«Mi influenza, certo. Sono solo un essere umano», così Jennifer Aniston sintetizza, con la schiettezza che la contraddistingue, il suo rapporto con la fama. Diventata famosa come «fidanzatina d’America» negli anni Novanta, protagonista di una delle serie più amate di sempre, Friends, oggi l’attrice è un’artista che ha imparato a convivere con la pressione, a riscrivere la propria immagine e a scegliere, finalmente, la libertà.

In un’intervista ad Harper’s Bazaar UK, la giornalista Frances Hedges racconta l’incontro con Jennifer Aniston nella sua casa di Bel-Air, tra luce californiana e un ordine quasi zen. Jennifer accoglie con un sorriso disarmante, ma sorprende subito: «Sono molto timida davanti alla macchina fotografica. Non sono una modella». Una frase inattesa da chi è abituata a vederla da decenni sotto i riflettori, ma che rivela la sua natura, lontana dall’immagine perfetta che il mondo le ha cucito addosso.

Durante la chiacchierata, la Aniston alterna ironia e introspezione. Parla di social media, che definisce «una realtà da cui preferisce tenersi distante» e affronta temi che molti eviterebbero: la terapia, la difficoltà di essere presa sul serio, il dolore dell’infertilità. «Con il tempo ho smesso di preoccuparmi di correggere ciò che si dice di me», racconta. «Le notizie durano un giorno, poi passano. La mia famiglia conosce la mia verità, i miei amici conoscono la mia verità».

È quella verità che per anni è stata distorta dai titoli dei tabloid, dalle speculazioni su amori finiti e maternità mancate. Dal divorzio con Brad Pitt nel 2005 al matrimonio con Justin Theroux, terminato nel 2018, la sua vita privata è stata osservata come un reality. Eppure, mentre il mondo cercava di scrivere la sua storia, Jennifer Aniston ne costruiva un’altra: quella di un’attrice e produttrice che ha saputo reinventarsi nel cuore di una delle industrie più competitive di tutte.

Ha raccontato anche delle critiche che ha dovuto farsi scivolare addosso mentre cercava con IVf di avere un bambino e costruire una famiglia. «Con la narrazione su come era che non avrei avuto un bambino, non avrei avuto una famiglia, perché ero egoista, una stacanovista. Sono solo un essere umano. Siamo tutti esseri umani. Ecco perché ho pensato: “Che diavolo?”», e così è riuscita a non farsi scalfiggere dal giudizio altrui.