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Redazione Online

Steven Cheung, il direttore delle comunicazioni, polemizza sulla scelta di premiare María Corina Machado. Trump ha più volte dichiarato di «meritare» il Nobel per la Pace

«Il presidente Trump continuerà a stringere accordi di pace in tutto il mondo, a porre fine alle guerre e a salvare vite umane»: lo ha detto Steven Cheung, direttore delle comunicazioni della Casa Bianca, in un post su X in cui polemizza apertamente con la scelta di attribuire a María Corina Machado il premio Nobel per la pace 2025.  

«Non ci sarà mai nessuno come lui in grado di spostare le montagne con la sola forza della sua volontà. Il Comitato per il Nobel ha dimostrato di anteporre la politica alla pace», aggiunge Cheung. Affermazioni non casuali: Trump ha più volte dichiarato di ambire al premio, anzi di considerarlo doveroso per i suoi sforzi per la risoluzione dei conflitti internazionali. In Medio Oriente, ma non solo. Tra le 338 candidature presentate per il riconoscimento, quest’anno, c’era anche la sua. Non è la prima volta che viene presentata, ma neanche quest’anno ha convinto il comitato che assegna il Nobel. Da qui la polemica di Cheung.




















































Trump e la convinzione di meritare il Nobel per la Pace

Sul Corriere del 10 ottobre, Matteo Persivale ha passato in rassegna le numerose circostanze in cui il leader Usa ha parlato della sua ambizione di conquistare il Nobel per la Pace.

Il presidente non ha mai nascosto di essere convinto di meritarlo, e da tempo: questa sarebbe quindi, per lui, l’ennesima volta in cui viene «derubato» del premio, al contrario di Barack Obama, che è stato premiato nel 2009, appena entrato alla Casa Bianca. 

«La magnifica ossessione di Trump», spiega Persivale, «è cominciata durante il suo primo mandato». Il presidente si è autocandidato per la prima volta il 13 giugno 2018, dopo il vertice di Singapore con il leader nordcoreano Kim Jong-un («Tutti dicono che dovrei vincere il Nobel per la Pace»). Poi è più volte tornato sul tema, come riassume Persivale: «Il 9 settembre 2020 dopo essere stato nominato da un parlamentare norvegese per la mediazione sugli storici Accordi di Abramo, twitta: “Trump candidato al Premio Nobel per la Pace”. Più tardi spiega che “dovrei vincere…perché nessuno ha fatto quello che ho fatto io”. In un’apparizione su Fox News, precisa di meritarselo “assolutamente” per aver posto fine a “guerre infinite”». 

Dopo la rielezione, Trump ha ribadito il concetto più volte: ha detto di meritare il Nobel a febbraio, dopo aver ricevuto il primo ministro israeliano Netanyahu («Merito il Nobel per la Pace, ma non me lo daranno mai»); a giugno, dopo il cessate il fuoco tra India e Pakistan («Avrei dovuto ottenerlo quattro o cinque volte») e a Ferragosto, durante un discorso sugli accordi mediati dagli Usa tra Congo-Ruanda e Azerbaigian-Armenia («Lo merito, ho chiuso sette guerre»). E poi di nuovo poche settimane fa, all’Assemblea generale dell’Onu, quando ha dichiarato: «Tutti dicono che dovrei ricevere il Nobel per la Pace, ho messo fine a sette guerre interminabili». Il 30 settembre è tornato sull’argomento scherzando sul piano di pace per Gaza: «Se funziona, avremo fermato otto guerre in otto mesi. Non male. Riceveremo il Nobel?». Negarglielo, ha detto, sarebbe stato «un grave insulto» agli Usa. L’ultima frecciatina risale all’altro ieri: «Forse troveranno una ragione per non darmelo… Me lo merito per aver fatto ciò che nessuno aveva mai fatto».

I tempi della decisione 

Per sostenere la sua candidatura c’è stata un’intensa campagna di lobbying. Il comitato che assegna il Nobel, composto da cinque membri nominati dal parlamento norvegese, ha però fatto una valutazione diversa.

Per Cheung, come detto, alla pace è stata anteposta «la politica». La questione, almeno per quanto riguarda l’intesa per il cessate il fuoco a Gaza, è però anche di timing. 

La decisione finale del comitato è stata presa lunedì pomeriggio. Il nome della vincitrice del Nober per la pace, dunque, era già stato stabilito diversi giorni prima dell’accordo di pace per Gaza, raggiunto la notte tra mercoledì e giovedì.

La risposta del Comitato del Nobel: «Ci siamo basati su coraggio e integrità»

In risposta alle polemiche sulla mancata vittoria di Trump, il Comitato ha diffuso una nota dai toni netti.

«Nella lunga storia di questo premio», si legge, «abbiamo visto intorno a noi diversi tipi di campagne e di attenzioni. Ma il Comitato siede in una stanza ai muri della quale ci sono i ritratti di chi ci ha preceduto, e ha preso scelte nel nome del coraggio e dell’integrità. Abbiamo operato basandoci su questo. La nostra decisione si basa solo sul lavoro e sulla volontà di Alfred Nobel».

Il video di Putin postato su Truth: «Trump si meritava il Nobel»

Il disappunto di Donald Trump non si è fermato alle prime esternazioni.  Nel pomeriggio, infatti, il presidente ha postato sul suo social Truth un video in cui Vladimir Putin parla sul suo lavoro nel risolvere le dispute e la sua mancata vittoria del Nobel: Trump «sta facendo molto per risolvere le questioni complicate di oggi che persistono da anni o decenni ma non spetta a me dire se meritava il Premio Nobel per la pace». Putin ha ricordato esplicitamente l’impegno di Donald per cercare «di trovare una soluzione anche per il conflitto in Ucraina». A corredo del video, Trump ha voluto aggiungere: «Grazie presidente Putin»

Le parole della vincitrice: «Mai come oggi contiamo su Trump»

Intanto, María Corina Machadofresca di Nobel, ringrazia per il riconoscimento (che attribuisce all’intero popolo venezuelano) e dice di «contare» su Trump, che l’ha chiamata per congratularsi, e sugli Usa: «Siamo alle soglie della vittoria e oggi più che mai abbiamo il presidente Trump, il popolo degli Stati Uniti, i popoli dell’America Latina e le nazioni democratiche del mondo come nostri principali alleati per raggiungere la libertà e la democrazia. Il Venezuela sarà libero!». 

10 ottobre 2025 ( modifica il 10 ottobre 2025 | 18:09)