Crede che un profumo possa racchiudere l’essenza di ciò che siamo senza dire nulla?
«Spero di sì, sarebbe bellissimo. E credo che quando senti un profumo, ti porta in un luogo. Anche se non ci sei mai stato, pensi inevitabilmente a un posto».
Ha delle abitudini legate al profumo?
«Lo spruzzo su tutto il corpo prima di vestirmi perché adoro il fatto che faccia parte della mia giornata e che non siano solo i miei vestiti ad avere quell’odore. Non so se sia davvero il modo migliore, ma per me funziona e mi piace indossarlo tutti i giorni».
Una fragranza può essere connessa alle emozioni, ai ricordi e persino all’arte. Se questa fragranza fosse una canzone del suo repertorio, quale sarebbe?
«Spero che non sia un cliché ma sarebbe il mio brano Rare. È uno dei motivi per cui questo marchio esiste. Il testo di quella canzone, parla di qualcuno che è sicuro di sé ma è non odioso. Ha una solida sicurezza per la quale non serve essere pomposi ed esagerati per ottenere un risultato».
Qual è la chiave del suo successo?
«Credo che risieda in più cose, autenticità e l’affrontare tutto con i piedi per terra, sapendo che la tua vita non è migliore di quella degli altri, né è peggiore, è semplicemente la tua vita. Penso che ci sia una parte di me che diventa spesso insicura, ma la gratitudine, l’essere sempre puntuali e trattare tutti come si vorrebbe essere trattati, mi aiuta».
In questo affollato mondo dei profumi come ha scelto gli ingredienti per renderlo unico e diverso?
«Non l’ho fatto. Nulla per me è una competizione. Penso che sia semplicemente importante partecipare alla conversazione. Non sono partita dai profumi già esistenti, annusati, per poi crearne uno mio. Questo processo mi avrebbe confuso. Non mi importa che alcuni dei suoi ingredienti sono presenti in altri profumi. Penso che ci sia spazio per tutti. Non mi piace assolutamente nessun tipo di competitività. Il profumo di ognuno ha un odore perfetto per chi lo indossa».
Il suo primo ricordo legato al profumo?
«Probabilmente quello di mia nonna, profumava di Aqua Net, che era la lacca per capelli, mescolata a un leggero accenno di rosa».
Cosa aveva in mente quando ha creato il brand Rare Beauty?
«Pensavo a tutti. Fin dall’inizio avevo in mente di costruire una community. I membri del nostro team ci tengono alle persone, ai fan, ai consumatori, a chi acquista i prodotti per la prima volta o a chi li riacquista. Facciamo il possibile affinché sia un’esperienza piacevole. Ci sono un milione di modi per far sembrare cool un marchio di trucco, ma volevo che il mio fosse per tutti. Volevo che tutti si sentissero visti e ascoltati e che sapessero di essere importanti».
C’è un’occasione speciale in cui consiglierebbe di indossare il suo nuovo profumo?
«Il primo giorno di scuola. So che mia sorella è molto emozionata all’idea. O per un appuntamento. O anche dopo la doccia, per un po’ di freschezza in più, io lo faccio sempre».
In che modo questa fragranza continua la storia di Rare Beauty?
«Come marchio non ci concentriamo mai sul cercare di stare al passo con le tendenze, vogliamo sempre solo sapere qual è il percorso giusto per Rare. Ci deve sempre essere un significato dietro quello che facciamo, altrimenti non mi interessa. Questo è esattamente il motivo per cui la fragranza era così importante: non volevo che fosse qualcosa che le persone si sentissero in dovere di acquistare. Ma doveva far sentire bene con se stessi, aiutare ad aumentare la propria sicurezza, incoraggiare, e non solo ad apparire più belli. Con il capito della fragranza vorrei che le persone amassero e apprezzassero davvero i profumi e qualsiasi cosa significhino per loro. La maggior parte dei marchi inizia prima con il profumo, poi passa al resto. Io ho fatto il contrario».