VENEZIA – C’era aria di première ieri sera a Dorsoduro. I riflettori, questa volta, non erano puntati su un film ma su un ex cinema: quello dell’Accademia, chiuso da oltre vent’anni e tornato a nuova vita come sede veneziana di Les Galeries Bartoux. Una rinascita in grande stile: tappeto rosso, vetrine illuminate e un brulicare di artisti e collezionisti, arrivati da mezza Europa. Un’atmosfera da vernissage parigino con un tocco lagunare (tanti i veneziani che hanno ricordato la giovinezza spesa nell’ex cinema): velluti, champagne e un sottofondo musicale che scivolava dalle grandi vetrate verso il Campo della Carità. All’interno, 1.200 metri quadrati di luce e materia. Travi antiche, marmi chiari e boiserie si intrecciano con videoproiezioni immersive e opere che sembrano respirare. Le pareti, le volte, perfino i mattoni si accendono di immagini in movimento che trasformano l’ex Cinema Accademia in un racconto visivo, una Bartoux Experience tra arte e tecnologia. Poi nel buio, appare lui: Salvador Dalì, sguardo magnetico e baffi perfetti, come se fosse tornato per dirigere la scena. È una Venezia diversa, dove l’arte non si contempla, si vive.
APPROFONDIMENTI
GLI ARTISTI
Il taglio del nastro è toccato al presidente del Veneto Luca Zaia, con gli assessori comunali Sebastiano Costalonga e Andrea Tomaello (accompagnato dalla presidente del consiglio comunale, Ermelinda Damiano). Mentre tra gli artisti presenti alla cerimonia di apertura c’erano ieri Fabio Viale, Carole Feuerman, Zhuang, Stefano Curto, Catalano, Lorenzo Quinn, Pasqua, Mister Brainwash, Jimenez, Findac, Stallman, Kobe e Roggi. «Nasce una nuova Casa dell’Arte contemporanea. Per me – racconta Lorenza Lain, direttrice della nuova sede – è un’emozione incredibile dare nuova vita a un luogo iconico, l’ex Cinema Accademia, chiuso da troppo tempo. Uno spazio restituito alla città, con un modello che unisce lo stile Bartoux a una forte identità veneziana: Galleria, Art Café, Cinema immersivo. Le sale accoglieranno artisti italiani e internazionali e mostre aperte al pubblico, molto di più di una galleria: un dialogo continuo tra creatività, storia e comunità».
IL GLAMOUR
L’inaugurazione ha riportato il glamour internazionale lungo quello che molti chiamano già il Miglio dell’Arte, tra l’Accademia e la Collezione Peggy Guggenheim. Tra gli oltre 800 ospiti attesi si incrociavano volti noti del collezionismo, critici d’arte, designer, e anche qualche curioso veneziano che ricordava ancora le poltrone del vecchio cinema. Ora al loro posto c’è un Cinema immersivo di 500 metri quadrati alto dodici metri, dove le immagini scorrono come sogni liquidi, e un Café des Arts curato da LeMarcandole, che promette di diventare il nuovo ritrovo chic della città.
I FONDATORI
La famiglia Bartoux – Robert e Isabelle Bartoux che fondarono il Gruppo nel 1993 – ha voluto che il restauro rispettasse l’architettura originale dell’edificio, mantenendo le travi in legno e le pietre a vista che raccontano la storia di un luogo amato dai veneziani. E mentre gli ospiti brindavano tra le sculture del giardino e la suggestiva terrazza, è arrivato l’annuncio: a dicembre il debutto veneziano sarà seguito da una mostra dedicata a Salvador Dalí.
L’OMAGGIO
Un omaggio al maestro del surrealismo – che a Venezia aveva già lasciato tracce e sogni – accompagnato da un nuovo spettacolo onirico che trasformerà la città in una visione onirica, liquida e surreale. Con Les Galeries Bartoux, Venezia aggiunge un nuovo tassello al suo mosaico artistico: un luogo dove la bellezza parla francese, il design si intreccia con la memoria e ogni parete sembra sussurrare: “l’arte è viva, et très chic”. In esposizione circa 70 opere tra cui alcune sculture di Dalì, compreso il celebre orologio molle.