Firenze, 11 ottobre 2025 – Che i fiumi siano inquinati non è una novità, ma quando a spuntare dalle acque dei corsi d’acqua toscani sono gli oggetti più strani e disparati qualcuno salta sempre sulla sedia. E così ha fatto discutere il caso di Bagni di Lucca, dove un pescatore di trote ha recuperato dalla Lima centinaia di palline da tennis e diversi palloni da calcetto. Un caso dovuto alla presenza di alcuni campi da gioco e da una rete a maglie troppo larghe, ma che ha comunque fatto scattare sull’attenti la polizia municipale.
E se probabilmente la questione sarà risolta installando dispositivi di contenimento più efficaci, il problema dell’inquinamento e della plastica nei fiumi toscani rimane. Basti pensare ai numeri diffusi a Firenze dagli Angeli del Bello, che proprio in questi giorni festeggiano i primi 15 anni di attività.
Nata a Firenze nel 2010, la Fondazione Angeli del Bello ha costruito negli anni una squadra di migliaia di cittadini che hanno scelto di dedicare tempo ed energie alla cura dei luoghi in cui vivono. Da questa esperienza è nata una rete che oggi conta oltre venti realtà locali in tutta Italia, da Milano a Napoli, fino all’ultima affiliata Bari.
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Meno di un mese fa, l’associazione ha diffuso numeri allarmanti: oltre 500 mascherine anti-Covid sono state raccolte nell’ultimo anno dai volontari soltanto nel Mugnone, in particolare lungo il tratto da viale Redi alle Cascine, il più frequentato e purtroppo anche il più colpito dall’abbandono dei rifiuti. Ogni mattina, dalle 7 alle 9, tre volontari presidiano le sponde corso d’acqua che scorre a Firenze. La domenica mattina, dalle 9 alle 12, il gruppo cresce con una decina di presenze costanti. A questo si aggiungono le giornate speciali di volontariato civico e aziendale, che portano lungo il fiume tra le 50 e le 100 persone.
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È grazie a questo impegno continuo che le sponde del torrente vengono liberate dai rifiuti che si accumulano dopo le piene e gli scarichi provenienti dai comuni a monte. Il Mugnone non è solo un canale di scolo: è un ecosistema vivo, che ospita anatre e numerosi animali acquatici. Più piccolo dell’Arno, ma non per questo meno inquinato.
La storia raccontata da Giorgio Piercecchi, abitante in Corsena di Bagni di Lucca, appassionato pescatore che frequenta il torrente Lima, ha dell’incredibile. Pochi giorni fa, incuriosito per aver visto diverse palline da tennis galleggiare, portate dalla corrente o appozzate nell’acqua a Ponte a Serraglio, proprio sotto il Casinò Municipale, ha voluto approfondire la questione recandosi al fiume proprio sotto il Tennis Mirafiume. In totale ne ha raccolte 337, oltre a 7 palloni da calcio. Il caso è stato segnalato alla polizia municipale.

Le palline da tennis recuperate nella Lima
Nello scorso mese di agosto, a diffondere alcuni dati ci aveva pensato Legambiente: il 70-80% dei rifiuti che si trovano nei corsi d’acqua della Toscana è composto dalla plastica. La triste realtà era emersa dalle ultime attività di ‘beach litter’ e ‘river litter’ (rifiuti trovati nelle spiagge e lungo i fiumi) effettuate dai volontari e volontarie dell’associazione nell’ambito dell’iniziativa Alleanza per il fiume, in collaborazione con l’Autorità di bacino dell’Appennino settentrionale, e del progetto Epic, coordinato da Arpat.
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Sette le attività di monitoraggio e di raccolta rifiuti lungo le sponde dei fiumi in Toscana – Mugnone-Terzolle, Sieve, Greve, Versilia, Bisenzio, Era e Ambra – dove sono stati recuperati ben 3471 rifiuti. In particolare, sono state rilevate elevate percentuali di polimeri artificiali: una media del 70% per ogni sito, con picchi di oltre l’80% per i fiumi Bisenzio ed Era.
Un altro caso toscano che ha fatto scalpore è quello della discarica emersa tra il Rovigo e il Santerno, due corsi d’acqua tra Palazzuolo sul Senio e Firenzuola deturpati dall’immondizia nascosta tra i monti dell’Alto Mugello e in parte franata nella valle del Rovigo durante la calamità del marzo scorso.