Due cugini nella finale di un Masters 1000 di tennis. E’ quanto succede a Shanghai, dove il francese Arthur Rinderknech, n.54 Atp, ha battuto il russo Daniil Meedvedev in semifinale e domani affronterà il monegasco Valentin Vacherot (n.204) che ha eliminato Novak Djokovic. Rinderknech si è imposto in tre set col punteggio di 4-6, 6-2, 6-4.

“Nemmeno nei nostri sogni più sfrenati ci avremmo mai pensato. È un sogno che non esiste nemmeno, non so come si sia avverato”. Il francese Arthur Rinderknech è ancora incredulo, in conferenza stampa, di trovarsi a commentare quanto accaduto oggi al Masters 1000 di Shanghai, dove farà la finale dopo aver battuto Daniil Medvedev e si scontrerà col cugino Valentin Vacherot, che ha eliminato Novak Djokovic.

“Con Valentin abbiamo già condiviso ore e ore di tennis ma non ci siamo mai incontrati sul circuito maggiore – ha proseguito -. In ogni caso, domani ci saranno due vincitori. Certo, giocheremo la finale ma oggi abbiamo già vinto tutto. Non possiamo vincere altro, abbiamo vinto tutto. Domani ci saranno due vincitori, e questo è tutto ciò che conta”. Per vivere un’esperienza del genere “immagino che dobbiamo aver fatto del bene alle persone intorno a noi per meritarcelo. È incredibile”, ha concluso.

“Devo darmi un pizzicotto, è vero quel che è successo? In questo momento non trovo parole, provo mille sensazioni diverse”. Scherzando ma non troppo, il monegasco Valentin Vacherot ha reagito così dopo la vittoria più importante della sua carriera, su Novak Djokovic, nella semifinale del Masters 1000 di Shanghai. Il serbo, attuale n.5 al mondo, ha perso il primo set 6-3 e il secondo 6-4. Per Vacherot, 26 anni, quella di domani sarà la prima finale Atp in carriera.

Proveniente dalle qualificazioni, il n.204 al mondo – già sicuro di salire alla posizione 58 da lunedì, sempre che non vinca anche la finale – ha anche quasi chiesto scusa al pubblico, “so che non molti di voi volevano che vincessi”, e ammesso che “avere Novak dall’altra parte del campo è stata un’esperienza inestimabile. Imparerò molto da questa partita, un’ora e 40 minuti di pura gioia, ma devo tenere i piedi per terra e concentrarmi sulla preparazione alla finale”. 

Il serbo ha lottato per restare in partita, ma non era certo al meglio. Nel primo set ha vomitato a bordo campo e ha zoppicato a lungo, ricevendo più volte cure mediche dal fisioterapista, con massaggi alla schiena, anche nella seconda partita. Alla fine si è dovuto arrendere ad un avversario che, messo a segno il punto decisivo, in segno di rispetto non ha nemmeno esultato, come poteva essere normale dopo aver raggiunto tale traguardo.    

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