L’ultima corsa WorldTour della stagione, il Tour of Guangxi 2025, avrebbe dovuto essere l’occasione per un primo banco di prova, in gara, riguardo la limitazione dei rapporti sulle biciclette dei corridori. Misura, questa, che è stata ideata prima e sviluppata fino alla potenziale messa in atto da parte dell’Unione Ciclistica Internazionale per rispondere alla crescente preoccupazione sulla sicurezza dei corridori in gara e, in particolare, alle velocità in costante e inesorabile aumento per via anche del miglioramento tecnologico. L’idea, però, non aveva avuto un successo unanime nella parte più in causa di tutte, ovvero i corridori stessi, con atleti come Taco van der Hoorn e Tom Pidcock che avevano fatto sapere di considerarla molto utile.
L’UCI però è andata avanti per la sua strada, fino all’ostacolo, al momento insormontabile, che le ha posto di fronte il ricorso di una delle aziende produttrici di cambi per biciclette, la SRAM. Il rapporto più “duro” consentito dalla norma allo studio sarebbe il 54×11, che taglierebbe quindi fuori il 54×10 che è il “fiore all’occhiello” proprio della SRAM, la quale peraltro è diretta fornitrice di un buon numero di squadre WorldTour. Il ricorso in questione è stato inoltrato all’Autorità Garante della Concorrenza in Belgio, che lo ha accettato, a pochi giorni dall’inizio della sperimentazione in corsa, prevista appunto al Tour of Guangxi 2025.
Nella sentenza si legge che “è legittimo e importante per l’UCI perseguire il fine della sicurezza degli atleti. Ma, le procedure per stabilire limiti tecnologici, e le conseguenti prove, devono osservare i requisiti base di proporzionalità, obiettività, trasparenza e non discriminazione, dato l’impatto economico di questi limiti. Le varie misure allo studio non devono portare a un’ingiustificata restrizione della concorrenza fra i fornitori dell’equipaggiamento“.
La risposta dell’UCI è stata parecchio piccata: “Prendiamo atto della decisione dell’Autorità Garante della Concorrenza belga – si legge in una nota – A causa di questa decisione provvisoria, le prove previste durante il Tour of Guangxi non si faranno. Esprimiamo la nostra sorpresa per l’intervento di un organo di questo tipo, su una materia voluta da tutte le parti in causa nel ciclismo, il cui scopo è limitato all’analisi degli effetti che la limitazione dei rapporti potrebbe avere sulla velocità dei corridori e, di conseguenza, sulla loro sicurezza. Per di più, siamo sorpresi perché la decisione arriva da un’autorità belga in risposta al ricorso di un’azienda statunitense contro un organo sportivo che ha sede in Svizzera riguardante un test che si sarebbe dovuto fare in Cina“.
La chiusura: “Ci dispiace che la sicurezza degli atleti non sembri essere un obiettivo condiviso con coloro che hanno fatto ricorso contro l’adozione del protocollo della limitazione dei rapporti. Comunque, l’UCI continuerà ad agire nell’interesse dei corridori, degli altri componenti del gruppo e degli spettatori. Faremo appello contro la decisione, ma ci potrebbero essere anche dei cambiamenti nel protocollo di prova“.
