Risultati a sorpresa nelle semifinali del Masters 1000 cinese. Continua la favola del numero 204 del mondo che ha eliminato il campione serbo
Nel giro di 8 anni il Master 1000 di Shanghai è passato da una finale Federer-Nadal ad uno scontro tra cugini. Nel vero senso della parola. Questo sono Valentin Vacherot e Arthur Rinderknech, rispettivamente numero 204 e numero 54 del mondo, con il titolo del torneo cinese che sarà, letteralmente, un affare di famiglia. Un epilogo incredibile a dir poco, una delle più assurde storie di tennis che si siano sentite da molti anni a questa parte: se qualcuno avesse avuto l’ardire di scommettere tutto ciò 10 giorni fa, adesso si ritroverebbe in tasca un bel gruzzoletto. Una finale così surreale che paradossalmente potrebbe far anche piacere ad organizzatori e tifosi, che finalmente possono vedere qualcosa di veramente nuovo, ma che getta davvero molte ombre su cosa è stato a livello ambientale questo torneo. Rinderknech ha battuto nella seconda semifinale di Shanghai Daniil Medvedev, in rimonta (4-6 6-2 6-4), dimostrando ancora una volta come le condizioni fisiche l’abbiano fatta da padrone, in Cina. Il francese ha battuto il suo quarto top 20 di fila prendendosi la seconda finale Atp in carriera a 30 anni: era dal 2014 che un transalpino non otteneva questo risultato, da Tsonga.
favole tennistiche—
Nemmeno Novak Djokovic, il distruttore di favole altrui per eccellenza, è riuscito a spezzare il sogno di Valentin Vacherot. Il monegasco, numero 204 del mondo, è incredibilmente in finale al Master 1000 di Shanghai. Un risultato (6-3 6-4 il punteggio in un’ora e 42 minuti) che va oltre ogni immaginazione ma aiutato anche dalle condizioni fisiche dell’ex numero uno del mondo, 38 anni, fin dal primo set boccheggiante e in palese difficoltà fisica. La stessa cosa però era successa due giorni fa, contro Bergs, e il belga aveva tremato, contro Djokovic. Vacherot no, non lo ha fatto. Il monegasco è andato a servire per il match sul 5-4 del secondo set, ha salvato anche un break point che avrebbe allungato la partita e poi ha chiuso la pratica, sbigottito da quanto stava accadendo pure lui. Onore a questo giocatore, quindi, che sarà certamente più fresco degli altri e con molta, molta meno pressione addosso, ma per agguantare una finale in un torneo di questo livello a tennis ci devi certamente sapere giocare. Vedremo se Vachert, 26 anni, sarà un fuoco di paglia oppure no, ma intanto il monegasco diventa il finalista in un 1000 con il ranking più basso della storia, superando il record di Andrei Pavel, che nel 2003 era arrivato in fondo a Bercy da 191 del mondo. Borna Coric, nel 2022, vinse Cincinnati da numero 152, ma il croato era così basso in classifica a causa dei suoi molti infortuni. Certo, le condizioni quasi proibitive di Shanghai hanno favorito l’impresa, ma non è raro vedere in un 1000 questo genere di sorprese, soprattutto quelli immediatamente dopo uno slam. In terra cinese però la sensazione è che si sia andati troppo oltre, e che qualcosa in futuro probabilmente cambierà. Niente finale dunque per Djokovic e niente titolo 101 per il serbo, che davvero non ne aveva più. Il break decisivo, quello sul 4-4 del secondo set, Nole lo ha regalato con tre doppi falli in un game: una roba fuori dal mondo, per uno come lui.