di
Maria Giovanna Faiella
In questa stagione sono cominciati i primi malanni, come tosse, raffreddore, febbre: quali sono i virus che stanno circolando, come distinguerli a seconda dei sintomi e cosa fare
Raffreddore tosse, febbre: come si fa a capire se si tratta di influenza o Covid o di altre malattie da raffreddamento? Quali sono i sintomi? Come curarsi? Quali precauzioni prendere per evitare di contagiarsi?
Influenza non ancora arrivata
«In questo periodo l’influenza non è ancora arrivata (anche se sono già stati isolati i primi casi, ndr), anche se è attesa a breve, mentre stanno girando i virus parainfluenzali e il Sars-CoV2 (l’agente patogeno di Covid-19), che non è più stagionale ma variabile in base alla diffusione del virus – dice la dottoressa Tecla Mastronuzzi, responsabile Area Prevenzione della Simg, Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie –. Ai virus si possono associare a volte infezioni batteriche e solo in quest’ultimo caso vanno prescritti gli antibiotici, che invece non vanno usati per curare le infezioni virali».
Covid o sindrome simil-influenzale?
Come si fa a distinguere una sindrome simil-influenzale dal Covid?
«Riuscire a fare una diagnosi clinica in base ai sintomi non è semplice perché sono simili: i principali, cioè raffreddore, tosse, febbre, sono comuni a questi diversi tipi di infezione virale; in ogni caso – consiglia la dottoressa Mastronuzzi – i primi sintomi possono essere gestiti con farmaci di automedicazione (da banco), quindi se si ha il raffreddore si possono usare soluzioni saline in spray nasale che permettono di respirare meglio, se si ha la febbre si può prendere il paracetamolo, in caso mal di gola un cucchiaino di miele può essere d’aiuto.
Se, però, i sintomi persistono o peggiorano, la febbre non passa dopo qualche giorno, si ha difficoltà a respirare, i dolori sono un po’ diversi dal solito indolenzimento dovuto all’influenza, è bene rivolgersi al medico di famiglia che sa se l’assistito è un paziente “fragile”, a rischio di sviluppare una forma grave della malattia; e, in caso sospetti il Covid, consiglia di fare il tampone; anche perché esistono terapie efficaci, come gli antivirali, che vanno utilizzati nelle persone ad alto rischio di progressione di malattia, entro i primi 5 giorni».
Chi è più «vulnerabile»
«Per paziente fragile – chiarisce la dottoressa Mastronuzzi – non s’intende solo una persona anziana o allettata, ma anche chi, a qualsiasi età, soffre di malattie croniche preesistenti come quelle cardiovascolari, diabete, asma, obesità, o in trattamento con farmaci immunosoppressori. Per esempio, un malato oncologico in cura con la chemioterapia, se prende il Covid o l’influenza (tutt’altro che banale), è costretto a interrompere i cicli, e questo può avere effetti anche sugli esiti della terapia».
Richiamo vaccino anti-Covid, le indicazioni del ministero
Il 22 settembre è stata pubblicata la circolare del ministero della Salute, «Indicazioni e raccomandazioni per la campagna di vaccinazione autunnale/invernale 2025/2026 anti COVID-19», «elaborata sulla base delle più recenti evidenze scientifiche e dei documenti emanati da Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), Agenzia europea per i medicinali (EMA), Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA)».
Si raccomanda la vaccinazione di richiamo, ad alcuni gruppi di popolazione, coi nuovi vaccini aggiornati alla variante LP.8.1 del SARS-CoV-2.
«I dati più recenti sull’efficacia dei vaccini adattati alle varianti JN.1 e KP.2, somministrati nella stagione 2024/2025 – si legge nella circolare ministeriale – confermano che i vaccini anti COVID-19 forniscono protezione contro la forma grave della malattia e i decessi. I documenti internazionali indicano, per la campagna di vaccinazione 2025/2026, l’aggiornamento dei vaccini contro COVID-19 alla variante LP.8.1 del SARS-CoV-2».
Tra i vaccini adattati a LP.8.1, già autorizzati da EMA- Agenzia europea del farmaco e AIFA-Agenzia italiana del farmaco, è in corso la distribuzione alle Regioni del «vaccino aggiornato, nella disponibilità del ministero della Salute, in virtù del contratto in essere», si legge nella circolare ministeriale.
A chi è consigliata la dose di richiamo
La dose di richiamo del vaccino aggiornato, annuale, è raccomandata ad alcuni gruppi di persone (categorie a rischio) ovvero:
– persone a partire dai 60 anni;
– ospiti di Rsa e strutture per lungodegenti;
– donne in gravidanza o nel periodo dopo il parto o in allattamento;
– operatori sanitari e sociosanitari;
– persone di età compresa tra i 6 mesi e i 59 anni, con elevata fragilità in quanto affette da patologie o condizioni che fanno aumentare il rischio di una grave forma di Covid, quali: malattie respiratorie croniche, dell’apparato cardio-circolatorio, patologie cerebrovascolari, oncologiche (in trattamento, per esempio, con farmaci immunosoppressivi), diabete, alcune malattie neurologiche e neurodegenerative, obesità (BMI maggiore di 30), pazienti in dialisi o con insufficienza renale cronica, pazienti immunodepressi per patologia congenita o acquisita, trapiantati o in trattamento con farmaci immunosoppressori, persone con disabilità grave ai sensi della legge 104 del 1992, art. 3 comma 3 (l’elenco completo nella Circolare ministeriale del 22 settembre 2025, Allegato B).
L’elenco potrebbe non essere esaustivo e pertanto saranno i medici a valutare i casi in cui sussista l’indicazione alla vaccinazione, considerando il rapporto benefici/rischi.
La vaccinazione viene consigliata a familiari, conviventi e caregiver di persone con gravi fragilità.
Consigli per tutti
Il COVID e l’influenza sono entrambe malattie infettive molto contagiose che si diffondono da una persona all’altra. Quali precauzioni adottare per prevenire il contagio e, soprattutto, evitare di trasmettere l’infezione a rischio di malattia grave?
«Sono le modalità di protezione che abbiamo imparato a usare durante la pandemia (valide per tutte le malattie infettive trasmesse per via aerea), che molti oggi hanno dimenticato – risponde la dottoressa Mastronuzzi –. Innanzitutto curare l’igiene delle mani, da lavare spesso soprattutto se si è fuori casa; è buona prassi mantenere ben aerati gli ambienti in cui si soggiorna; tossire e starnutire nella piega del gomito; i fazzoletti di carta vanno gettati dopo l’uso; evitare di stare a contatto con persone che hanno sintomi, soprattutto se si è a rischio, per esempio nel caso di nipoti e nonni anziani e con malattie croniche preesistenti; se si è malati, restare a casa e riposare fino alla scomparsa dei sintomi oppure, se si esce, pur avendo tosse e raffreddore, indossare la mascherina, per esempio quando ci si trova sui mezzi pubblici o in luoghi affollati, poiché si potrebbe contagiare altre persone a rischio di malattia grave».
Consigli specifici per le persone a rischio
Consiglia la dottoressa Mastronuzzi: «Per un paziente fragile, o per età o per patologia o perché assiste una persona anziana o malata, è indispensabile la protezione vaccinale per l’influenza, il Covid e anche la vaccinazione contro il virus respiratorio sinciziale, sperando che sia disponibile al più presto in tutte le Regioni».
12 ottobre 2025 ( modifica il 12 ottobre 2025 | 10:07)
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