Si apre il fine settimana, e contestualmente si riaprono le porte del nostro spazio dedicato al mondo dell’editoria. È una tradizione che va consolidandosi da sempre più tempo quella che, nei giorni di sabato e domenica, permette a lettori e lettrici di affacciarsi, da queste pagine, verso le novità più interessanti che trovano posto sugli scaffali delle librerie.
Una visuale ampia e panoramica quella che, la domenica, mette sotto la lente d’ingrandimento i libri più interessanti della settimana, una selezione di quattro titoli usciti nelle ultime settimane e che attinge a generi differenti, nel tentativo di rivolgersi a un pubblico variegato e dai gusti più disparati. Il sabato lo zoom aumenta, permettendo di dare uno sguardo molto ravvicinato a un libro nello specifico. E questo è possibile grazie all’ausilio dell’autore o dell’autrice che ne ha curato la nascita, la crescita e lo sviluppo. Come nel caso di “Amata” di Ilaria Bernardini, o ancora di “Tutto il mio folle amore” di Francesco Carofiglio.
Oggi il palcoscenico è tutto per una novità editoriale che riporta in scena un personaggio che ha esordito soltanto un anno fa, nel 2024, con “Assenza da giustificare“. Parliamo Alina Mari, protagonista di “Certa gente non dimentica”, libro firmato da Alessandra Acciai e pubblicato da Piemme. Una nuova indagine dalle tante sfumature, che l’autrice stessa ci ha raccontato.
CERTA GENTE NON DIMENTICA, TRA INDAGINI, AMORE E TANTE DIFFICOLTÀ
Ciao Alessandra, lascio subito a te la parola per le presentazioni di rito: cosa troviamo in “Certa gente non dimentica”?
“La risoluzione di un’indagine. Il superamento di una difficoltà fisica molto grave che, in seguito a un incidente, la protagonista si trova a dover affrontare. Personaggi che sono persone vere con le loro contraddizioni di personalità e di relazioni. Una profonda, particolare e complessa storia d’amore. Un cane molto umano. Una Roma meravigliosa e disturbante. Mi auguro niente di convenzionale o troppo scontato.”
La storia è un giallo (anche complesso da sbrogliare) e ha uno peso specifico nell’economia del racconto, per quanto in alcuni frangenti pare voglia cedere il passo ai personaggi, al loro essere, al loro sentire. Sbaglio?
“La complessità della storia gialla va di pari passo con quella dei personaggi coinvolti. Approfondire le loro personalità equivale a far affiorare le motivazioni profonde e distorte che spingono un individuo a commettere qualsiasi tipo di delitto. Comprendere quindi le loro reazioni a sentimenti come l’invidia, la rabbia, l’umiliazione, il fallimento. Tutti i personaggi di questo libro che la mia protagonista incontra potrebbero essere colpevoli. Hanno tutti provato un’emozione devastante e brutale. Ma solo uno di loro ha seguito l’istinto peggiore, e ha commesso l’omicidio. Si, l’indagine umana è quello che stimola e mi diverte di più.”
Senza andare in rivelazioni ad alto contenuto di spoiler, alcuni “maltrattamenti” verso i tuoi personaggi hanno portato secondo me in evidenza problematiche sociali che spesso viaggiano sottotraccia (carrozzina-barriere architettoniche, questa parentesi verrà tolta poi in pubblicazione). Era un elemento già pensato dall’inizio oppure è un’idea nata in corso d’opera?
“Dal momento che ho preso la decisione di far accadere a Alina Mari l’incidente è stato un elemento che ho preso subito in considerazione. Sono sensibile alle problematiche sociali: tutti ogni giorno siamo esposti alla violenza, all’omofobia, all’ingiustizia, al disagio esistenziale spesso dovuto al mal funzionamento delle istituzioni così anche i miei personaggi non ne sono esenti. E senza voler fare un trattato o porre soluzioni cerco di raccontare come spesso ci troviamo a subire queste difficoltà e cerco di raccontare il punto di vista della protagonista che certamente coincide con il mio.”
UN GRADITO RITORNO CHE SPINGE A GUARDARE AL FUTURO
Siamo di fronte a un ritorno, essendo questa la seconda avventura dell’ispettrice Alina Mari. C’è stata una maggiore consapevolezza nell’affrontare questa nuova storia?
“Si. Prima di tutto perché avevo poco tempo, una data di scadenza per la consegna e un editor , Ambrogio Arienti, che mi ha affiancato sostenendomi e consigliandomi. Questo secondo libro è stata una magnifica ossessione. Ho scritto prima di iniziare un trattamento dettagliato che in corso di scrittura ho tradito , non tanto, e ampliato, moltissimo. E ho dato, rispetto al primo, più attenzione allo stile e alla scrittura che al flusso di coscienza.”
Qual è stato (se c’è stato) il momento più complesso nel lavorare a questo racconto?
“Capire come scrivere nell’economia della storia l’incidente di Alina. Gestire la trama gialla, come hai giustamente notato anche tu, complessa, e gli accadimenti gravi sia da un punto di vista psicologico sia fisico della protagonista. Alla fine, però, sono fra le pagine che amo di più.”
Momento gioco: se il tuo libro fosse una canzone, quale sarebbe?
“La cura, di Franco Battiato.”
Hai già in mente qualche nuovo caso per l’ispettrice Mari? O qualche altra storia che si muova anche lontano dai personaggi di questo libro?
“Si, ho in mente sia l’uno che l’altra. Per quanto riguarda Alina Mari ho già identificato l’ambito in cui vorrei si muovesse e quale problematica vorrei che affrontasse. Io per le mie trame gialle parto sempre dai contenuti che ho voglia di approfondire. E c’è anche un’altra storia, non gialla, che mi sta molto a cuore e che quando sono assorta, mi parla.”