2025-10-10 19:02:32
Media: Trump in Israele lunedì, poi vola in Egitto

Donald Trump è atteso in Israele lunedì mattina ora locale. Il presidente americano parlerà alla Knesset e incontrerà le famiglie degli ostaggi. Lo riporta Axios citando alcune fonti, secondo le quali Trump nel pomeriggio di lunedì volerà in Egitto per la cerimonia della firma dell’accordo di pace. Trump quindi parteciperà al vertice con i leader mondiali su Gaza, al momento in programma per martedì anche se potrebbe essere anticipato a lunedì. L’incontro si terrà a Sharm el-Sheikh.

2025-10-10 17:50:23
Da Israele ok all’Onu per aiuti a Gaza da domenica

Israele ha dato il via libera alle autorità delle Nazioni Unite per iniziare a consegnare aiuti a Gaza a partire da domenica. Lo scrive l’Ap online citando un funzionario Onu. Gli aiuti – scrive Ap – includeranno le 170.000 tonnellate che sono già state posizionate in Paesi vicini come Giordania ed Egitto, mentre i funzionari umanitari attendevano il permesso delle forze israeliane per riprendere le loro attività. Negli ultimi mesi, l’Onu e i suoi partner umanitari sono stati in grado di consegnare solo il 20% degli aiuti necessari per affrontare la grave situazione nella Gaza, secondo il responsabile umanitario Onu Tom Fletcher.

2025-10-10 13:47:06
Mercoledì informativa di Tajani a Camere su accordo Gaza

Mercoledì a Montecitorio si terrà alle 9 l’informativa del ministro Tajani sugli accordi di pace in Medio Oriente. Lo fa sapere la Camera. Alle 11 il ministro sarà al Senato.

2025-10-10 13:40:47
Mattarella: ora prospettiva storica che coinvolga palestinesi

«In questi mesi, l’Italia ha fornito il suo aiuto. Lo ha fatto principalmente attraverso l’iniziativa «Food for Gaza». Tuttavia, questa nostra come le tante azioni messe in campo da numerosi Paesi hanno riguardato, purtroppo, una parte minima di chi ha subito la crudeltà delle azioni militari. Queste sofferenze – come tutte quelle subite – resteranno iscritte nel DNA delle nuove generazioni, minando ogni possibilità di un futuro di pace senza una prospettiva politica davvero storica e quindi coinvolgente per i palestinesi. Una prospettiva che assorba e rimuova gli alti rischi di nuove esplosioni di violenza, frutto della mole di risentimenti e di rancore accumulatisi in questo tragico periodo. La pace va acquisita nell’animo dei popoli, altrimenti non è pace». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando al vertice di Arraiolos.

2025-10-10 13:12:00
Hamas: non daremo a Israele scuse per tornare in guerra

Il portavoce di Hamas Hazem Qassem ha dichiarato all’emittente saudita Al-Arabiya che «l’accordo di cessate il fuoco è entrato in vigore. Stiamo monitorando il ritiro dell’esercito israeliano in conformità con l’accordo. I palestinesi hanno confermato che ostacoleranno qualsiasi tentativo di sfollamento. Non daremo a Israele alcuna scusa per tornare in guerra».

2025-10-10 12:50:33
Netanyahu: se piano non sarà raggiunto, ci sarà guerra

«Stiamo stringendo Hamas da ogni lato in vista delle prossime fasi del piano, che prevede il suo disarmo completo e la smilitarizzazione di Gaza. Se ciò sarà raggiunto in modo pacifico, tanto meglio. Se no, sarà raggiunto con la forza». Ha affermato il premier israeliano Benyamin Netanyahu in una dichiarazione ai media.

2025-10-10 12:43:27
In migliaia tornano verso Gaza city, dopo ritiro dell’Idf

Migliaia di famiglie si stanno muovendo dal sud della Striscia a Gaza city dopo che l’esercito israeliano si è ritirato da via Rashid. Lo riferiscono fonti di Gaza e lo mostrano i video sui social.

2025-10-10 09:59:06
Tajani: Meloni invitata in Egitto a cerimonia firma accordo

 «Lunedì c’è la grande cerimonia di firma ufficiale dell’accordo e credo che sarà invitata anche il nostro presidente del consiglio, così mi ha detto ieri il ministro degli esteri egiziano». L’ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani parlando a Restart su Rai Tre.

2025-10-10 09:33:09
Israele avvia ritiro truppe da Gaza con copertura di raid

Durante la notte e questa mattina, le Idf hanno iniziato a ritirare le truppe nella Striscia di Gaza secondo le linee di schieramento concordate, come parte dell’accordo con Hamas. Alcune forze sono state completamente ritirate da Gaza, mentre altre rimarranno nelle posizioni lungo le linee di schieramento. Lo riporta il Times of Israel. Il ritiro avvenne sotto la copertura di bombardamenti di artiglieria e attacchi aerei in alcune zone. Si prevede che l’Idf completerà il ritiro entro stasera, entro 24 ore dalla ratifica ufficiale dell’accordo con Hamas da parte del governo israeliano. 

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di Mauro Evangelisti

Prima fase. Si festeggia a Gaza, o meglio tra le macerie della Striscia, per tutta la notte. Si festeggia in piazza degli Ostaggi, a Tel Aviv, dove alcune famiglie ora sperano di rivedere i loro cari, a due anni dai rapimenti compiuti da Hamas. S’intravede all’orizzonte un futuro per Gaza, ma anche l’accelerazione di un processo di pace per l’intero Medio Oriente. Il piano in 20 punti del presidente Donald Trump, atteso in Egitto e in Israele domenica («ho in programma di partire e non vedo l’ora, spero di essere lì per la liberazione degli ostaggi» ha spiegato), è stato sottoscritto ieri mattina a Sharm el-Sheikh sia da Hamas sia da Israele. E Trump assicura: «Nessuno sarà costretto a lasciare Gaza».

IL VOTO


APPROFONDIMENTI

Ieri sera c’è stata la riunione prima del Gabinetto di sicurezza (hanno partecipato anche gli inviati Usa Witkoff e Kushner) e poi del governo di Netanyahu che ha ratificato l’intesa quando in Italia era da poco passata la mezzanotte facendo scattare il cessate il fuoco di 30 giorni (ma si spera possa essere definitivo). Il voto non è stato unanime, c’è stato il no dei ministri di estrema destra. Lunedì è prevista la liberazione degli ostaggi, mentre per la riconsegna dei cadaveri servirà più tempo. Israele, contemporaneamente, libererà i 1.950 detenuti palestinesi (tra cui 250 ergastolani). Sulla lista è stato raggiunto l’accordo. Inoltre, l’Idf dovrà ritirarsi, ma non da tutta la Striscia di Gaza, solo dietro la cosiddetta linea gialla, continuando a controllare il 53 per cento del territorio. Ieri sera funzionari della Casa Bianca hanno spiegato che «ci saranno 200 soldati statunitensi sul terreno a Gaza come parte di una task force congiunta per aiutare a sostenere e monitorare l’accordo di cessate il fuoco».

Ne faranno parte anche Egitto, Qatar e Turchia, mentre in Israele ci sarà un centro di aiuti per Gaza coordinato dagli Usa che sperano in un’estensione degli accordi di Abramo. Ad oggi però la firma è sulla prima fase. Tutto il resto – una pace duratura e non limitata a un cessate il fuoco temporaneo, la ricostruzione, una nuova forma di governo della Striscia, ma anche il disarmo di Hamas – viene affidato alla fase due. Il percorso non è ancora concluso, però questo non deve far sottovalutare l’importanza gigantesca dell’accordo. Consentirà l’invio di molti più aiuti umanitari per la popolazione dentro la Striscia di Gaza.

IL CESSATE IL FUOCO

Cesseranno gli attacchi israeliani (ma anche quelli di Hamas) dopo due anni di sanguinosi combattimenti in cui si calcola siano morti 67mila palestinesi tra cui molti bambini. Restituirà alle loro famiglie gli ostaggi che dal 7 ottobre 2023 sono prigionieri nella Striscia. Ieri però sono continuati gli attacchi dell’Idf: 70 palestinesi sono rimasti intrappolati sotto le macerie, 4 le vittime. Il capo negoziatore di Hamas, Khalil al-Hayya, ha spiegato: «Abbiamo ricevuto rassicurazioni dai mediatori fratelli e dall’amministrazione statunitense, che hanno confermato che la guerra è completamente finita». Il ruolo di Donald Trump, in questi negoziati, è stato fondamentale e innegabile, perché ha trovato gli strumenti per convincere Benjamin Netanyahu, un falco che convive con i ministri ancora più estremi di lui, contrari all’accordo, come Bezalel Smotrich («c’è una paura immensa delle conseguenze dello svuotamento delle prigioni e del rilascio della prossima generazione di leader terroristi») e Ben Gvir (che ha votato no all’intesa). In Egitto, il presidente ha mandato i suoi uomini di fiducia a spingere per l’intesa, Steve Witkoff e Jared Kushner e ieri hanno incontrato anche il presidente Al-Sisi («cooperiamo per la pace»). Resteranno le immagini dell’altra sera di Rubio che si avvicina a Trump durante una conferenza e lo avverte che l’accordo è fatto. Il presidente, a cui anche Netanyahu e al-Sisi vorrebbero fosse assegnato il tanto anelato Nobel per la Pace, andrà in Medio Oriente per suggellare l’accordo raggiunto. Sul Nobel dice Trump: «Lo hanno dato a Obama per non aver fatto niente per il nostro paese. Non è stato un buon presidente».

Aggiunge: «Abbiamo messo fine alla Guerra a Gaza, penso sarà una pace durevole. Gli ostaggi saranno rilasciati lunedì o martedì. Recuperare i cadaveri è un processo complicato. Gaza sarà ricostruita. I paesi arabi ricchi si faranno avanti con finanziamenti per la ricostruzione. Ora lavorerò con l’Iran, anche Teheran vuole la pace». Secondo il presidente il disarmo di Hamas avverrà solo nella seconda fase. L’Europa guarda con favore all’accordo di pace. Ieri pomeriggio a Parigi si è svolta una conferenza dei ministri degli Esteri europei (c’era anche Antonio Tajani). E in quell’occasione il presidente francese Emmanuel Macron ha spiegato: «L’interesse del popolo palestinese a fermare questa guerra era evidente, mentre centinaia di migliaia di persone non possono essere curate». Da Londra il premier britannico Keir Starmer: «Lavoreremo con i partner per far sì che l’accordo su Gaza venga attuato pienamente e senza indugio».

BRUXELLES E MOSCA Infine, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen: «Ora tutte le parti devono rispettare pienamente i termini dell’accordo». Anche Vladimir Putin, presidente russo artefice e protagonista di un’altra sanguinosa guerra che dura da tre anni e mezzo, dice: «Ci auguriamo vivamente che queste iniziative del presidente degli Stati Uniti trovino concreta realizzazione». Decisivo è stato il ruolo giocato dai Paesi mediatori, a partire da Qatar, Egitto e Turchia, che hanno convinto Hamas ad accettare l’accordo. In sintesi: il mondo plaude alla firma dell’accordo, anche se c’è chi ricorda che siamo solo alla “prima fase”.


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