di
Massimiliano Cordin

La campionessa olimpica ha indossato per 12 anni la maglia della Nazionale, ora è diventata speaker motivazionale per le aziende: «Nel mondo del lavoro di oggi c’è la volontà di fare squadra, ma ci sono troppi battitori liberi»

«Sono stata capitana in tante squadre, ma ciò che mi ha sempre contraddistinto è stato il senso di protezione nei confronti delle mie compagne». A dirlo è Maurizia Cacciatori, campionessa olimpica che ha indossato per 12 anni la maglia della Nazionale italiana di pallavolo, totalizzando ben 228 presenze in azzurro e vincendo titoli e premi a livello internazionale.

La nuova vita come speaker motivazionale

Oggi, nella sua nuova vita, è speaker motivazionale per le aziende. Diversi i temi affrontati durante la chiacchierata al Festival dello Sport, che ha visto la partecipazione anche di Raffaella Tavazza, Ceo di Locauto Group, con l’obiettivo di creare un parallelismo tra le dinamiche di leadership in ambito sportivo e aziendale. Particolare l’aneddoto raccontato dalla pallavolista che risale a quando venne scelta dalle sue compagne come capitana della Nazionale: «In quel momento andai da Julio Velasco a chiedere consiglio. Mi disse: devi essere come una straordinaria cameriera. Devi saper accogliere, essere preparata, all’altezza delle aspettative di ogni tuo cliente, che avrà esigenze differenti. Così è nata una leader versatile, al servizio delle altre. Per me, essere leader significa essere un buon esempio, una buona persona, un punto di riferimento. Occorre avere un ruolo umano prima che tecnico». 



















































Lo sport, metafora della vita

Il segreto di una grande squadra, al di là degli aspetti tecnici, si sa, è anche l’affiatamento: «Il talento lo ricevi, ma devi metterti in gioco e rinunciare a tanto — afferma la campionessa —. Poi bisogna saper fare squadra, lottare per il senso di appartenenza. La pallavolo allena il coraggio, il restare nonostante tutto. Insegna ad immaginare». Ma lo sport, metafora della vita, ha un inizio e una fine, un ciclo che Cacciatori ha deciso di chiudere: «Ero curiosa di vedermi in un altro ambito — spiega —. Con coraggio mi sono rimessa in gioco per portare i valori dello sport nelle aziende, che sono dei team in tutto e per tutto. E questo mi piace moltissimo. Nel mondo del lavoro oggi c’è la volontà di fare squadra, ma ci sono troppi battitori liberi e difficoltà nel mettere le persone al centro, anche se cresce la consapevolezza che lavorare in gruppo ha davvero valore».

Pensieri condivisi in toto anche dall’altra «capitana», Raffaella Tavazza, Ceo di Locauto Group, che ha spiegato: «Credo che il leader non debba avere un ruolo autoritario né conformarsi a modelli prestabiliti. L’importante è essere sempre se stessi, perché l’autenticità è la leva vincente che fa superare i momenti difficili».


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11 ottobre 2025