L’ennesima tragedia riapre il dibattito sulla sicurezza nei luoghi della movida e sul disagio giovanile. L’omicidio di Paolo Taormina, 21 anni, in via Spinuzza, ucciso a colpi d’arma da fuoco al culmine di una rissa, ha provocato un’ondata di indignazione e dolore che va ben oltre l’Olivella. Dalle istituzioni ai sindacati, dal mondo della politica a quello dell’associazionismo, si moltiplicano gli appelli per chiedere una risposta immediata da parte dello Stato, così da mettere un punto al far west che vede Palermo come teatro di una violenza incontrollata.

Sparatoria all’Olivella, un’altra notte di follia tra i locali della movida: morto un ragazzoCalenda: “La Sicilia è una bomba a orologeria, non possiamo far finta di nulla” 

Sui social Carlo Calenda, leader Azione, scrive: “Palermo è oramai il far west. Anche la scorsa settimana spari nel centro. Oggi un ragazzo morto. La Sicilia è una bomba a orologeria tra delinquenza, malasanità, infiltrazioni mafiose, corruzione e sprechi. Non possiamo far finta di nulla. Il Governo deve intervenire”. 

Federalberghi: “La sicurezza non è un tema secondario, meritiamo bellezza non sangue”

La prima a prendere la parola è Rosa Di Stefano, presidente di Federalberghi Palermo: “Stanotte la nostra città si è ferita di nuovo – dice -. Sono profondamente addolorata, come donna, come madre e come cittadina di questa città che amo e che ogni giorno, per la mia categoria, cerco di rappresentare con orgoglio. Ma oggi prevale solo il dolore, e la rabbia di chi non vuole più assistere in silenzio a questa deriva. Questo dolore deve diventare coscienza collettiva. La città ritrovi la sua anima, la sua pace e la forza di cambiare davvero”.

Di Stefano ricorda che appena pochi giorni fa Federalberghi aveva incontrato il prefetto Mariani e il sindaco Roberto Lagalla per affrontare il tema della sicurezza in città. “La sicurezza non è un tema secondario, è la base su cui poggia tutto, il turismo, il lavoro, la vita quotidiana. Chiediamo con forza un piano forte, coordinato e visibile di presidio del territorio, per restituire fiducia e protezione a chi vive e lavora a Palermo. Palermo merita notti di bellezza, non di sangue. Merita giovani che sognano, non che muoiono. E noi abbiamo il dovere morale di non abituarci mai a tutto questo”.

L’omicidio all’Olivella, è caccia al killer di Paolo Taormina: “Avete ucciso mio figlio, come faccio a vivere ora?”Cisl: “Questo è il fallimento di una società, servono controlli continui e costanti” 

A farle da eco è Federica Badami, segretaria generale Cisl Palermo Trapani. “L’ennesima vittima della violenza di strada, della costante voglia di sopraffazione dell’altro, dell’assenza di valori e punti di riferimento, del disorientamento totale in cui vivono alcuni giovani – afferma -. Tutta Palermo piange l’ennesima giovane vita persa senza un perché, siamo vicini alla famiglia. Serve un intervento immediato i cittadini hanno paura. Lo Stato deve far sentire la sua voce, attraverso presidi del territorio che garantiscano controlli continui e costanti, agendo però anche su un lavoro congiunto sul fronte preventivo che sia lungimirante e strutturale, la città è ormai in emergenza”.

Secondo i sindacati “il fallimento è di tutti se le giovani generazioni pensano che armarsi di odio e violenza, sia il modo di vivere la città. Le risse sono all’ordine del giorno, i commercianti del centro storico non si sentono al sicuro e spesso a farne le spese della violenza diffusa, che non proviene solo dalle giovani generazioni, sono anche i lavoratori. L’accesso alle armi a Palermo, anche ai giovani, è diventato così semplice? E’ una riflessione che rappresenta un punto di partenza su cui possano lavorare insieme coloro i quali abbiano a cuore la città”.

Secondo Badami inoltre “ad aggravare tutto c’è la percezione della sicurezza della città, che sta cambiando agli occhi di coloro i quali la vivono e anche coloro i quali la guardano come turisti, e questo potrebbe provocare danni non solo economici ma anche di immagine di una città bellissima che ha sempre tanto da offrire. Bisogna rispondere uniti allo sbando con una strategia di prevenzione che partendo dalle scuole diffonda i principi di rispetto per la vita altrui, di tolleranza, di ripudio dell’uso delle armi e a ciò serve unire misure immediate e concrete contro la malamovida e per la sicurezza dei cittadini”.

VIDEO | Omicidio all’Olivella, lo strazio di chi lo conosceva: “Notizia assurda, era un bravo ragazzo”Uil: “Inaccettibile che chi si impegna per la pace venga colpito con violenza” 

La Uil Sicilia, guidata da Luisella Lionti, aggiunge: “È inaccettabile che chi si impegna per la pace e la convivenza civile venga colpito con tale violenza. La Uil Sicilia chiede con urgenza alle istituzioni e alle forze dell’ordine di intensificare la loro presenza e azione sul territorio per garantire sicurezza e rispetto della vita soprattutto nei quartieri più sensibili della città. Esprimiamo la nostra vicinanza e solidarietà alla famiglia del giovane, ai suoi amici e a tutti coloro che lottano quotidianamente per una Palermo più giusta e sicura”.

Cgil: “Lo Stato batta un colpo prima che ci siano ancora altri morti” 

Tanti gli interrogativi che si pone il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo. “A Palermo la statistica adesso è cambiata. Basterà un morto ammazzato di 21 anni a fare cambiare la politica dei governi nazionale e locale? Il signor ministro degli Interni, sua eccellenza il Prefetto e il professor signor sindaco di Palermo ci parleranno ancora di statistica e di percezione? “Purtroppo sì. può succedere a ognuno dei nostri figli. Palermo è tornata all’anno zero. Tutta la città è caratterizzata da una illegalità diffusa, tollerata e a tratti giustificata che produce degrado sociale. Per questo, da un lato denunciamo l’assenza di politiche di prevenzione e di cura, soprattutto nei casi di soggetti che fanno uso di droghe, e dall’altro un carente controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine, non solo nel centro città. Lo Stato batta un colpo prima che ci scappi il morto, avevamo detto. Purtroppo il morto adesso c’è scappato e si aggiunge ai giovani di Monreale uccisi e a una crescente sequenza di allarmi. Adesso si apra una discussione pubblica senza minimizzare. Lo ripetiamo: senza una chiara assunzione di responsabilità da parte dei responsabili dell’ordine e della sicurezza della nostra città e poi di tutti i cittadini, purtroppo potrebbe pure non essere l’ultimo”.

Siulp: “Forte preoccupazione, la violenza non può diventare normalità” 

Anche il segretario generale del Siulp Palermo, Giuseppe Prestigiacomo interviene. “La violenza non può diventare una triste normalità a Palermo. Rivolgo un ringraziamento alle donne e agli uomini delle forze dell’ordine intervenuti tempestivamente e impegnati nelle indagini coordinate dall’autorità giudiziaria. È necessario rafforzare i presidi di sicurezza e potenziare gli organici per garantire un controllo efficace del territorio. La prevenzione è fondamentale ma senza risorse e personale adeguato diventa difficile assicurare risposte concrete ai cittadini”. 

Legacoop: “La violenza si ripete senza tregua, Palermo come Monreale” 

Anche Legacoop Sicilia lancia il suo appello: “Un gesto di coraggio e umanità, spezzato da una violenza insensata che ha colpito nel cuore della città. Di fronte a questo ennesimo episodio di brutalità, non possiamo rimanere indifferenti. Come cooperatori, come cittadini, come esseri umani, sentiamo il dovere di intervenire”. Il presidente Filippo Parrino e il responsabile Legalità e Beni Confiscati Francesco Citarda aggiungo che “questa è una tragedia che ci interroga profondamente. Non bastano più parole di circostanza o misure emergenziali. È tempo di costruire un patto educativo forte e duraturo tra scuola, famiglie, società civile e cooperazione. La nostra società rischia di andare in frantumi sotto il peso di una violenza che si ripete, a Palermo come a Monreale, senza tregua. Da cooperatori, crediamo nella responsabilità condivisa. Ognuno deve fare la propria parte, con gli strumenti che ha a disposizione. Non solo deterrenza, ma prevenzione, ascolto, formazione. Paolo ha perso la vita per difendere un altro ragazzo. Il suo gesto ci obbliga a non voltare lo sguardo. È tempo di agire, insieme”. 

Prima circoscrizione: “Dicono che Palermo non sia ad alto rischio criminalità. Eppure…” 

Dal quartiere sono in tanti a stringersi intorno alla famiglia Taormina. Antonio Nicolao, vicepresidente della prima circoscrizione, spiega che “questo giovane aveva fatto della giustizia uno stile di vita. Purtroppo non è ancora stato recepito il grado di pericolosità che vive questa città ogni singolo giorno, il ministro dell’Interno nell’agosto scorso in Prefettura – in occasione di un incontro con il comitato per l’ordine e la sicurezza – ribadiva che Palermo non è tra le città ad alto rischio di criminalità e le telecamere restano il sistema prioritario per combattere i reati, mentre un corteo di cittadini gridava proprio in via Cavour più prevenzione, sicurezza e legalità per la città. C’è la necessità della presenza delle forze dell’ordine anche se questa dipende dalla situazione specifica quando si registrano migliaia e migliaia di persone che stazionano in luoghi aperti per passeggiare, cenare, consumare alcol. Poi ci sono alcuni giovani in possesso di armi. Non esiste un numero fisso di persone che imponga l’intervento, ma si basa su una valutazione dei rischi e delle esigenze di sicurezza pubblica e purtroppo Palermo per gli addetti alla sicurezza resta sicura”.