voto
6.5
- Band:
TRIBAL GAZE - Durata: 00:30:00
- Disponibile dal: 17/10/2025
- Etichetta:
- Nuclear Blast
Streaming non ancora disponibile
Cinque anni fa i Tribal Gaze nascevano in Texas come una delle tante giovani realtà votate a una rielaborazione in chiave contemporanea di certo death meta vecchio stampo. Oggi, con “Inveighing Brilliance”, li ritroviamo su Nuclear Blast, a testimonianza di come la band sia riuscita a ritagliarsi rapidamente uno spazio all’interno del moderno panorama a stelle e strisce. Non un’ascesa clamorosa né frutto di stravolgimenti stilistici, ma il percorso lineare di un gruppo che sinora ha scelto la coerenza come propria bussola, alla ricerca di un linguaggio che vive di impatto immediato più che di sottigliezze.
I Tribal Gaze vengono spesso etichettati come death metal, ma in realtà questa definizione coglie solo una parte del quadro. È vero, i suoni sono duri, le chitarre ruvide, dei riff paiono presi di peso dal repertorio degli Obituary e l’impatto complessivo richiama certa tradizione estrema, ma, a ben vedere, la spina dorsale della proposta dei ragazzi affonda le radici altrove: hardcore, groove metal e quell’attitudine da pit che richiama tanto i classici Hatebreed e i Sepultura di metà anni Novanta, quanto l’irruenza di moderni alfieri di questo tipo di crossover. come Xibalba, Kruelty o Terminal Nation. Rispetto a questi ultimi, i texani scelgono però un linguaggio meno sfaccettato, puntando sulla semplice forza d’urto piuttosto che sulla ricerca di soluzioni laterali e sviluppi frenetici e ingegnosi.
Il disco risulta difatti costruito perlopiù su riff basilari, di quella semplicità che punta all’impatto immediato. Non sempre, però, l’obiettivo viene centrato: in certi momenti la linearità sconfina nel dozzinale, generando alcuni brani che scorrono senza lasciare molto dietro di sé. È il limite di una scrittura che non sempre riesce a trasformare l’essenzialità in potenza evocativa: laddove un giro potrebbe spaccare in chiave mosh, talvolta si riduce a una figura piatta, reiterata senza particolare guizzo.
Va detto, comunque, che “Inveighing Brilliance” nel suo insieme non risulta un lavoro completamente scadente: la band possiede un piglio che traspare con forza, probabilmente affinato attraverso la costante attività dal vivo. Nei momenti migliori, la combinazione di groove secco e bordate più possenti riesce a convincere, restituendo l’energia di un gruppo giovane e in cerca di un proprio stile. In qualche frangente affiorano persino soluzioni più avvitate, che ricordano i Cannibal Corpse del nuovo millennio: lampi di un lato tecnico che, se sviluppato, potrebbe arricchire in futuro la tavolozza.
Più che un traguardo compiuto, “Inveighing Brilliance” sembra dunque un passaggio intermedio, il parziale consolidamento di una formula che ha ancora bisogno di essere del tutto limata. Del potenziale per crescere, almeno un po’, pare esserci, soprattutto se i Tribal Gaze sapranno capitalizzare l’esperienza che di certo matureranno nei prossimi tour. Per ora, il giudizio resta sospeso: un lavoro dignitoso, a tratti godibile, che conferma la solidità della band, ma non la eleva ancora oltre la massa dei tanti interpreti del crossover metal/hardcore contemporaneo.