Cosa resta di Gaza dopo due anni di bombardamenti israeliani? Quante sono le vittime accertate? Com’è cambiata la vita dei palestinesi? Sono le domande a cui ha risponde l’Ispi – L’Istituto per gli studi di politica internazionale – radiografando la condizione di una terra in macerie che oggi vede il primo, reale concreto spiraglio di pace. Dopo l’accordo tra Israele e Hamas il governo di Netanyahu ha approvato il piano per il rilascio di tutti gli ostaggi e le Idf hanno iniziato a ritirare le truppe dalla Striscia secondo le linee di schieramento concordate. A Khan Younis, nel sud della Striscia, stanno rientrando i gazawi sfollati. Cosa troveranno? “Nella Striscia la distruzione è diffusa – scrive l’Ispi nel suo dossier – La crisi umanitaria rimane gravissima”.
I soldati israeliani a Gaza dopo l’accordo tra Israele e Hamas
Le vittime nella Striscia di Gaza
Il pogrom di Hamas in Israele, l’incursione e il massacro compiuto dai miliziani fondamentalisti il 7 ottobre 2023, aveva provocato 1.195 morti (circa il 70% civili). La “risposta” israeliana ha causato ormai oltre 67.000 vittime nella Striscia. Ancora nelle ultime 24 ore tra il 9 e il 10 ottobre 2025 sono arrivati negli ospedali della Striscia 17 morti e 71 feriti, ha spiegato il ministero della Sanità: il bilancio complessivo delle vittime dall’inizio della guerra, dal 7 ottobre 2023, è di 67.211 morti e 169.961 feriti.
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L’azione militare lanciata da governo di Tel Aviv ha provocato oltre 6mila morti al giorno nei primi tre mesi dell’offensiva: a questa iniziale fase di guerra, spiega l’Ispi, è seguita una seconda stagione molto più lunga di relativa “stabilizzazione”, con circa mille-2mila vittime al mese. A partire dall’estate 2025, invece, la tendenza si è invertita e il bilancio è tornato pesantissimo: luglio e settembre sono stati i mesi più sanguinosi, con circa 4.000 morti ciascuno, “diretta conseguenza delle operazioni di terra e degli incessanti bombardamenti nella Striscia”.
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Le case devastate e circa 1,9 milioni di sfollati
Circa la metà degli edifici nella Striscia “è stata distrutta o ha subito danni elevati” e oggi è inagibile, scrive l’Ispi. Se si includono le abitazioni che hanno riportato “danni moderati o possibili”, arriviamo a oltre tre edifici su quattro bombardati e colpiti dall’esercito israeliano. “La devastazione delle infrastrutture della Striscia ha seguito un trend più costante e sistematico rispetto a quello delle perdite umane. Ciò è dovuto anche ai frequenti ordini di evacuazione delle autorità israeliane nel corso delle operazioni militari”. Il risultato: circa 1,9 milioni di abitanti della Striscia di Gaza, cioè oltre il 90% della popolazione, sono stati costretti a sfollare almeno una volta e spesso più volte.
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Il report sulla carestia
“Le condizioni alimentari della gran parte della popolazione di Gaza restano drammatiche, e in certe aree della Striscia persino disperate”, scrive l’Ispi. Secondo il rapporto dell’Integrated Food Security Phase Classification circa il 25% degli abitanti della Striscia vive in “condizioni alimentari catastrofiche, ovvero in carestia, in particolare nella metà settentrionale della Striscia”. Malgrado tra agosto e settembre si sia registrato un aumento degli ingressi di aiuti alimentari, “la situazione in diverse aree rimane estremamente grave”. Dalla ripresa delle ostilità da parte di Israele a marzo 2025, dopo la tregua per la riconsegna degli ostaggi da parte di Hamas, gli ingressi di aiuti sono stati prima completamente bloccati e poi tenuti a livelli “largamente insufficienti” per quattro mesi consecutivi. La consegna degli aiuti, dice il report dell’Ispi, è poi ripresa in misura maggiore ad agosto e settembre.