Tutti i tutti i tipi di bevande alcoliche aumentano il rischio di sviluppare un tumore. Vino incluso, anche se – rivela un’indagine condotta su 600 partecipanti – alla domanda del medico «Consuma alcol?» molti dichiarano di «non bere» ignorando che anche un singolo bicchiere di vino rappresenta invece un consumo alcolico. Il risultato è che l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc) ha classificato l’alcol come «cancerogeno di gruppo 1», al pari di sostanze come il tabacco e l’amianto.

Prevenzione e consapevolezza

Se ne è parlato questa mattina alle Molinette, durante il convegno «Prevenire il Cancro: il ruolo chiave dell’alcol, del fumo e dell’alimentazione». Resta scarsa la consapevolezza del legame tra alcol, alimentazione, movimento e rischio oncologico.

Vi spiego perché un aperitivo accorcia la vita: così l’alcol aumenta il rischio di tumore

ANTONELLA VIOLA

22 Gennaio 2023

“Nessun cambiamento”

La ricerca presentata nell’aula Dogliotti ha evidenziato inoltre un’altra emergenza: anche quando «la popolazione riconosce una correlazione diretta tra alcol e rischio di tumore non modifica i comportamenti di consumo». Peggio: «Un’ampia quota di intervistati – sottolineano alle Molinette – ritiene che diagnosi e prognosi oncologica non dipendano dagli stili di vita», il che evidenzia «l’urgenza di strategie di comunicazione più efficaci».

Diecimila tumori l’anno legati all’alcol

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), in Italia si stimano 10 mila nuovi casi di tumore ogni anno, correlati al consumo di alcol, indipendentemente dal tipo di bevanda alcolica. «Il 42 per cento dei tumori femminili correlati all’alcol – spiegano i promotori del confronto alle Molinette – è associato a un consumo definito «moderato», cioè inferiore ai 20 grammi al giorno, che corrispondono a un bicchiere di vino o a quasi un bicchiere di birra media, o a un bicchierino di superalcolico. «Quantità – sottolineano i medici – considerate spesso erroneamente sicure». Naturalmente, «maggiore è la quantità di alcol consumata, maggiore è il rischio di sviluppare tumori del fegato, della bocca, della laringe, dell’esofago, del colon-retto e del seno».

Le politiche pubbliche

L’alcol ingerito, assorbito dallo stomaco e dall’intestino tenue, entra nel sangue. Fattori genetici, età, peso, massa muscolare e corporea fanno la differenza. Anche il sesso: nella donna i sistemi enzimatici che lo metabolizzano sono infatti meno efficaci. Il convegno promosso alle Molinette ha un doppio obiettivo. «Da un lato – spiegano sempre i promotori – è un richiamo agli operatori sanitari, perché inseriscano sempre la prevenzione e la promozione della salute nei percorsi di cura». Dall’altro parla alle istituzioni, con una richiesta forte ed esplicita: «È necessario potenziare le politiche di sensibilizzazione e regolamentazione del consumo di alcol, esattamente così come già avviene per il tabacco». In Europa, le malattie cardiovascolari, il diabete, le malattie respiratorie croniche e il cancro legato anche al consumo di alcol rappresentano circa il 90 per cento di tutti i decessi e il 70 delle morti premature.