di
Sara Bettoni

in totale sono state vaccinate 1.104 persone e usate 1.916 dosi. Tra gli immunizzati anche l’assessore al Welfare Guido Bertolaso

«Siccome non c’ero mai stato e lo butteranno giù, mi sono detto: “Andiamo a vederlo almeno una volta”». Alle 11 di sabato Oreste, 68 anni, è in coda in una delle sale eventi di San Siro. A sinistra, le vetrate offrono un’ampia vista sul prato verde che i getti automatici stanno irrigando con precisione. A destra, centinaia di persone attendono di vaccinarsi al vax-day organizzato alla Scala del calcio dalla Regione con Ats Milano e gli ospedali Fatebenefratelli-Sacco, San Paolo, San Carlo e Niguarda. In primis, ricevono l’iniezione contro l’influenza. Ma non solo. «Trovo questa giornata meravigliosa, molto comoda e accessibile — dice la moglie Luisella —, e poi si possono fare anche altri vaccini». Hpv, meningococco B, meningococco ACWY, pneumococco, herpes zoster… 

Giovanni, per esempio, guadagna tre dosi: contro l’influenza, il Covid e lo pneumococco. «Ho portato i miei figli qui per Italia 90, al terzo anello», ricorda il 77enne, che ci tiene a sottolineare la fede interista mentre attende i 15 minuti canonici post-iniezione seduto in panchina, lo sguardo rivolto al campo. Alla sua sinistra la figlia Veronica. «Da tanto tempo non veniva allo stadio, così abbiamo deciso di vaccinarci qui, anche se abitiamo fuori Milano».



















































Elena e Claudio, coppia di nonni, hanno pedalato fino al Meazza per proteggersi dall’epidemia influenzale. «Tra un mese nasce il secondo nipotino, vogliamo tutelarlo — raccontano —. E ne abbiamo un altro di un anno: ogni volta che lo incontriamo ci ammaliamo. Così abbiamo pensato che fosse meglio “difenderci”». Nella sala d’attesa non mancano i giovani. Michele e Francesco, rispettivamente 22 e 20 anni, si sono presentati senza prenotazione ma sono stati accolti comunque. «Lo facciamo soprattutto per proteggere i nostri familiari — dicono —. Perché oggi? Il sabato ci è comodo, mentre gli altri giorni studiamo in università». Alessandro, 58 anni, si definisce «pro vax e milanista». È stato spesso al Meazza, visto che da ragazzo era abbonato. Le chiacchiere sulla salute si mescolano a quelle sull’urbanistica. «Speravo che ci si potesse vaccinare sul campo — confessa —. Sa, sono fermamente contrario all’abbattimento dello stadio, per me è stato come un colpo al cuore. Come si fa a dire che è obsoleto? È una pura operazione immobiliare».

Alla fine del pomeriggio i 14 medici, gli altrettanti infermieri, i tre operatori-socio sanitari e i due amministrativi al lavoro fin dal mattino tirano le somme: in totale sono state vaccinate 1.104 persone e usate 1.916 dosi. La metà degli utenti protetti ha tra i 18 e i 59 anni, il 31% è un over 60, oltre 250 sono minori. Tra gli immunizzati anche l’assessore al Welfare Guido Bertolaso, che spinge per aumentare il numero di vaccinazioni. «L’anno scorso abbiamo superato quota 2 milioni e quest’anno cerchiamo di raggiungere quota 3 milioni, che sarebbe davvero un record difficilmente superabile», dice. 

E si cercherà di aumentare anche la percentuale di medici e infermieri protetti contro l’influenza. L’obiettivo fissato dalla Regione è coinvolgere il 40% del personale, l’anno scorso ci si fermò al 26%. «Metteremo la vaccinazione fra gli obiettivi del personale sanitario: si devono vaccinare, devono dare l’esempio anche in questo e non solo nel lavoro che fanno», le parole dell’assessore. Che invece stempera le polemiche dei giorni scorsi su Federica Picchi, sottosegretaria con delega allo Sport che ha condiviso sui social contenuti sulla presunta correlazione fra autismo e vaccino per l’epatite B. «Quando io ci ho parlato e le ho spiegato che quello che aveva postato non corrispondeva alla realtà, anzi era una sciocchezza, mi ha dato ragione». La campagna continuerà con altri open day e le vaccinazioni dal medico, nelle case di comunità e in farmacia.


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12 ottobre 2025