L’azione era stata portata avanti dall’Associazione Gruppo Verde San Siro e da oltre cento abitanti del quartiere dopo la l’okay di Palazzo Marino alla delibera, ma i giudici hanno ritenuto che non ci siano gli estremi dell’urgenza: udienza fissata per l’11 novembre, il giorno dopo l’ultima data utile per il rogito


Marco Pasotto

Giornalista

11 ottobre 2025 (modifica alle 12:53) – MILANO

Il percorso resta lungo e ancora pieno di buche, ma intanto le settimane che porteranno al rogito per la vendita dell’area di San Siro a Milan e Inter non dovrebbero riservare sorprese. Il Tar della Lombardia ha infatti respinto la richiesta di sospendere in via d’urgenza gli effetti della delibera del Comune di Milano relativa alla vendita, richiesta avanzata dall’Associazione Gruppo Verde San Siro e da oltre cento abitanti del quartiere che avevano notificato motivi aggiuntivi al ricorso già presentato per impedire l’abbattimento del Meazza.

motivazione—  

Il tribunale ha fissato l’udienza per l’11 novembre, data non casuale. E’ il giorno successivo a quello in cui scatterebbe il vincolo della Soprintendenza sul secondo anello del Meazza: se lo stadio fosse ancora di proprietà pubblica, infatti, non potrebbe essere più demolito. In questo modo, invece, si può arrivare a rogitare in tempo utile, anche se i tempi sono strettissimi. Come è noto, l’abbattimento (eccezion fatta per una piccola porzione) dell’attuale impianto è una delle condizioni imprescindibili poste dai due club per dare vita al nuovo progetto. “Contrariamente a quanto dedotto nell’istanza di misura cautelare monocratica urgente contenuta nei motivi aggiunti, non è prospettabile un pregiudizio di estrema gravità ed urgenza – si legge nella motivazione del Tar -, tale da non consentire di attendere l’esame della domanda cautelare in sede collegiale”. Inoltre “dall’imminente acquisizione di efficacia della deliberazione consiliare impugnata con i motivi aggiunti e dalla possibile stipula del contratto di compravendita – proseguono i giudici -, non è configurabile un pregiudizio attuale rispetto agli specifici interessi di cui sono portatori i ricorrenti, i quali deducono di subire dei danni dalle trasformazioni urbanistico edilizie e dall’avvio di lavori che non sono di immediata attuazione”.

richiesta—  

La richiesta dell’associazione era quella di “sospendere, in via d’urgenza, gli effetti della delibera, in modo da evitare che, in attesa dell’udienza, sia stipulato il contratto di vendita delle aree”. Il Gruppo verde San Siro puntava il dito su “numerosi motivi aggiuntivi”, anche per “la violazione delle normative ambientali”.