Il braccio di ferro tra Sram e Uci continua e l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato belga, alla quale si era rivolta l’azienda, ha accolto la richiesta di sospendere le restrizioni sul rapporto massimo da utilizzare in corsa. Ovviamente si tono opporto i comunicati delel due parti in causa. Cominciamo da Sram:

«SRAM accoglie con favore la decisione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato belga di sospendere le restrizioni UCI sul rapporto massimo proposte dall’Unione Ciclistica Internazionale (UCI) in vista del Tour del Guangxi. Le conclusioni del Collegio vietano il protocollo anche in eventi futuri. Sebbene le restrizioni immediate siano state sospese, il più ampio caso antitrust continua.

Il 3 ottobre, SRAM ha partecipato a un’udienza d’urgenza presso il Collegio Garante della Concorrenza del BCA a Bruxelles per contestare la nuova restrizione sul rapporto imposta dall’UCI, una norma fondamentalmente ingiusta nei confronti dei ciclisti, delle squadre e di SRAM stessa.

Il 17 settembre, il BCA ha avviato un procedimento antitrust formale ai sensi delle leggi europee e belghe sulla concorrenza. Nove squadre ciclistiche professionistiche hanno aderito volontariamente al procedimento per opporsi alle restrizioni. Durante l’udienza, SRAM e le squadre hanno sostenuto un processo di regolamentazione aperto, non discriminatorio e obiettivo nel ciclismo professionistico, che garantisca parità di condizioni, promuova miglioramenti significativi della sicurezza e rispetti la scelta dei ciclisti. “È tempo di rimodellare il modo in cui i principali stakeholder dello sport interagiscono. L’UCI, le squadre e i ciclisti, gli sponsor, gli organizzatori di gare e l’industria ciclistica devono collaborare per costruire un futuro migliore per lo sport e i suoi tifosi. I risultati migliori si ottengono quando tutti hanno un posto al tavolo. Siamo più ottimisti che mai sul fatto che attraverso una comunicazione aperta e obiettivi condivisi possiamo creare uno sport più sicuro e inclusivo. Innovazione e sicurezza non sono forze opposte, anzi, vanno di pari passo. Il nostro obiettivo è semplice: un processo aperto, trasparente e partecipativo che apporti miglioramenti significativi della sicurezza nelle gare, tuteli la scelta dei ciclisti e incoraggi l’innovazione per il futuro del ciclismo» scrive Ken Lousberg, CEO di SRAM.

E questa la presa di posizione dell’UCI:

«L’Union Cycliste Internationale (UCI) prende atto delle misure provvisorie ordinate dall’Autorità belga garante della concorrenza (BCA) che sospendono il “Maximum Gearing Test Protocol”, che doveva essere attuato per la prima volta durante il Tour of Guangxi dal 14 al 19 ottobre. A seguito delle misure provvisorie imposte dall’ABC, il test previsto per il Tour of Guangxi non avrà luogo e il protocollo di test è attualmente sospeso.

L’UCI esprime la sua sorpresa per l’intervento di un’autorità garante della concorrenza su un tema voluto da tutti gli attori del ciclismo, il cui scopo si è limitato ad analizzare gli effetti che la limitazione dei rapporti di trasmissione può avere sulla velocità dei corridori e quindi sulla sicurezza, soprattutto considerando che la decisione è stata emessa da un’autorità belga in risposta a una denuncia di una società statunitense contro un’associazione sportiva svizzera in merito a un test da effettuare sul territorio cinese.

L’UCI si rammarica profondamente che la sicurezza dei corridori non sembri essere un obiettivo condiviso con coloro che hanno contestato l’attuazione del Maximum Gearing Test Protocol davanti alla suddetta Autorità. Tuttavia, l’UCI continuerà ad agire nell’interesse della sicurezza dei corridori, degli altri membri del gruppo e degli spettatori. L’UCI comunica che ricorrerà in appello contro la suddetta decisione. Possono anche essere apportate modifiche al protocollo di test per consentire l’attuazione dei test desiderati da tutte le parti interessate nel ciclismo su strada professionistico.

L’UCI non farà ulteriori commenti in questa fase».