Elemento fondamentale per una corretta igiene orale, il filo interdentale potrebbe risultare in futuro un’arma in più nella lotta ai virus, diventando uno strumento rivoluzionario per la somministrazione dei vaccini. Una prospettiva che potrebbe fare la felicità di milioni di persone con la fobia degli aghi, ma soprattutto migliorare l’accessibilità ai vaccini in tutto il mondo.
Un’idea geniale, ma da studiare
L’idea arriva da un gruppo di ricercatori della Texas Tech University, che ha individuato una zona della bocca sorprendentemente promettente per l’immunizzazione: l’epitelio giunzionale, ovvero il punto in cui le gengive incontrano i denti. Questa sottile porzione di tessuto è naturalmente permeabile e ricca di cellule immunitarie, caratteristiche che la rendono ideale per assorbire un vaccino e innescare una risposta immunitaria.
Approfondisci:
Quanto siamo stressati? Il livello di cortisolo misurato dal filo interdentale: oggi si può
Per testare la loro ipotesi, i ricercatori hanno rivestito comuni fili interdentali con vaccini sperimentali e li hanno utilizzati su topi da laboratorio per diverse settimane. I risultati sono stati sorprendenti: i topi non solo hanno mostrato forti risposte immunitarie a livello sia locale sia sistemico, ma si sono anche dimostrati protetti contro una successiva infezione influenzale indotta dagli studiosi. Un risultato considerato la prova che il vaccino, veicolato dal filo, sia stato assorbito in modo efficace e abbia attivato le difese immunitarie dell’organismo dei roditori.
Un “test” anche sugli esseri umani
Sebbene l’esperimento sui topi abbia fornito risultati entusiasmanti, è ancora troppo presto per parlare di una vera alternativa clinica alla comune iniezione di vaccini. Per essere certi della sua futura fattibilità anche sugli esseri umani, gli scienziati hanno comunque già condotto un piccolo test su un gruppo di volontari, usando al posto del vaccino un semplice colorante. Quest’ultimo ha raggiunto con successo l’epitelio giunzionale, rivelando così che la tecnica potrebbe effettivamente funzionare anche nelle persone.
Secondo i ricercatori, questa nuova modalità di vaccinazione presenterebbe numerosi vantaggi. Innanzitutto, eliminerebbe la necessità di aghi, riducendo il dolore e il rischio di infezioni legate a pratiche di iniezione non sicure. In secondo luogo, potrebbe essere somministrata facilmente a casa, senza la presenza di personale sanitario, e persino spedita per posta: un vantaggio significativo in situazioni di emergenza sanitaria, come per esempio accaduto durante la pandemia di Covid-19.
Nonostante il forte potenziale, sono ovviamente necessari ulteriori studi, soprattutto clinici, per valutare l’efficacia, la sicurezza e la durata della risposta immunitaria negli esseri umani. Tuttavia, questa scoperta fa prospettare un futuro caratterizzato da una nuova generazione di vaccini: più accessibili, meno invasivi e potenzialmente decisivi per difendere la popolazione a livello globale.