Cugini di primo grado, il francese e il monegasco protagonisti di una delle storie più incredibili degli ultimi anni. Cenando anche spesso insieme durante il torneo
Pellegrino Dell’Anno
11 ottobre 2025 (modifica alle 22:57) – MILANO
Valentin Vacherot era quasi più emozionato di Rinderknech dopo l’ultimo doppio fallo di Daniil Medvedev, il punto fatale che ha regalato al francese il biglietto per una clamorosa ed insperata finale 1000. Certo Arthur è finito a terra, mani in volto, per una vittoria che ribalta le prospettive di una carriera che nel 2024 aveva lasciato anche qualche dubbio su quanto valesse la pena proseguire. Un anno dopo, a Shanghai, giocherà la seconda finale in carriera a più di 3 anni dalla prima nel gennaio 2022, e in un Masters 1000, contro il cugino monegasco Vacherot. Che, sugli spalti, era in lacrime, testa tra le braccia in vista di un derby che varrà un titolo così prestigioso. “Non posso dire che questo è un sogno, nella nostra famiglia nessuno ci pensava neanche”, ha detto Rinderknech a fine partita, “neanche nei migliori sogni avremmo potuto immaginarlo. Questo è un sogno venuto davvero fuori dal nulla”.
derby tra cugini—
Alla vigilia sembrava tutto apparecchiato per un’intrigante finale tra Djokovic e Medvedev, gli unici arrivati agli ottavi già campioni in passato in terra cinese. Ma i figli delle sorelle Paquet avevano idee diverse. “È mio cugino, passiamo le vacanze insieme da quando siamo piccoli”, aveva detto in settimana Rinderknech. E hanno ben pensato di regalarsi una vacanza speciale quest’anno. D’altronde il loro legame, oltre ad essere profondo, ha le più solide delle radici: Nadine Paquet, mamma di Vacherot, è sorella di Virginie, ex professionista che si è avvicinata alle top 200 Wta nel 1989, a sua volta mamma di Rinderknech. Sicuramente non dimenticheranno mai la mattinata di domenica 12 ottobre 2025, quando i loro figli si giocheranno un titolo Masters 1000. Perché Djokovic, non al massimo, si è arreso in due set a un Vacherot che sta giocando su una nuvoletta nella prima semifinale. Nella seconda, conclusa tra le solite polemiche di Medvedev, la rimonta ha sorriso al francese classe 1995. Che potrà entrare per la prima volta in top 30, almeno al n.28.
piegare il destino—
Il torneo di Shanghai 2025, tra caldo e ritiri, è stato decisamente particolare. Vacherot neanche avrebbe dovuto giocare le qualificazioni: la cancellazione di Luca Nardi ha liberato un posto nel tabellone cadetto, che il monegasco (sarà almeno n.58, miglior ranking mai raggiunto da un giocatore del suo Paese) ha brillantemente sfruttato per spingersi fino alla finale. Approfittando anche del ritiro di Sinner, che avrebbe dovuto in teoria affrontare agli ottavi. Il suo treno per arrivare a certi livelli sembrava ormai passato. Ma ha saputo riprenderlo in corsa. E tra l’altro insieme al cugino, concedendo alle mamme momenti di gioia e sorrisi dopo anni di delusioni e bisogno di consolazione. Sarà la quarta finale tra familiari dell’Era Open, dopo i derby dei fratelli Mayer (Sandy e Gene) a Stoccolma 1981, Sanchez (Emilio e Javier) a Madrid 1987, McEnroe (John e Patrick) a Chicago 1991. Ma sarà il primo tra cugini.
dolce rivincita—
Il cugino maggiore è Arthur Rinderknech, che nel tennis che conta circola già da qualche anno, con qualche picco ma mai nulla di indimenticabile. A Shanghai ha piegato prima Zverev, poi Auger-Aliassime e infine Medvedev. Un cammino irto di ostacoli che gli regala una giusta finale a questo livello. Ciliegina sulla torta di un rapporto speciale, come aveva già raccontato anche prima dei quarti: “Ceniamo insieme quasi tutte le sere. Sto facendo del mio meglio per dargli il miglior riscaldamento possibile. Lui gioca un giorno prima di me. Se vince, devo seguirlo!”. Parole profetiche del francese, più grande di 3 anni e con il “dovere” di aiutare il cuginetto ove possibile, come dimostrano anche gli anni giocati insieme a livello universitario alla Texas A&M. Nella finale di Shanghai però saranno rivali, con la sola famiglia che sarà sicuramente vincitrice. Qualsiasi sia l’esito, rimarrà l’immagine di Vacherot che entra in campo alla fine della semifinale con Medvedev per abbracciare Rinderknech, ridendo come quando giocavano insieme da bambini. Il trofeo è uno, ma l’eccezionale storia rimarrà unica.
© RIPRODUZIONE RISERVATA