“Il presidente Trump continuerà a stringere accordi di pace in tutto il mondo, a porre fine alle guerre e a salvare vite umane”. Lo ha scritto su X Steven Cheung, direttore delle comunicazioni della Casa Bianca, in un post a commento del premio Nobel per la pace 2025 assegnato a Maria Corina Machado. “Non ci sarà mai nessuno come lui in grado di spostare le montagne con la sola forza della sua volontà. Il Comitato per il Nobel ha dimostrato di anteporre la politica alla pace”, ha scritto ancora Cheung. Nel corso della giornata odierna, comunque, lo stesso Donald Trump ha telefonato alla leader dell’opposizione venezuelana per congratularsi per il Nobel per la pace. Lo hanno rivelato fonti al corrente del colloquio, citate da Bloomberg.

La Bbc evoca una “mossa abile” verso Donald Trump

Il Comitato norvegese che ha scelto l’esponente d’opposizione venezuelana e a cui ha conferito il prestigioso premio ha compiuto “una mossa abile e molto delicata”, almeno stando ad un commento della Bbc affidato a Mark Lowen nel quale si parla delle “pressioni senza precedenti di Donald Trump” sull’organismo di Oslo, ma si evidenzia pure come Machado sia una leader “sostenuta dall’amministrazione” Usa attuale. Le pressioni per l’assegnazione del Nobel per la pace a Trump “non sono sicuramente mancate, anche se il Comitato non le rivelerà mai”, ha sottolineato Lowen, ribadendo come la Casa Bianca difficilmente possa contestare il riconoscimento ad una figura di un movimento d’opposizione apertamente “appoggiata dall’amministrazione Trump”. La stessa amministrazione che, proprio di recente con Marco Rubio, ha ribadito di considerare “illegittimo” il governo del presidente del Venezuela, Nicolas Maduro. Altri media britannici, in questo senso, hanno richiamato da parte loro il ruolo di sponsor della campagna pro Nobel per Trump assunto in particolare dal governo Netanyahu, non senza dimenticare le dichiarazioni a favore d’Israele fatte in passato dalla stessa Machado. Il suo partito, nel 2020, aveva sottoscritto un accordo di partnership proprio con il Likud, forza guida della destra nazionalista israeliana che fa capo al premier.

 

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