Nel quartiere Barriera di Milano, a nord di Torino, si registra un peggioramento delle condizioni di sicurezza e assistenza sanitaria. I medici di medicina generale operano in un contesto complesso, caratterizzato da episodi frequenti di furti, minacce e atti vandalici. Farmacie e ambulatori, in particolare, risultano esposti a rischi crescenti, con impatti diretti sul servizio ai cittadini e sulla disponibilità degli operatori sanitari a mantenere l’attività sul territorio.

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La dottoressa Cristina Deambrogio, medico di base nel quartiere, segnala condizioni lavorative difficili, con ambulatori oggetto di intrusioni e situazioni di pericolo sia per il personale sanitario sia per i pazienti. La percezione dell’insicurezza è tale che, secondo alcuni residenti, vi è riluttanza anche solo a recarsi in farmacia nelle ore serali. A questo si aggiunge un’elevata domanda di prestazioni sanitarie, spesso legata a situazioni di disagio sociale e mancanza di accesso continuativo a cure primarie.

Secondo Franco Aprà, direttore del Pronto Soccorso dell’ospedale San Giovanni Bosco, si è recentemente registrata la ricomparsa della pellagra, patologia legata alla carenza di niacina (vitamina B3), generalmente associata a malnutrizione e condizioni di grave indigenza. Il dato è significativo e richiama l’attenzione su un contesto in cui fragilità sanitaria e povertà economica si intrecciano.

L’Ordine dei Medici e Odontoiatri di Torino ha rivolto un appello all’amministrazione comunale affinché vengano adottate misure concrete per sostenere la sanità territoriale. Tra le proposte: il mantenimento e il potenziamento dei presìdi sanitari esistenti, l’avvio di una Casa di Comunità nel quartiere e l’implementazione di spazi di aggregazione per ridurre l’isolamento sociale e la marginalizzazione. Il caso di Barriera di Milano rappresenta un esempio delle difficoltà che alcune aree urbane periferiche stanno affrontando, in particolare per quanto riguarda l’equilibrio tra sicurezza pubblica e accesso ai servizi sanitari essenziali.