di
Andrea Ducci, Mario Sensini e Redazione online
Partita la caccia alle risorse: quelle disponibili non bastano a soddisfare le richieste
La Ragioneria dello Stato si sta dimostrando inflessibile. Daria Perrotta, alla guida del Dipartimento del Tesoro che vigila sul bilancio da poco più di un anno, alla sua seconda legge di Bilancio pretende coperture certe prima di avallare nuovi progetti di spesa. E siccome, su questi, le idee nella maggioranza non mancano, nelle ultime ore che hanno preceduto il vertice tra i leader dell’alleanza di governo è ripartita la caccia alle risorse. Nella notte si è tenuto un vertice di maggioranza a casa della premier Giorgia Meloni.
La manovra da 16 miliardi delineata dal ministro dell’Economia — 10 di minori spese, 6 di maggiori entrate — non è ancora interamente coperta. Mentre le richieste della maggioranza esondano rispetto alle disponibilità teoriche. Con le banche, ieri, ci sono stati nuovi contatti. Il governo avrebbe insistito su un loro contributo al bilancio. Sempre con anticipazioni o con il posticipo di alcuni sconti fiscali. Il negoziato è sulle cifre, ma la richiesta iniziale, sostenuta in particolare dalla Lega, è alta, circa 5 miliardi per il 2026. E neanche basterebbe alla quadratura dei conti, per cui si parla con insistenza di un contributo anche da parte delle assicurazioni. Una tassa, in particolare, sulle assicurazioni obbligatoria contro le catastrofi naturali, che però, ad ora, non trova conferme al ministero dell’Economia.
I fondi servirebbero per evitare, ad esempio, l’aumento di tre mesi per tutti dell’età pensionabile, che scatterebbe dal 2027, ma anche per accomodare la rottamazione delle cartelle esattoriali, sulla quale nella maggioranza c’è una netta spaccatura tra Forza Italia, che pretende una prima rata consistente per salvaguardare il gettito, e la Lega, che vorrebbe rate tutte uguali.
Gli sgravi Irpef sono definiti, con l’aliquota tra 28 e 50 mila euro che scenderà dal 35 al 33%, prevedendo un costo stimato pari a circa 2,5 miliardi, meno rispetto ai quasi 5 miliardi indispensabili per garantire lo sgravio fino alla soglia dei 60 mila euro. Per il pacchetto famiglia, tra bonus mamme, congedi parentali e detrazioni, servirebbero tra 500 milioni e un miliardo di euro. Con la manovra dovrebbe cambiare il calcolo Isee da cui verrà tolta la prima casa (fino a un valore catastale di 100mila euro).
Per la sanità si parla di un ulteriore stanziamento di 2 miliardi. Poi ci sarà da confermare l’Ires premiale per le imprese che investono e innovano, che costa 500 milioni, e da mettere a punto il pacchetto degli incentivi per le imprese, che oggi saranno ricevute, insieme ai banchieri e alle altre associazioni datoriali, a Palazzo Chigi.
Un ulteriore capitolo su cui si stanno esercitando i tecnici di via XX Settembre riguarda i bonus: l’intento del governo è confermare per il prossimo anno l’incentivo al 50% per la ristrutturazione della prima casa e al 36% per le seconde abitazioni. L’obiettivo verrà raggiunto introducendo alcuni criteri selettivi, mentre per i bonus destinati all’acquisto di mobili ed elettrodomestici non figura per il momento alcuna copertura in grado di assicurarne la conferma. Le prossime ore saranno, come detto, cruciali per dimensionare l’entità delle risorse da destinare alle imprese che, tramite Confindustria, chiedono 8 miliardi di euro per rifinanziare Transizione 5.0 e l’estensione a tutto il Paese degli incentivi riservati finora alla Zes Unica del Mezzogiorno. I negoziati e gli accordi sono destinati a chiudersi nelle prossime ore, perché già domani si terrà il Consiglio dei ministri per approvare il Dpb e la legge di Bilancio.
Nuova app L’Economia. News, approfondimenti e l’assistente virtuale al tuo servizio.
SCARICA L’ APP
Iscriviti alle newsletter de L’Economia. Analisi e commenti sui principali avvenimenti economici a cura delle firme del Corriere.
13 ottobre 2025 ( modifica il 13 ottobre 2025 | 03:02)
© RIPRODUZIONE RISERVATA