di
Daniele Labanti

È la miglior difesa del campionato, mentre Milano è quartultima. Shengelia in forma può essere una chiave e l’innesto di Taylor rinforza il perimetro. Pajola recupera e contro Venezia ci sarà: gara 1 domenica alla Segafredo Arena

Riparte il viaggio scudetto (debutto nei quarti di finale contro Venezia domenica 18 maggio alle 20.45 alla Segafredo Arena), per la Virtus nell’era Zanetti è la terza volta con la testa di serie numero uno del tabellone, male andarono le prime due, entrambe chiuse con la sconfitta in finale scudetto contro Milano. Ma stavolta Segafredo-Armani sarà al massimo la semifinale. La Virtus, reduce da un’annata altalenante ma con una regular season chiusa in crescendo (sette vittorie consecutive), vuole riprovarci. Per diversi protagonisti potrebbe essere l’ultimo ballo e, alla luce dei problemi tecnici di Milano, l’occasione di cucirsi addosso il diciassettesimo scudetto è tanto sorprendente, per come s’era messa la stagione, quanto ghiotta. Ecco i temi fondamentali della corsa tricolore.

Una difesa implacabile

La Virtus è la squadra che difende meglio in assoluto in serie A. Le ultime sette vittorie sono arrivate anche con il vistoso contributo della fase offensiva, in miglioramento, ma rimane la difesa — secondo il dettato di Ivanovic — la base sulla quale erigere la corsa scudetto. La Virtus concede appena 0,91 punti per possesso (top del campionato), lasciando di media 73 possessi agli avversari con il 49,9% di eFG (il dato che pondera le percentuali di tiro dando maggior peso al tiro da tre). In quest’ultimo ranking è seconda solo a Reggio Emilia. Su 100 possessi, la Virtus concede 105,9 punti. Per un raffronto: Milano è la quart’ultima difesa con 1,02 punti concessi per possesso e 114,9 punti subiti su 100 possessi. È vero che è anche il miglior attacco, con 123 punti segnati su 100 possessi, ma di possessi ne gioca solo 72,6 (e, come la Virtus, è fra le squadre che tendono a produrre un gioco più controllato: solo Cremona con 72,5 ha una cifra più bassa). Venezia difende quasi come la V nera (0,94 punti concessi) ma attacca peggio. Sulla conferma di questi numeri si fonderanno gran parte delle speranze bianconere, perché i dati offensivi sono peggiori rispetto a Milano, Trapani e Brescia, squadre che traggono vantaggio da un ritmo alto. Individualmente Pajola, Clyburn e Cordinier hanno i migliori rating difensivi e il francese è, nel complesso, il giocatore più determinante nel rating netto.



















































La forma di Shengelia

Shengelia è un giocatore che non si è mai risparmiato, tuttavia, se si eccettua la campagna Eurocup del 2022 — quando era appena arrivato — non è mai riuscito a essere decisivo per le vittorie bianconere. Cifre spesso buone, efficacia a tratti discutibile: questo ha detto il campo nelle ultime tre finali scudetto perse contro l’Olimpia. Per la Segafredo è fondamentale che Shengelia ritrovi subito la forma migliore, dopo la prestazione sotto tono contro Trapani, e possa essere lucido nelle scelte e nei possessi decisivi. Finora sta segnando 14 punti a partita ma tirando col 22% da tre. Con lui in campo (24’ di media) la squadra ha un rating offensivo peggiore (116,2 contro 118,2) ma è migliore in tutti i dati difensivi.

Arriva Brandon Taylor

Brandon Taylor (13,3 punti col 43% da tre e 6,8 assist in 27’ in Liga Acb, mercoledì visite mediche a Bologna) risolverà un problema congenito del roster, mai completato da inizio stagione. Ora c’è quel creatore in più sul perimetro che allunga le rotazioni (Pajola sta meglio, venerdì si allena) e numericamente mette la Virtus in condizione di affrontare i playoff. Ivanovic potrà gestire le energie, aumentare l’imprevedibilità e ridurre l’impiego di Belinelli — che contro Trapani ha giocato una partita matura e di sacrificio — all’essenziale, cavalcandone le eventuali raffiche senza doverlo tenere in campo per troppe situazioni difensive. 


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13 maggio 2025 ( modifica il 13 maggio 2025 | 19:11)