Una nave da crociera italiana, la Achille Lauro, il 7 ottobre 1985 venne sequestrata da quattro dirottatori palestinesi mentre procedeva lungo le coste egiziane. In quel momento, a bordo della nave, c’erano circa cinquecento persone di diverse nazionalità, mentre un gruppo equivalente era sbarcato momentaneamente al Cairo. La nave sarebbe approdata verso Israele e i quattro elementi, membri del Fronte di Liberazione della Palestina, si erano introdotti con passaporti falsi. Dopo alcuni colpi inferti per incutere paura, i quattro presero possesso della nave chiedendo la liberazione di 50 prigionieri nelle carceri israeliane. Da quel momento il dirottamento si sarebbe trasformato rapidamente in un intenso e vorticoso intrigo internazionale.
Sono trascorsi 40 anni dalla crisi di Sigonella e per l’occasione, il 6 ottobre, in seconda serata su LA7, andrà in onda Sigonella – La Sfida, documentario del 2024 diretto da Flavia Triggiani e Marina Loi, e scritto da Luca Fazzo, Marina Loi e Flavia Triggiani, un’opera che ricostruisce la vicenda attraverso interviste, diapositive, foto dell’epoca e tavole illustrate e animate digitalmente, che aiutano a rievocare visivamente ogni momento cruciale di quella drammatica settimana. Non dimenticando di dare voce ai protagonisti della storia: passeggeri, membri dell’equipaggio e politici coinvolti nella vicenda, tra cui il Sottosegretario, Giuliano Amato, la figlia del Presidente del Consiglio, Stefania Craxi e il consigliere di Craxi, Antonio Badini.
Il dirottamento dell’Achille Lauro
Il documentario fotografa in maniera telegrafica la cornice storica in cui si svolsero i fatti. Come spiega il docente Jason Blazakis, la situazione nel 1985 era molto tesa. Sei giorni prima del dirottamento dell’Achille Lauro, il governo israeliano aveva portato a termine l’operazione “Gamba di Legno”, un raid contro la sede dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina in Tunisia. Un contesto quindi già incandescente, che avrebbe trasformato il sequestro della nave in un detonatore pronto ad accendere una crisi diplomatica tra Stati Uniti, Italia e Medio Oriente.
Sigonella – La Sfida è un viaggio nel cuore di una delle più delicate crisi internazionali della storia contemporanea, che racconta le tensioni tra i governi, i giorni di trattative, le minacce dei terroristi, l’assassino del passeggero americano Leon Klinghoffer, e la difficoltà di trovare una soluzione diplomatica. Ma soprattutto fotografa i momenti in cui la vicenda prese un’altra direzione, quando i dirottatori, una volta liberata la nave a Port Said, in Egitto, furono scortati a bordo di un aereo egiziano, intercettato dai caccia americani e costretto ad atterrare alla base dell’aeronautica militare italiana di Sigonella, in Sicilia. Reagan voleva che l’Italia estradasse i terroristi negli Stati Uniti, mentre Craxi reagì subito, spiegando che il fatto era accaduto su una nave italiana, e quindi su territorio italiano, di conseguenza era l’Italia ad avere la giurisdizione su queste persone.
Sigonella: il culmine della crisi
Il documentario sottolinea come la crisi di Sigonella ebbe viarie fasi e deflagrò in momenti e luoghi diversi: sulla pista dell’aeroporto siciliano, in cui i militari italiani si schierarono attorno all’aereo, interponendosi tra l’aereo stesso e gli americani e impedendo alle truppe statunitensi di prendere in custodia i dirottatori; nelle telefonate, filtrate e tradotte poco fedelmente, tra Roma e Washington; nei messaggi criptici intercettati dall’intelligence; nelle trattative segrete che misero alla prova i rapporti tra due Paesi alleati ma pronti a scontrarsi apertamente.
E non ultima la divergenza marcata tra il Presidente del Consiglio, Bettino Craxi, e l’amministrazione Reagan, che rimane uno dei momenti più complessi della storia repubblicana. Le pressioni politiche e militari dell’America sull’Italia e l’impeto della sovranità nazionale, promosso e coniugato da Craxi, sempre integrato nella sua visione socialista, portarono per la prima volta, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, Italia e Stati Uniti su fronti opposti. Era una situazione estremamente tesa e vi fu un concreto rischio di uno scontro armato tra due alleati NATO su territorio italiano.
Inoltre, la forza narrativa dell’opera si può trovare nella capacità di restituire la dimensione umana della vicenda, attraverso le voci dei passeggeri, che si ritrovarono ostaggi su una nave da crociera in mezzo al mare, la tensione dei militari italiani schierati a Sigonella, la rabbia per l’uccisione di Leon Klinghoffer, passeggero americano disabile, che rese la vicenda ancora più spinosa, e non ultimo il destino dei membri del Fronte di Liberazione della Palestina, che pur convinti della legittimità del proprio operato, si trovarono a confrontarsi con le conseguenze delle loro azioni.