava sempre di più». Anche il marito, che ricorda come all’inizio della loro storia quella ricca fra i due fosse lei, ha avuto paura di essere travolto dai debiti: «Abbiamo esaminato ciò che avevo investito. Mi ha fatto prendere dal panico, ero nel panico perché non vedevo alcun ritorno». Per fortuna si riuscì a salvare l’azienda nel 2017 con l’arrivo di un socio, David Belhassen, che quando scorse i libri contabili e vide le enormi perdite stava quasi per rinunciare all’investimento: «Victoria dobbiamo cambiare tutto, ristrutturare il business, sarà doloroso», ha spiegato nella serie.
Tra le pieghe dei racconti, Victoria ammette anche di aver subito una sorta di pressione psicologica da parte del marito per tornare nelle Spice Girls, nella loro reunion del 2008. Più precisamente si è trattato di un «ricatto emotivo genitoriale», «mum-guilt», come ha detto la stilista. Proprio nel momento in cui la sua attenzione era tutta sulla nuova avventura della moda, Beckham la invitava a riunirsi con le ex compagne: «David mi diceva: “È davvero importante per i bambini vederti fare questo”», facendola sentire male in come madre. Nel documentario l’ex calciatore spiega: «I nostri figli non c’erano quando la loro mamma era una Spice Girl!». E quindi non sapevano che la loro mamma era stata un’icona della musica pop.