voto
6.5
- Band:
ARMOURED KNIGHT - Durata: 00:33:44
- Disponibile dal: 17/10/2025
- Etichetta:
- Dying Victims Productions
Streaming non ancora disponibile
Il fatto che una band chiamata Armoured Knight arrivi dal Cile è un indicatore perfetto della musica che si troverà su “The Quest For The Sacred Melody”, il debut di un quartetto forgiato nell’acciaio degli Helloween e del primissimo speed/power metal di fine anni Ottanta.
Nati nel 2009, dopo numerosi cambi di formazione, il quartetto capitanato dal chitarrista Cristian León dimostra sin dalla prima “Wielders Of Dark Wisdom” un amore smisurato per tutta quella corrente in bilico fra speed e melodia sopracitata: si sentono echi di Savage Grace qua e là, come nella cadenzata “Endless Light”, uno dei brani più apprezzabili del lotto.
Non gioca a favore dei nostri, però, la produzione volutamente grezza e sporca, che rende qua e là difficile concentrarsi sulla bellezza dei riff e dei tempi ovviamente quasi sempre con un quattro quarti serratissimo. Nonostante questo, brani come “Oath of The Sacred Melody”, coadiuvati da inserti di tastiere, riescono comunque a farci sorridere muovendo la testa a tempo, sicuramente dando a merito alla sezione ritmica composta da Christopher Falk al basso e Mario Vera alla batteria, capaci di inserire qua e là anche dei passaggi più complessi.
Il cantante, José Tapia, imita palesemente il Kai Hansen di “Walls Of Jericho”, pur non riuscendo ad arrivare alle sue note se non con un po’ di fatica, ma anche lui ce la mette tutta per regalarci momenti memorabili, come sui primi brani del disco e sulla conclusiva “Guardians Of The Stargate”, che con il suo speed epico rende il cantante una specie di sacerdote e cantore della bellezza dell’heavy metal.
Nonostante l’album duri solamente mezz’ora, il sound degli Armoured Knight resta fisso in testa e non può lasciare indifferenti, anche per la volontà di voler cavalcare la cosiddetta ‘New Wave of Traditional Heavy Metal’.
Ma, come detto sopra, sporcare così tanto la produzione apposta, al fine di ricreare quelle specifiche sonorità delle band a cui si fa riferimento, non gioca a favore di “The Quest For The Sacred Melody”, che ha sì degli spunti interessanti, ma che richiedono molto tempo per essere individuati in tale confusione.
Si tratta di un album sicuramente da recuperare se amate alla follia queste sonorità, ma per quanto riguarda il modo in cui la musica è presentata, sonoramente parlando, sarebbe stato meglio fare uno sforzo in più.