di
Marco Vigarani

Il dialogo con Gianni Valenti e Giovanni Floris: «Ronaldo resta il più grande giocatore che abbia mai allenato ma chiesi di mandarlo via dal Real Madrid. In Italia ormai insegnano tutti la tattica ma nessuno conosce la tecnica e i risultati della Nazionale si vedono»

Due giornalisti e una leggenda della panchina, insieme sul palco di un teatro. Sono gli ingredienti insoliti e vincenti che ieri, 10 ottobre, hanno dato vita al Teatro Sociale a «Una panchina per due» che ha avuto come protagonisti Fabio Capello e Giovanni Floris, accompagnati nella loro chiacchierata da Gianni Valenti, vicedirettore vicario della Gazzetta dello Sport e direttore scientifico del Festival. Un evento sorprendente in cui l’ex calciatore e allenatore si è aperto senza freni, stuzzicato dal confronto con Floris, formalmente un suo collega visto che in possesso del patentino Uefa B.

Un commento sulla nazionale azzurra

«Il primo consiglio che voglio darti è iniziare a lavorare nei settori giovanili — ha detto Capello, rivolgendosi al noto giornalista e conduttore televisivo — perché ho visto troppi allenatori partire da un livello per il quale non erano pronti. Ad esempio Pirlo con la Juventus. Nei settori giovanili comprendi tutte le difficoltà, a partire dai genitori che sono il primo problema visto che spesso pensano di avere in casa dei fenomeni. Servirebbe sempre un cinema vicino al campetto per mandarli a guardare un film». E con Floris a ricordare la sua passione per la Roma (aveva tavoli a tema giallorosso al suo matrimonio) ma anche quanto sia cambiato il mondo rispetto a quando si giocava tutti a calcio rispetto all’attualità che vede scuole calcio con rette da 1.000 euro, ecco servito un assist prezioso a Capello che non si è trattenuto: «In Italia ormai insegnano tutti la tattica e nessuno conosce la tecnica. I risultati della Nazionale sono davanti agli occhi di tutti. Ho un invito per i genitori in sala. Se avete figli di 11-12 anni e allenatori che vogliono impartire loro degli schemi dovete farli licenziare».



















































Ronaldo il fenomeno

Schietto, senza peli sulla lingua, l’ex allenatore ha proseguito raccontando le fondamenta del suo lavoro: «Devi capire quali sono i tre tipi di leader in squadra. Quelli in campo che trascinano con l’esempio come Baresi e Maldini, quelli in spogliatoio che hanno grande carisma anche se giocano poco ma soprattutto quelli negativi che trascinano gli scontenti. Ad esempio Ronaldo al Real Madrid: pesava 94 kg, faceva festa tutte le sere così a un certo punto ho chiesto al presidente di mandarlo via. E resta il più grande giocatore che abbia mai allenato».

«Cassano e Seedorf mi hanno fatto arrabbiare»

Si è arrivati così al momento succoso dei ricordi individuali, quelli positivi quanto quelli negativi. Senza che Capello si sottraesse a nulla: «Riva e Batistuta sono stati quelli che mi hanno impressionato di più per come calciavano: ce ne fossero oggi di attaccanti così! Bati non dribblava ma sui cross chiamava il gol ancora prima di colpire il pallone. Quelli che mi hanno fatto arrabbiare? Su tutti Cassano, ma mi dispiaceva pure vederlo così perché sotto certi punti di vista era anche più forte di Totti. Anche Seedorf però mi fece infuriare quando iniziò a dare più indicazioni di me in spogliatoio: gli diedi la mia giacca e uscii dallo spogliatoio. Papin? Era fortissimo ma forse per lui San Siro era troppo».


Vai a tutte le notizie di Trento

Iscriviti alla newsletter del Corriere del Trentino

11 ottobre 2025