Davide Brivio è stato manager Yamaha, poi manager di Valentino Rossi dopo averlo convinto al passaggio del 2004, in seguito ha gestito il ritorno di Suzuki in MotoGP. Dopo un periodo in Formula 1, dove è stato prima d.s. e poi responsabile del programma junior di Alpine-Renault, è tornato da noi come team manager del team satellite di Aprilia. In una intervista concessa a Speedweek, parte da ciò che differenzia F1 e MotoGP.

“Una delle differenze più grandi è che in MotoGP si percepisce più passione. La Formula 1 è uno sport fantastico, la seguo e mi piace. Ma è anche molto orientata al business ed è assolutamente normale: oggi tutto lo sport è un grande business e la Formula 1 è all’apice. A volte in Formula 1 si possono vedere decisioni più orientate al business, la MotoGP resta più sport.”

“Qui in MotoGP osserviamo sempre attentamente la Formula 1 per organizzazione, struttura, equipaggiamento, camion, hospitality e tutto il resto. C’è molto da imparare, anche se poi è difficile per noi replicare perché le risorse disponibili sono diverse. Io sono molto affascinato dalla Formula 1 e dal loro approccio alle cose, ma la MotoGP resta chiaramente in vantaggio per ciò che succede in pista: c’è più azione, più battaglia, più sorpassi”.

La MotoGP, tuttavia, potrebbe imparare dalla Formula 1 in termini di pubblicità e marketing. Ed è proprio questa la direzione che probabilmente le cose prenderanno, ora che l’accordo per l’acquisizione di una quota di maggioranza di Dorna da parte di Liberty Media è stato approvato. In F1 l’azienda statunitense ha puntato sul marketing, aprendo nuovi target di pubblico con la serie di successo di Netflix Drive to Survive e tanto altro. Il pubblico di riferimento ora è più ampio, diversificato e internazionale e il boom pare duraturo a livello mondiale.

Un cambiamento simile è in arrivo anche per la MotoGP?

Siamo tutti molto entusiasti e sono molto curioso di vedere come funzionerà la collaborazione. Si tratta di ampliare il nostro pubblico, espandere il territorio in cui viene seguita la MotoGP e sfruttare il potenziale commerciale che abbiamo.

La Formula 1 si è espansa in particolare nel mercato di casa di Liberty, gli Stati Uniti con tre gare in calendario (Austin, Las Vegas e Miami). Trackhouse è un team statunitense: potrebbe svolgere un ruolo speciale in un’espansione negli Stati Uniti?

Gli USA – risponde Davide – sono molto importanti per la MotoGP, indipendentemente dalla provenienza di Liberty Media. È un’area in cui vogliamo espanderci. Noi siamo un team americano e speriamo davvero che questa espansione si realizzi e naturalmente la stiamo supportando. Oltre agli Stati Uniti, ci sono altri mercati interessanti, come il Sud America e l’Asia. Dorna si è data da fare, in questi anni: in Moto2 abbiamo un pilota brasiliano, Diogo Moreira, e i piloti asiatici sono in crescita, nella Rookies Cup, un malese è in testa al campionato. Tutto questo è merito di Dorna, qualche anno fa nessuno avrebbe pensato che fosse possibile. E abbiamo Somkiat Chantra: un pilota thailandese in MotoGP era ancora un sogno qualche anno fa.

Infine, Liberty Media e la Formula 1 hanno aperto nuove regioni, ma anche nuovi target di pubblico. E Brivio concorda.

“Ora anche le casalinghe guardano la Formula 1. O i bambini piccoli. Solo qualche anno fa era più uno sport per persone anziane quindi sì, hanno fatto un ottimo lavoro nell’ampliare il pubblico. Speriamo di poterlo fare anche noi.”