Edoardo Leo parla della sua profonda convinzione, maturata in tanti anni di cinema e teatro, che l’arte non sia mai solo intrattenimento. Anche quella più popolare o leggera, sebbene a volte rimanga a livello emotivo e non cosciente, ha il potere di migliorare le persone. Nei momenti difficili, per lui, l’arte diventa una cura, una medicina. Leo sottolinea come, in situazioni di felicità, una poesia o una canzone, anche molto antica, possano amplificare le emozioni, mentre nei momenti di dolore l’arte aiuta a condividere e sostenere quel dolore.
Con questa filosofia Edoardo Leo ha interpretato e prodotto «Per te» (in uscita nelle sale dal 17 ottobre dopo l’anteprima alla Festa di Roma e ad Alice nella Città), lavorando con Alessandro Aronadio per la terza volta. Il film affronta un tema delicato e drammatico: l’Alzheimer precoce che ha colpito Paolo Piccoli, un uomo di Concordia Sagittaria (Venezia), costretto a vivere in una Rsa nel pieno della vita, circondato dall’amore della moglie Michela Morutto e dei figli Mattia e Andrea, nonostante la progressiva perdita della memoria e dell’identità.