Horner-Ferrari, ci risiamo
Quando Christian Horner era ancora – apparentemente – saldo al vertice della Red Bull, nel maggio 2025, la Bild raccontò di un contatto informale tra la Ferrari e il manager inglese. Indiscrezione che aveva poi dato l’occasione ad Horner di ribadire il suo totale impegno verso la Red Bull nonché di sottolineare la sua centralità nel progetto vincente avviato vent’anni prima. Non sorprese poi che alcune fonti d’informazione olandesi assicurarono che fu lo stesso ex CEO e team principal a far uscire queste voci, accortosi che il proprio tempo in Red Bull stava finendo, come poi è effettivamente accaduto.
Il 9 luglio scorso è poi giunta la notizia, inaspettata, del licenziamento di Horner e fonti vicine alla Ferrari si affrettarono a precisare che il 51enne britannico non rientrava nei piani futuri di Maranello.
Certo, c’era ancora il macigno del caso molestie, che avrebbe portato l’ex numero del team Red Bull in tribunale a gennaio, citato in giudizio da una ex dipendente della squadra. Cinque giorni fa è stata fatta trapelare l’archiviazione del procedimento, a fronte di un accordo economico tra le parti.
E si è dunque tornati – giusto ieri – a parlare di un interessamento della Ferrari e del presidente John Elkann per Christian Horner, con il giornalista Ralf Bach di F1-Insider che ha citato non meglio precisate ‘fonti interne’ come origine della notizia.
Ecco cosa non torna nel ritorno in auge di questa voce di mercato.
Cosa non torna: 1) Il rinnovo di Vasseur
Per quanto la Ferrari stia vivendo una stagione ben al di sotto delle aspettative che la vede ancora senza vittorie e al terzo posto nel mondiale costruttori, non si può ignorare il rinnovo pluriennale del team principal Frederic Vasseur ufficializzato lo scorso 31 luglio.
Certo, i contratti si possono sempre rompere e i team principal possono sempre essere licenziati (e proprio Horner ne sa qualcosa), ma sembra veramente spiazzante pensare ad una sostituzione del TP ad appena due mesi e poco più dal rinnovo. John Elkann e Benedetto Vigna hanno ribadito anche pubblicamente la propria fiducia in Vasseur, sottolineando la necessità di stabilità nel team, consapevoli del tempo che necessita un team principal per costruire la propria squadra.
Non fosse stato così, si sarebbe potuto attendere ulteriormente per la firma del contratto del francese.
Quello di Vasseur è un progetto a lungo termine e che già a luglio guardava oltre i risultati del 2025.
Cosa non torna: 2) Il gardening di Horner
Incassata la buonuscita tra i 50 e i 60 milioni di euro dalla Red Bull, è emerso che Christian Horner dovrà stare fermo almeno sino ai primi mesi del 2026 come periodo di gardening leave. C’è chi ha parlato di maggio/giugno, c’è chi ha parlato della quarta gara del mondiale (aprile): insomma, Horner non potrebbe prendere immediatamente servizio per una nuova squadra.
E dunque come si potrebbe conciliare questo con l’attuale organigramma Ferrari? Non si parla di un tecnico, ma della figura più in alta in carica nella Gestione Sportiva in ambito F1. Una carica che non può restare vacante e che è inusuale veder ricoperta ad interim. Specie all’inizio di una stagione molto delicata come la prossima, segnata dalla rivoluzione regolamentare e che richiederà una visione lucida per capire dove indirizzare lo sviluppo delle macchine nel corso del campionato.
Cosa non torna: 3) Un duplex Horner-Vasseur
Si potrebbe dunque ipotizzare una coabitazione tra Christian Horner e Frederic Vasseur? Decisamente improbabile anche pensandoli amministratore delegato e team principal. Horner in Red Bull era abituato a prendere decisioni in solitaria, tanto che era emerso come negli ultimi tempi avesse accentrato a sé anche ambiti come il marketing e la comunicazione del team. Idem Vasseur come potrebbe accettare una sorta di commissariamento e ridimensionamento? Quali potrebbero essere i confini dei due ruoli? Immaginarli insieme sarebbe veramente un grande esercizio di fantasia.
Cosa non torna: 4) La volontà di Horner di diventare ‘uno Wolff’
Che Christian Horner voglia tornare in Formula 1 sembra evidente. Non c’è una settimana in cui l’inglese non venga accostato a qualche team, come Alpine, Haas, Williams o Aston Martin. Il filo conduttore dei contatti con queste squadre è il desiderio dell’ex numero 1 del muretto Red Bull di diventare proprietario o azionista di una scuderia, proprio come il suo grande rivale Toto Wolff in Mercedes.
E come potrebbe questa ambizione di Horner trovare una casa in Ferrari, dove sarebbe fuori discussione la possibilità di avere un ruolo diverso da quello di responsabile della Gestione Sportiva?
Proprio nell’ottica dei contatti tra Horner e altri team di F1, questo ritorno delle voci sulla Ferrari potrebbe avere anche una lettura strategica: far trapelare un nome prestigioso per mettere pressione ad una di queste squadre e spingerla ad accelerare le trattative…
Cosa non torna: 5) Il caos attorno alla Ferrari
Chiaramente la Ferrari non sta andando bene e quando la pista non parla, il vociare attorno a Maranello alza costantemente i decibel. Solo negli ultimi 4 giorni si registrano: la presunta discussione tra Vasseur e un membro del team (smentita con fermezza dal Cavallino), la presunta insoddisfazione dei tecnici per le dichiarazioni di Leclerc, queste voci su Christian Horner, i nomi di Oscar Piastri, Gabriel Bortoleto e Oliver Bearman accostati da Blick alla Rossa per il 2026 e – fresca di oggi – l’indiscrezione (sempre di F1-Insider) di un contatto tra Nicolas Todt, manager di Leclerc, e la Red Bull.
Sembra un po’ troppo, si sta tracciando il quadro di uno scenario apocalittico di tranelli e porte girevoli. Di certo il risultato è quello di generare caos attorno alla Ferrari. A che scopo? Magari impaurire tecnici d’Oltralpe che potrebbero valutare un approdo al Cavallino Rampante…