Il campionato del mondo di MotoGP non è ancora finito, ma la lotta per il titolo iridato si è già conclusa a favore di Marc Marquez, che al suo primo anno in sella alla Ducati si è aggiudicato il settimo titolo mondiale della sua carriera nella classe regina, eguagliando il record di Valentino Rossi. Un traguardo raggiunto a Motegi dopo un lungo calvario iniziato nel 2020 con la Honda, quando un infortunio al braccio destro lo costrinse a non prendere parte a quella stagione.
Come se non bastasse, dopo tre interventi chirurgici, nel 2022 lo spagnolo fu vittima di un altro infortunio, in questo caso all’omero. Terminata l’esperienza in Honda a fine 2023, Marquez firmò per il team Gresini lo scorso anno, per poi tornare ai vertici del Motomondiale con la Ducati ufficiale in un campionato dominato, ma ancora interrotto anzitempo per un infortunio alla clavicola nell’ultima gara in Indonesia.
Da molti appassionati, per i risultati raggiunti e per lo stile di guida, Marquez è ritenuto il pilota più forte, così come il compianto Ayrton Senna nel panorama della Formula 1. Due piloti che sono stati paragonati da Carlos Sainz, attualmente in Williams dopo una parentesi in Ferrari: “Mi sono già congratulato con lui, perché ha avuto un anno fantastico e gli ho dato il merito per la rimonta che ha fatto nella sua carriera – ha commentato Sainz al podcast El Partidazo di COPE – Marquez è l’Ayrton Senna della MotoGP. È solo che, per come lo stiamo vivendo ora, non ce ne siamo resi conto. Il giorno in cui si ritirerà, e con il passare degli anni, tutti ricorderanno Marc Marquez come la cosa più vicina a ciò che è stato Ayrton Senna in Formula 1″.