I due ebbero una relazione di sette anni, finita nel 2007. Il principe è morto l’11 ottobre 2020 a 74 anni e la showgirl non manca mai di ricordarlo con commozione e affetto

Un amore durato solo sette anni, dal 2001 al 2007, ma che ha lasciato il segno, tramutandosi in un’amicizia rimasta sempre viva, nonostante le storie successive della coppia, finita sulle copertine dalla fine degli anni 90. Due straglamour. Così Alba Parietti ricorda anche ora sui social il compagno  di quegli anni Giuseppe Lanza di Scalea, nell’anniversario della scomparsa, l’11 ottobre 2020, a 74 anni. Nipote dell’ex sindaco di Palermo dal 1920 al 1924 del quale portava lo stesso nome, Giuseppe non teneva affatto al titolo di principe:  «Il mio lavoro – raccontava da Villa Scalea – è quello di eliminare tutto quello che c’è stato imposto, regole e princìpi, per cercare di crearne altri».

«Bastava uno sguardo»

«Caro Giuseppe – scrive dunque Parietti, rivolgendosi a lui come fosse ancora lì accanto – sono passati cinque anni, e ogni volta che arriva questa data, il dolore ritorna identico. È un vuoto che non si riempie mai, una fitta che non smette di fare male riempiendomi di angoscia e senso di solitudine. Mi manchi, tantissimo. Mi manca confrontarmi con te sulle piccole e le grandi cose. Sulle cose divertenti e sui drammi. Tu eri il mio porto sicuro. Il mio punto di riferimento più solido». Aggiunge: «Mi mancano la tua ironia sottile, la tua intelligenza viva, l’umanità dietro la tua classe immensa, il modo in cui riuscivi a volare sempre sopra le bassezze umane. Mi manca parlare con qualcuno che parlava la mia stessa lingua, quella dell’anima, che non ha paura di mostrarsi fragile o imperfetta. Mi manca sentire che c’era qualcuno davvero felice per me, senza secondi fini, e preoccupato per me, anche quando eri tu a stare male. Potevo essere me stessa, senza paura di essere giudicata. Bastava uno sguardo, una battuta, e già sapevamo tutto quello che pensavamo o ci saremmo detti».  



















































«Anche nei momenti più difficili, tu c’eri»

La conclusione è l’affresco di un periodo in chiaroscuro: «Ogni volta che mi capita qualcosa mi viene naturale pensare: “Chissà cosa direbbe lui adesso”. Mi prenderesti un po’ in giro senza crearmi imbarazzo, senza mai mentire a te stesso e a me. Era bello poter sempre essere se stessi. Questa era la grande bellezza del rapporto con te, del volersi bene. La lealtà, la fiducia sempre ben riposta l’uno nell’altro , il rispetto, la verità che a te piaceva negli esseri umani. Per questo ci siamo sempre voluti bene. Ma era facile, perché volavi altissimo. E quando ti penso ti sento sempre con me, come lo sei stato anche con mio figlio Francesco , nei momenti più duri e difficili della nostra vita, quando era arduo starci anche solo vicini, perché c’era solo dolore. Tu ci sei stato. E di questo ti saremo grati per sempre».

11 ottobre 2025 ( modifica il 11 ottobre 2025 | 13:50)