William Watters non è soltanto un ragazzo di quindici anni con un sogno grande quanto una cucina stellata. È il giovane cuoco che ha trasformato la passione di una vita in un piccolo miracolo di carta e ricette, pubblicando il suo primo libro di cucina prima ancora di terminare il percorso scolastico. Si fa chiamare sui social Williamtheminichef, e il nome non inganna: tra grembiuli bianchi, burger perfetti e paste appena sfornate, William racchiude in sé l’entusiasmo di chi cucina con le mani e con il cuore.

William Watters 

«Quando al food festival le persone venivano da me dicendo quanto gli fosse piaciuto il mio demo e che avrebbero comprato il libro, è stata una sensazione incredibile», racconta William a BBC con il sorriso di chi non si aspetta di essere già un punto di riferimento, eppure lo è. Non è solo una questione di bravura ai fornelli: è la combinazione di talento, curiosità e un’intraprendenza rara per un ragazzo della sua età. William, affetto da una complicazione cardiaca di natura patologica, ha scelto di destinare un pound per ogni copia venduta alla Gloucester-based charity Heart Heroes. La cucina diventa così gesto di generosità e attenzione agli altri, un segnale luminoso che il suo talento non si limita al piatto, ma si estende anche alla responsabilità sociale. Il libro raccoglie ricette che William ama cucinare a casa, piatti semplici ma calibrati con precisione, curati con meticolosità da chi conosce l’importanza del dettaglio. Dalla preparazione dei cookie ai classici “toad in the hole”, passando per hamburger artigianali e pollo in varianti comfort, il volume non è solo un manuale di cucina: è un racconto di quotidianità, una finestra su una passione coltivata sin dall’infanzia. «Quando cucinavo, sentivo che era ancora più bello assaporare qualcosa che avevo fatto io», racconta William. «Volevo pubblicare il libro così che altre persone potessero preparare piatti buoni, come quelli che preparo io».

William Watters BBC@BBC

La storia di William al di là del libro ha il ritmo e la leggerezza di un racconto di formazione: dai primi passi in cucina insieme a sua madre Sharon, che lo ha introdotto ai sapori casalinghi, alle esperienze ai food festival del sud-ovest dell’Inghilterra. Sharon ricorda ancora quei momenti: «Ho sempre cucinato a casa e lui ha sempre partecipato, aiutandomi. È un piacere vederlo così appassionato». E William, con la sua determinazione, ha trovato nei festival un piccolo palcoscenico dove sperimentare, sbagliare e imparare. «Ho fatto demo a Bristol e Exeter», racconta. «Facevo burger e la gente li apprezzava, era divertente e stimolante». Ogni ricetta del libro non è stata buttata giù di fretta. William ha pesato, testato, assaggiato, riscritto, fino a essere sicuro che ogni piatto fosse preciso e replicabile. Dietro la semplicità apparente si nasconde una disciplina che sorprende chi conosce solo il lato giocoso della gioventù. Il libro, scritto e impaginato sul computer di casa, diventa così un piccolo manifesto di metodo e passione: nulla è lasciato al caso, ma tutto conserva l’entusiasmo di chi cucina per piacere, per curiosità, per amore dei sapori.

William Watters 3 

Il progetto ha un sapore di futuro. William sogna di diventare un head chef conosciuto e ha già le idee chiare su come arrivarci: studiare a Bath e fare un apprendistato in un ristorante della città. Non è solo ambizione fine a se stessa, ma un percorso concreto, costruito passo dopo passo, piatto dopo piatto. La sua passione si traduce in gesti concreti: la cura nella selezione degli ingredienti, l’attenzione alla cottura, la voglia di condividere ciò che sa con chiunque voglia imparare. E mentre parla dei suoi piatti preferiti, si percepisce la gioia semplice di chi cucina come rifugio e piacere, non come obbligo. «C’è il burger, i cookie, gli Yorkshire pudding, il pollo… è cibo casalingo, quello che ti fa sentire bene», dice. Non servono effetti speciali o tecniche da scuola di cucina: la magia è nella concretezza, nella bontà che si riconosce al primo assaggio, nella familiarità dei piatti che raccontano casa, famiglia e cura. Dietro ogni gesto di William c’è anche un messaggio più grande: sostenere chi ha bisogno. La donazione a Heart Heroes, la charity che lo ha aiutato, non è un gesto simbolico, ma parte integrante della sua filosofia. Cucina e altruismo si intrecciano, dimostrando che la passione può trasformarsi in impatto reale, anche a quindici anni. Ogni copia venduta diventa un contributo, un piccolo atto che rende il piacere di cucinare ancora più significativo.

William Watters DISH 

Le foto di William lo ritraggono tra fornelli e piatti, grembiule bianco, sorriso aperto, occhi attenti a ogni dettaglio. Una immagine lo mostra con un piatto di pasta, in piedi davanti a una porta, orgoglioso e concentrato; un’altra lo vede con un piatto di carne e verdure, con la salsa lucida e perfetta. Sono scatti che parlano di passione, impegno e la meraviglia di un talento in crescita. Il legame con la madre è evidente in ogni gesto: Sharon non ha solo insegnato a cucinare, ma ha trasmesso il piacere di stare ai fornelli, di assaporare i piatti fatti in casa, di condividere il cibo come momento di incontro. «Sono molto orgogliosa di lui», racconta Sharon. «Ha un’ambizione chiara e ci crede sempre, e il fatto che voglia sostenere una charity che lo ha aiutato lo rende ancora più speciale». La famiglia diventa così parte della narrazione: la cucina non è solo un talento, ma un filo che unisce generazioni, esperienze e valori.

William Watters 2 

In un panorama dove spesso i giovani sono visti come spettatori dei grandi chef, William emerge per ciò che è: un protagonista della propria storia, un ragazzo che ha trasformato una passione in un piccolo capolavoro editoriale. Trentacinque copie vendute finora sono solo l’inizio: ogni burger cucinato, ogni Yorkshire pudding tirato fuori dal forno, ogni demo nei festival racconta una traiettoria chiara, fatta di entusiasmo, lavoro e determinazione. Il suo libro è più di un insieme di ricette. È la dichiarazione di un ragazzo che vuole cucinare, imparare e condividere, senza fretta, senza ostentazione, con calore e attenzione. È un invito a riscoprire il piacere del cibo casalingo, quello che non si limita a nutrire, ma che racconta storie, crea legami, e trasmette gioia. William Watters ha già iniziato a scrivere il proprio futuro: un futuro fatto di fornelli, ingredienti scelti, piatti testati con cura, e la certezza che la passione, quando è autentica, non ha limiti di età.