di
Simona Marchetti
La teoria nell’edizione aggiornata del libro «Ozzy la storia» di Ken Paisli, in uscita il 6 agosto. Il bassista Geezer Butler: «Non ero preparato a vederlo così fragile»
Mercoledì 30 luglio Birmingham saluterà per l’ultima volta il figlio prediletto, Ozzy Osbourne, con un corteo pubblico che, percorrendo Broad Street, raggiungerà il Black Sabbath Bridge e anticiperà il funerale che si terrà invece in forma privata. Nelle ultime ore stanno però emergendo nuovi, inquietanti dettagli sul decesso del frontman dei Black Sabbath, scomparso lo scorso 22 luglio, a poche settimane dal suo ultimo concerto, in circostanze ancora tutte da chiarire. Se infatti il post con cui la famiglia di Ozzy ne annunciava la morte si limitava a dire che se n’era andato «circondato dall’amore», ma senza alcun riferimento al luogo o ai motivi del decesso, lo scrittore e giornalista Ken Paisli sostiene invece che Osbourne potrebbe essersi sottoposto all’eutanasia. «Da buon ipocondriaco ha sempre detto che più che di morire aveva il timore di soffrire, come aveva visto soffrire ai tempi suo padre negli ultimi giorni in ospedale, e questo credo non sia accaduto», scrive non a caso l’autore neozelandese in un passo dell’edizione aggiornata del suo libro Ozzy la storia (pubblicato nel 2020) in uscita il prossimo 6 agosto.
Un’ipotesi – quella della morte non naturale – tutt’altro che inverosimile, visto che già due anni fa, in un’intervista a Rolling Stones, era stato lo stesso cantante a parlarne («Mi piace l’idea che se si ha una malattia terminale, si può andare in un posto in Svizzera e fare le cose in fretta. Ho visto mio padre morire di cancro»), mentre addirittura nel 2007 era stata la moglie Sharon a rivelare che lei e il marito erano assolutamente favorevoli all’eutanasia, tanto da aver stretto una sorta di patto. «Abbiamo elaborato un piano di suicidio assistito in Svizzera se mai dovessimo avere una malattia che colpisce il nostro cervello – aveva infatti detto la signora Osbourne al Mirror – . Se Ozzy o io dovessimo ammalarci di Alzheimer, è fatta: ce ne andremmo. Abbiamo riunito i ragazzi intorno al tavolo della cucina, abbiamo detto loro le nostre volontà e tutti le hanno accettate». Un piano confermato poi nel 2023, in una puntata del podcast The Osbournes, quando sempre Sharon aveva raccontato che lei e Ozzy si sarebbero rivolti all’organizzazione svizzera Dignitas per il suicidio assistito, nel caso in cui uno dei due dovesse soffrire di demenza.
Non bastasse, ad avallare l’ipotesi eutanasia ci sarebbero anche altri indizi: prima di tutto la malattia del Principe delle Tenebre che soffriva sì di Parkinson, ma secondo ancora Paisli non era allo stadio finale. E poi ci sarebbe quella strana foto pubblicata sui canali social di Ozzy il giorno prima della morte, scattata il 5 luglio scorso fuori dal camerino del concerto a Birmingham, dove appariva la scritta «The Final Show», ovvero «Lo spettacolo finale». Uno scatto che, sempre lo scrittore, ha definito nel libro «profondamente simbolico» proprio per la rapidità con cui è poi sopraggiunto il decesso del cantante, come se lui fosse consapevole che quello sarebbe stato realmente il suo ultimo concerto. Dubbi che potrebbero forse trovare una spiegazione definitiva in Last Rites (ovvero, gli ultimi riti), la biografia ufficiale scritta dallo stesso Osbourne (che l’aveva annunciata il 10 luglio), in arrivo il prossimo 7 ottobre.
Nel frattempo si susseguono i ricordi del cantante e l’ultimo in ordine di tempo è stato Geezer Butler che ha affidato alle colonne del London Times il suo omaggio a Ozzy. «Per me, non era il Principe delle tenebre, semmai era il Principe delle risate – ha detto il bassista dei Black Sabbath – . Avrebbe fatto qualsiasi cosa per strappare una risata, era un intrattenitore nato. Al concerto non ho realizzato che sarebbe stata l’ultima volta che avrei visto Ozzy. Sapevo che non era in buona salute, ma non ero preparato a vedere quanto fosse fragile. È stato aiutato a entrare nella sala prove da due assistenti e un’infermiera e usava un bastone: essendo Ozzy, il bastone era nero e tempestato di oro e pietre preziose. Non ha detto molto, oltre ai soliti saluti e quando ha cantato, è rimasto seduto su una sedia. Era davvero tranquillo rispetto all’Ozzy di un tempo». L’unico rammarico di Butler riguarda proprio lo show di Birmingham. «Tony gli ha stretto la mano, io gli ho regalato una torta, ma è stata una sensazione davvero strana concludere la nostra storia in quel modo. Avrei voluto avere più tempo a disposizione nel backstage con Ozzy, ma ormai i desideri sono superflui».
29 luglio 2025
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